Ricapitalizzare le banche con urgenza e anticipare dal 2013 al 2012 l’approvazione del fondo europeo di stabilita (Esm), che sostituirà l’Efsf. È questa la ricetta per uscire dalla crisi illustrata dal presidente della Commissione europea, Manuel Barroso, al Parlamento europeo in seduta plenaria. «Il fondo salva-Stati deve essere potenziato per essere più di uno scudo, deve avere un vera e propria potenza di fuoco», ha detto Barroso, il quale ha ribadito come sia necessario rafforzare la governance economica in modo da dare a Consiglio e Commissione Ue più poteri per intervenire nella preparazione delle finanziarie nazionali e monitorare la loro applicazione. La differenza tra l’attuale Fondo salva-stati (Efsf) e quello attualmente previsto da metà 2013 (Esm) riguarda due aspetti. Il primo i mezzi a disposizione: attualmente l’Efsf opera sulla base di garanzie degli stati. Il Fondo permanente avrà una capacità di prestito di 500 miliardi effettivi (e non 440 miliardi come l’Efsf) a fronte di un capitale autorizzato di 700 miliardi più un capitale iniziale versato di 80 miliardi con versamenti diluiti in cinque anni e l’impegno a mantenere un minimo di 15% di ratio tra capitale versato e totale delle emissioni in essere. Il secondo motivo riguarda il coinvolgimento diretto delle banche alla ristrutturazione del debito sovrano: da luglio 2013 tutti i nuovi titoli emessi dai governi zona euro con scadenza superiore all’anno conterranno una clausola di azione collettiva che renderà possibile ciò che oggi é soltanto volontario. Si tratta di vedere se anche questa parte degli accordi sull’Esm sarebbe anticipata dato che a luglio la Ue si era impegnata a prevedere la clausola sui nuovi bond a partire da metà 2013.
Sul fronte bancario, invece, Barroso ha detto che gli istituti devono trovare prima risorse private, poi chiedere l’intervento dei governi e solo come ultima istanza ricorrere al fondo salva-Stati Efsf. L’approccio «coordinato» per rafforzare le banche deve essere basato su una valutazione delle autorità di supervisione che dovranno prevedere «un ratio di capitale significativamente più elevato e della più alta qualità». Sulla Grecia, infine, Barroso ha sostenuto che «serve un’azione decisa che fughi ogni dubbio sulla sostenibilità delle finanze», precisando come serva subito la sesta tranche di aiuti e un ripensamento del piano salva-Grecia che deve essere basato su un «equilibrato» coinvolgimento del settore privato.