Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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A sostenere il debito italiano e i Btp non sono le aspettative di crescita, quanto piuttosto la prudenza del governo in termini di spesa. Il fattore di rischio principale, che potrebbe interrompere la luna di miele tra Paese e investitori istituzionali che al momento tiene calmierato lo spread, è la riforma della spesa pensionistica. È la sintesi di un rapporto di Goldman Sachs diffuso nel weekend scorso, che promuove la traiettoria dei conti pubblici spingendosi a prevedere un’uscita anticipata dalla procedura di infrazione Ue. Un rapporto circolato tra investitori e politici, rimbalzato nelle cronache del Forum Ambrosetti di Cernobbio e citato dal governo per dimostrare la bontà del proprio operato. Tutto vero, garantisce chi quel rapporto l’ha scritto, Filippo Taddei, senior european economist di Goldman Sachs in Italia ed ex consulente economico del governo Renzi, ma se si parla di chi sostiene il nostro debito comprando Btp, alcune condizioni essenziali vanno evidenziate e la spesa previdenziale resta la prima soglia di rischio.
A oltre un anno di distanza dall’annuncio dell’operazione, Bbva ha dato ufficialmente il via all’opa sulla rivale Sabadell. Proprio ieri è iniziato, infatti, il periodo di adesione all’offerta. Gli azionisti della banca catalana avranno tempo fino al 7 ottobre per decidere se offrire le proprie azioni alla rivale più grande, mentre i risultati dell’opa sono attesi per il 14 ottobre. L’offerta consiste nello scambio di un’azione ordinaria di Bbva e 0,7 euro in contanti per 5,5483 azioni di Banco Sabadell, per un valore complessivo di circa 14,8 miliardi di euro..
La durata regolare della scalata del Montepaschi su Mediobanca supera ampiamente il 50% del capitale di Piazzetta Cuccia. Anche i fondi internazionali che hanno nei portafogli circa il 30% della merchant bank sono corsi a consegnare le proprie quote. Alla scadenza ufficiale dell’opas Rocca Salimbeni ha registrato un altro balzo delle adesioni dopo quello di venerdì scorso, un ulteriore 16,49% che è andato ad aggiungersi al 45,8% raggiunto venerdì. Con il 62,29% complessivo, Mps ha il controllo di diritto di Mediobanca. Ora si va ai supplementari: dopo la rinuncia alla condizione di efficacia del 66,7%, la banca senese ha riaperto i termini dal 16 al 22 settembre, finestra che dopo la definitiva presa del controllo da parte dell’istituto guidato da Luigi Lovaglio e l’assottigliamento del flottante dovrebbe vedere l’adesione dei fondi passivi. Potranno esser consegnati anche i titoli rastrellati da venerdì scorso in avanti.
Gli operatori hanno letto i rumors – rilanciati come ultima in ordine di tempo da Repubblica che a sua volta cita l’intervista di Castagna a Class Cnbc – come un segnale che il cantiere del consolidamento bancario in Italia potrebbe riaprirsi. Allo studio del ceo Giuseppe Castagna ci sarebbe un’operazione di integrazione con Crédit Agricole Italia. Secondo le fonti, il banchiere avrebbe messo allo studio un progetto articolato per valutare i possibili scenari di aggregazione. È possibile però che sulla scrivania di Castagna il dossier favorito sia un altro. Il banchiere vedrebbe con favore una fusione tra il Banco e il Montepaschi, ora in procinto di conquistare Mediobanca. L’ipotesi di un terzo polo sull’asse Milano-Siena-Roma era piaciuta al numero uno di Piazza Meda che nel novembre scorso aveva comprato dal Tesoro il 5% di Rocca Salimbeni. Ma il progetto appare in salita e rischia di scontrarsi con i veti dell’anima leghista del governo e soprattutto di alcuni azionisti rilevanti dellla nuova Mps.
L’Italia è un Paese strategico per i francesi di Cnp che cercano di crescere tramite acquisizioni. Non è un mistero che il gruppo assicurativo partecipato dalla Caisse des Dépôts et Consignations (che alle spalle ha Banque Postale, le Poste francesi) nei mesi scorsi era arrivato alle battute finali della gara lanciata per aggiudicarsi Prima Assicurazioni, poi finita ai connazionali di Axa. Ma la voglia di crescere, anche tramite operazioni straordinarie, non è passata. «Lo scouting per nuove possibili operazioni straordinarie prosegue, anche se al momento non c’è nulla sul tavolo», dice a MF-Milano Finanza il ceo di Cnp Assicura, Marco Passafiume Alfieri. Intanto per quest’ultima il primo semestre si è chiuso con una nuova produzione superiore a 2 miliardi, mentre la capogruppo Cnp Assurances ha registrato 21,9 miliardi (+16%) e un utile netto di 857 milioni (+13%).
