Arriva la trasparenza anche sui compensi dei top manager di Piazza Affari. Dalla prossima tornata assembleare, nella primavera del 2012, le società italiane con azioni quotate in mercati regolamentati italiani o in altri Paesi dell’Unione europea dovranno predisporre una «Relazione sulle remunerazioni», un documento in cui saranno sintetizzate le informazioni che servono a capire quanto e come è retribuito il top management. Consob ha avviato ieri la consultazione con il mercato sulle modifiche alle norme del regolamento emittenti in tema di remunerazioni, dopo che nel dicembre del 2010 un decreto legislativo aveva introdotto, su impulso della Ue, il nuovo articolo 123-ter del Testo unico della finanza che obbliga le società quotate a mettere a disposizione, almeno tre settimane prima dell’assemblea di bilancio, la Relazione sulle remunerazioni. Gli interessati avranno tempo fino all’11 novembre prossimo per far pervenire alla Commissione le proprie osservazioni. Dopodiché, prima della fine dell’anno, la Commissione varerà le modifiche sulla materia, in tempo per le assemblee della prossima primavera. La relazione sarà composta da due parti: la prima dedicata alle politiche di remunerazione (obbligo attualmente previsto soltanto per banche e assicurazioni), la seconda ad alzare il velo sui compensi. Se la prima parte servirà a capire le logiche con cui sono pagati i manager, la seconda indicherà in modo chiaro la retribuzione percepita, scomposta nelle diverse voci: parte fissa e variabile, compensi da incarichi in società controllate e collegate, compensi da partecipazioni a comitati, stock option. Dovranno essere indicati i criteri per determinare indennità e buonuscite, qualora previste. L’introduzione di un unico documento avrà effetti di «semplificazione e razionalizzazione», non costringendo più i soci a districarsi tra le centinaia di pagine del bilancio per sapere quanto portano a casa presidente e amministratore delegato. Oltre che le retribuzioni di consiglieri, sindaci e direttori generali, la Consob ha fissato in sei – i tre più pagati in denaro e, qualora diversi, i tre più pagati con strumenti finanziari – il numero massimo dirigenti con responsabilità strategiche di cui andrà rivelato il compenso.