Le famiglie italiane continuano a rivolgersi agli istituti di credito per sostenere i propri consumi e gli investimenti sulla casa, anche grazie al graduale calo dei tassi che rende il credito più accessibile. Tanto che gli italiani che hanno almeno un contratto di finanziamento sono arrivati a rappresentare il 59,6% della popolazione, il 13,1% in più dello stesso periodo del 2024. Questo emerge dalla Mappa del Credito presentata da Mister Credit – l’area di Crif che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori – e aggiornata alla prima metà del 2025.
Banca Mediolanum archivia il mese di agosto con una raccolta di 610 milioni di euro, di cui 661 milioni (quindi più del dato complessivo) provenienti dal risparmio gestito, che supera peraltro i 6 miliardi da inizio anno. In totale, negli otto mesi la banca guidata dall’ad Massimo Doris ha registrato afflussi per 7,7 miliardi. «Dopo la pausa estiva guardiamo con ottimismo all’ultima parte dell’anno, forti delle iniziative appena lanciate, tra cui la nuova campagna promozionale che offre il 3% annuo lordo per somme vincolate a sei mesi, attiva fino a fine ottobre per attrarre nuova liquidità, ma anche un rinnovato focus sui prodotti previdenziali e i Piani Individuali di Risparmio», ha commentato il manager, mentre il titolo a Piazza Affari si è mosso in aumento dello 0,6% a 17,08 euro
Msa Mizar, operatore di rilievo europeo nei servizi di gestione in outsourcing dei sinistri assicurativi, sigla una nuova operazione straordinaria integrando Medexpert, realtà italiana specializzata nella consulenza medico-legale per le compagnie assicurative sui sinistri con lesioni fisiche. I fondatori Giovanni Cannavò e Chiara Savarino mantengono una quota significativa di Medexpert e continuano a guidare l’azienda: il primo come presidente e Savarino come ceo.
Il settore energetico è ormai il cuore della nuova guerra cibernetica. La digitalizzazione porta efficienza e innovazione ma espone reti e impianti a minacce sempre più sofisticate. Secondo il nuovo report del Cybersecurity Competence Center di Maticmind, nel 2024 gli attacchi cyber contro il comparto energetico sono cresciuti del 40% rispetto al 2023. E le proiezioni stimano un ulteriore incremento del 21% entro fine 2025. L’Europa è diventata l’epicentro della minaccia: nel primo trimestre del 2025 ha raccolto quasi il 60% delle vittime globali, sorpassando le Americhe ferme al 32%. Il costo medio di una violazione per le aziende del settore è di 5,29 milioni di dollari, ben al di sopra della media intersettoriale. Il rapporto evidenzia la fragilità del contesto italiano.

Va risarcita anche la depressione da privacy violata, ma bisogna dimostrare la propria frustrazione. È quanto deciso dalla Corte di giustizia dell’UE con la sentenza della quarta sezione del 4/9/2025, resa nella causa C‑655/23. La sentenza formula il principio astratto, ma rimane il problema di come fare a dimostrare di sentirsi e/o di continuare a sentirsi timoroso e afflitto, dal momento che sono stati clinicamente non rilevabili. La vicenda, al vaglio dei giudici UE, ha riguardato una persona in cerca di occupazione, che tramite un social network professionale on-line, ha presentato domanda di assunzione a una banca, la quale ha rifiutato le richieste salariali dello stesso, formulando una controproposta al ribasso. È capitato, però, un infortunio: l’impiegata della banca, usando il servizio di messaggistica del network, ha mandato la risposta della società a un terzo, che, guarda caso, conosceva il disoccupato ed ha appreso tutte le informazioni sul suo stato e sulle trattative. Il destinatario del messaggio ha avvisato l’interessato, il quale si è risentito della comunicazione a terzi di informazioni, che voleva mantenere riservate, anche perché si era sentito umiliato a causa del fallimento delle trattative relative al compenso. Da qui è partita una causa con richiesta da parte dell’interessato di condannare la banca ad un indennizzo. La pratica è arrivata sul tavolo della CGUE, cui si è chiesto di chiarire alcuni profili della disciplina del risarcimento dei danni prevista dall’articolo 82 del regolamento UE sulla privacy n. 2016/679 (Gdpr). L
Privacy ad hoc per l’uso dell’IA a scuola. Sono otto i gruppi di adempimenti, necessari per rendere conformi al Gdpr i trattamenti di dati realizzati con sistemi di intelligenza artificiale, descritti dalle Linee guida per l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nelle istituzioni scolastiche, che decollano con l’avvio di qeusto anno scolastico. Peraltro, per un completo adeguamento, i singoli punti delle Linee Guida, in molti aspetti ripetitivi di indicazioni generali, devono essere ulteriormente sviluppati e integrati, così da dare orientamenti specifici su temi comuni a tutte le scuole. Queste ultime, infatti, quando trattano dati con l’IA sono titolari del trattamento: in quanto tali ad esse competono le scelte sulla adozione e gestione dei sistemi e gli adempimenti, formali e gestionali, previsti dal Gdpr, da realizzare tenendo in considerazione la particolare vulnerabilità dei soggetti potenzialmente coinvolti dai trattamenti medesimi. Tuttavia, molti profili sono gli stessi per tutte le scuole e, senza lesione dell’autonomia scolastica, pertanto, possono essere definiti mediante un unico approccio e, quindi, mediante ulteriori sviluppi delle linee guida in esame.

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Adesso parte il cantiere dell’integrazione. E il Monte dei Paschi ha tempi stretti per arrivare con le liste pronte 25 giorni prima dell’assemblea di Mediobanca del 28 ottobre dalla quale dovrà emergere il nuovo board di Piazzetta Cuccia sotto le insegne di Siena. Intanto il cda dell’istituto guidato dal ceo Alberto Nagel, già convocato il 18 per approvare il progetto di bilancio ’24-’25, potrebbe riunirsi anche per gestire in maniera ordinata il passaggio di consegne. Gli amministratori, vertici inclusi, prenderanno atto dei risultati dell’Opa di Siena e decideranno con tutta probabilità di rimettere le deleghe con effetto dall’assemblea del 28 e convocare l’assise — che per lasciare più tempo a Siena potrebbe slittare di qualche giorno — al cui ordine del giorno aggiungerà il rinnovo del consiglio. La strada appare ormai tracciata. Mps avrà tempi stretti per finalizzare l’intelaiatura della governance dell’istituto guidato per 18 anni da Nagel, ormai pronto alle dimissioni. Tre settimane prima dell’assise di ottobre, l’istituto toscano dovrà presentare la lista di maggioranza che conterrà i nomi del presidente e del futuro ceo di Mediobanca, oltreché probabilmente quelli di Sabrina Pucci e Sandro Panizza, consiglieri attuali di Mediobanca, espressione delle minoranze. È però possibile che Mps acceleri e identifichi il nuovo vertice tra il 22 e il 26.

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Usare il Tfr per andare in pensione a 64 anni con 25 di contributi, anziché a 67 anni: è la proposta della Lega da inserire in manovra, al posto delle quote penalizzate e ormai spente. Ma quanti potranno farlo? Pochissimi, dalle prime simulazioni: solo retribuzioni da 1.900 euro netti in su. E nessuno, tra i redditi bassi. Proprio quelli per cui la misura viene concepita, a partire dalle donne e dai giovani (o ex giovani) precari e mal retribuiti. Abbiamo chiesto a smileconomy ,società indipendente di consulenza previdenziale, di simulare il meccanismo lanciato dal sottosegretario al Lavoro leghista Claudio Durigon proprio all’evento diAffari&Finanzasulle pensioni dello scorso maggio. «I 64 anni possono diventare la nuova soglia della libertà pensionistica », insiste Durigon. Di qui l’idea di estendere questa soglia di uscita – ora riservata ai “contributivi puri” – anche ai “misti”, cioè a chi ha iniziato a lavorare prima del 1996. A due condizioni: con 25 anni anziché 20 di contributi e il ricalcolo dell’assegno secondo il metodo contributivo (prendi quanto versi). Il lavoratore può usare il Tfr confluito in Inps per raggiungere la soglia di pensione che serve per uscire prima, alzata dal governo Meloni da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale: 1.616 euro lordi.

Con l’ordinanza 4915 del 18 luglio 2025, il Tribunale di Milano ha rimesso alle Sezioni Unite la questione, cruciale per il contenzioso civile, sull’ambito di applicazione della Tabella Unica Nazionale (Tun) in tema di risarcimento del danno biologico e morale da sinistri stradali (e nautici) e responsabilità sanitaria. L’obiettivo è risolvere un già ampio contrasto giurisprudenziale e dottrinale e impedire il «prevedibile incipiente caos». Dopo quasi 19 anni di attesa, la Tun (articolo 138 del Codice delle assicurazioni private), è stata adottata con il Dpr 13 gennaio 2025, n. 12 ed è entrata in vigore lo scorso 5 marzo. Essa fissa valori uniformi sul territorio nazionale per il risarcimento dei danni non patrimoniali alla persona in caso di invalidità pari o superiore al 10%. Durante la vacatio normativa i tribunali hanno fatto riferimento alle tabelle elaborate dall’Osservatorio sulla Giustizia Civile di Milano (e in parte a quelle romane), divenute parametro prevalente.
Meccanismo del “bonus malus” più favorevole alle aziende virtuose sul versante della sicurezza nei luoghi di lavoro. Un sostegno finanziario all’introduzione di nuove tecnologie e di macchinari nelle imprese per ridurre gli infortuni. Sono alcune delle misure allo studio del governo, nell’ambito del Piano straordinario di interventi per la salute e la sicurezza sul lavoro, oggetto del tavolo tecnico di confronto con associazioni datoriali e sindacati, che si riunirà questa mattina al ministero del Lavoro, convocato dal ministro Marina Calderone per definire interventi da inserire in un decreto ad hoc o nella legge di Bilancio.
Il domani delle attività artigianali è messo a rischio dalla difficoltà di assumere il personale. Questo è l’handicap principale per poco più dei due terzi delle aziende artigiane, il 67% per la precisione. Tra le altre criticità ci sono le difficoltà nel reperire le materie prime, la mancanza o il deterioramento delle infrastrutture, entrambi al 42% oltre ai cambiamenti e l’emergenza climatica per finire con la concorrenza dei cosiddetti paesi in via di sviluppo a basso costo del lavoro, le crisi geopolitiche, le cyber minacce e l’indebitamento bancario. Questi i fattori di crisi evidenziati dal 5° Radar Artigi@no realizzato dal Censis per Confartigianato e presentato ieri nella due giorni «Match point – L’impresa nella normalità del disordine».
Il 13% delle Generali ora custodito da Mediobanca, quota chiave per gli equilibri del Leone di Trieste, resterà nell’orbita della galassia Mps-Mediobanca. L’offerta del Monte dei Paschi di Siena sull’istituto, che va a ridisegnare il sistema della finanza italiana puntando diritto al cuore dell’apparato, pur segnando un passaggio storico per la governance della compagnia non ne modificherà, almeno formalmente, l’assetto azionario. Secondo la ricostruzione di ambienti finanziari, infatti, le Generali vengono considerate a Siena come una sorta di “esternalità positiva” nell’ambito di un disegno industriale più ampio rispetto al solo riassetto della catena di controllo di Mediobanca.
La recente proposta paventata dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, rischia di portare benefici solo ai lavoratori con retribuzioni medie o contribuzioni all’Inps elevate. Seppure non sia stata articolata in dettaglio, è possibile evidenziare alcune considerazioni sulla base delle informazioni sino a ora condivise. La novità consisterebbe nell’estendere a tutti i lavoratori, inclusi quelli che hanno iniziato a versare i contributi prima del 1996 (quindi soggetti di regola al sistema di calcolo misto, retributivo-contributivo), la possibilità di pensionarsi a 64 anni con almeno 25 anni di contributi. Si tratta della pensione anticipata contributiva, attualmente concessa esclusivamente a chi ha contributi previdenziali a partire dal 1996 e ricade nel sistema contributivo puro. Pensionamento che, con una novità introdotta dall’ultima legge di Bilancio, può essere raggiunto anche utilizzando la prestazione maturata nell’ambito dei fondi pensione (opzione però non ancora operativa e che, nel caso, dovrà essere adeguatamente coordinata).
Senza ricorrere alla proposta avanzata dal sottosegretario Durigon, anche chi ha un reddito limitato può smettere di lavorare a 64 anni, a patto che si iscriva e versi contributi per tempo alla previdenza complementare, che offre anche maggiore sicurezza e flessibilità. Innanzi tutto, nella forma complementare confluisce non solo il Tfr, ma anche i contributi personali e quelli aziendali (infatti molti contratti prevedono una compartecipazione a carico del datore di lavoro). Ipotizziamo, ad esempio, un versamento complessivo annuo del 10% della retribuzione lorda percepita (circa 7% dal Tfr e 3% dagli altri contributi). Ebbene, in una situazione del genere, tutti e sei i lavoratori che abbiamo individuato nell’esempio (si veda la tabella), indipendentemente dai requisiti stabiliti dall’Inps, avrebbero in ogni caso la possibilità di pre-pensionarsi a 64 anni richiedendo al fondo pensione la Rita (rendita integrativa temporanea anticipata che può essere ottenuta, attualmente, dai 62 anni di età).
Nel 2023 una lavoratrice del comparto scuola ha raggiunto l’età pensionabile di 67 anni senza avere maturato i contributi minimi per la pensione e quindi ha presentato domanda di trattenimento in servizio fino a 70-71 anni, al fine di riscattare gli anni di studi universitari e l’anno di ruolo giuridico (arrivando così a 20 anni di contributi) o, in alternativa, di accedere al pensionamento di vecchiaia contributiva a 71 anni con soli 5 anni di contribuzione. Nell’agosto 2024 la sua richiesta è stata respinta ed è stata collocata a riposo senza pensione. Nel giustificare la decisione, il Ministero ha evidenziato che la dipendente non aveva presentato domanda di riscatto e non avrebbe raggiunto i 20 anni di contributi nemmeno se avesse continuato a lavorare.