Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Le nozze oggi sono la strada maestra per Banco Bpm che, respinto l’assalto di Unicredit, oggi è alla ricerca di un partner. Due sono le opzioni sul tavolo del ceo Giuseppe Castagna: il primo azionista Crédit Agricole e la partecipata Mps, che è anche il secondo distributore dei prodotti della controllata Anima. Questo è lo scenario che ieri Castagna ha descritto a Cnbc, in un’intervista rilasciata a margine della ceo conference di Bank of America.
Nell’auspicio di Alberto Nagel Mediobanca, con il suo «patrimonio di professionalità», dovrebbe infondere un nuovo dna alla futura Mps come la Grecia classica ha fatto con il suo selvaggio conquistatore, Roma. Il banchiere erede di Enrico Cuccia e Vincenzo Maranghi si è congedato dai dipendenti della merchant bank citando Orazio: Graecia capta ferum victorem cepit. La frase latina ha concluso la lunga lettera diffusa ieri mattina proprio mentre il cda di Piazzetta Cuccia stava formalizzando le proprie dimissioni in scia all’opas del Montepaschi. Il passo indietro (che solo il rappresentante di Delfin Sandro Panizza non ha deliberato) avrà efficacia dall’assemblea che il 28 ottobre eleggerà i nuovi vertici targati Siena. Fino a quel momento tutte le deleghe resteranno in capo al top management, a partire dallo stesso Nagel, che garantirà la continuità della gestione fino al voto dei nuovi azionisti. Oltre alle dimissioni, il cda di ieri ha approvato i risultati dell’esercizio 2024-25 e il saldo del dividendo (0,59 euro per azione), ma ha deciso di non dare corso all’ultima tranche del programma di buy back incluso nel piano strategico.
L’Italia è il Paese europeo dove i fondi comuni attivi costano di più, con una commissione media dell’1,42%. Si registra un calo rispetto al 2015 (1,48%) per l’effetto concorrenza dei prodotti passivi low cost come gli Etf, ma le spese dei comparti domiciliati in Italia sono scese meno rispetto alla media europea passata in questi dieci anni dall’1,4 all’1,17%. I numeri emergono dal primo rapporto European Fund Fee Study di Morningstar, analisi sull’evoluzione dal 2015 a giugno 2025 dei costi di 40 mila fondi attivi e dei passivi (Etf e fondi indicizzati) in Europa. Il Regno Unito vanta le commissioni più basse per gli attivi, grazie a un modello di distribuzione competitivo e alla pressione normativa: la media per i prodotti domiciliati nel Paese è dello 0,86%, in calo dall’1,17% di dieci anni fa.
Nel 2024 la fotografia della spesa sanitaria italiana restituisce un’immagine impietosa: il nostro Paese si colloca al 14° posto tra i 27 Stati europei dell’area Ocse (Organizzazione
per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) e all’ultimo posto tra quelli del G7. Con una
spesa pubblica pari al 6,3% del Pil, l’Italia resta sotto la media Ocse (7,1%) e sotto quella europea (6,9%). Tradotto in cifre pro capite, significa 3.835 dollari a persona, ben 854 in me
no rispetto alla media europea e 790 in meno rispetto a quellaOcse. Il divario complessivo è
stimato in 43 miliardi di euro. A pagare il prezzo più alto, però, sono i cittadini: liste d’attesa
interminabili, pronto soccorso al collasso, carenza di medici di famiglia, disuguaglianze terri
toriali sempre più marcate. Nel 2024, ben 5,8 milioni di persone – quasi una su dieci – hanno
rinunciato a visite o prestazioni sanitarie, spesso costrette a pagare di tasca propria.
Le organizzazioni sanitarie sono ad un punto di svolta. Modernizzando l’infrastruttura IT e sfruttando nuove tecnologie come l’IA, l’assistenza ai pazienti può migliorare radicalmente. Secondo l’ultimo rapporto di Soti sul settore sanitario, «Sanità digitale: rischi calcolati e
sfide nascoste», l’81% dei responsabili IT a livello globale – e il 74% in Italia – utilizza l’IA per la gestione dei pazienti. Tuttavia, l’IA sta diventando molto più di uno strumento di supporto amministrativo, in quanto svolge un ruolo sempre più ampio e d’impatto nell’assistenza sanitaria e nella fornitura di cure ai pazienti. A livello globale, l’utilizzo dell’IA nelle organizzazioni sanitarie è passato dal 61% nel 2024 all’81% nel 2025, evidenziando un notevole cambiamento nelle priorità di budget (si veda il report 2024 di SOTI). L’aspetto più
interessante è però il modo in cui l’IA viene applicata ai vari ambiti dell’assistenza sanitaria.

Il 1° gennaio 2026 scatterà un aumento di circa il 2% degli importi delle sanzioni pecuniarie previste dal codice della strada. È quanto si può ricavare dal dato tendenziale della variazione percentuale nell’ultimo biennio dell’indice FOI dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. L’aggiornamento delle sanzioni stradali tornerà ad essere applicato dopo un periodo di sospensione. L’art. 1, comma 497, della legge di bilancio n. 197 del 29 dicembre 2022 aveva sospeso l’adeguamento per il biennio 2023-2024 fino al 31 dicembre 2024. Successivamente l’art. 7 del decreto legge milleproroghe n. 202 del 27 dicembre 2024 ha esteso tale sospensione anche all’anno 2025, disponendo altresì che il decreto previsto dall’art. 195, comma 3, del codice della strada dovrà essere adottato entro il 1° dicembre 2025 per l’aggiornamento biennale delle sanzioni a decorrere dal 1° gennaio 2026.
Sale il costo assicurativo Inail. Da gennaio 2025, infatti, i limiti imponibili, minimo e massimo, su cui calcolare i premi dei lavoratori con retribuzione convenzionale nel settore industria (dirigenti, parasubordinati, sportivi) passano da 20.258,70 a 20.426,70 euro (minimale) e da 37.623,30 a 37.935,30 euro (massimale). Più caro, inoltre, anche il premio per alunni e studenti di scuole, la cui tutela assicurativa è strutturale dall’anno scolastico 2025/2026: il premio a persona sale a 10,49 euro dal prossimo anno scolastico 2025/2026 (novembre 2025/ottobre 2026). I nuovi valori sono indicati nella circolare n. 48/2025 dell’Inail, con il placet del ministero del lavoro, a seguito della rivalutazione extra operata dal dm n. 56/2025 (si veda ItaliaOggi del 16 maggio).
Posticipo del pensionamento, incentivo esente Irpef anche nel pubblico. La disciplina che esclude dall’imponibile Irpef l’incentivo per il posticipo del pensionamento trova applicazione anche nei confronti di lavoratori dipendenti iscritti a forme “esclusive” di assicurazione generale obbligatoria (AGO), inclusa la Gestione pubblica, che si avvalgono della facoltà di rinunciare all’accredito contributivo. In questi termini si è espressa l’Agenzia delle Entrate con la risposta n. 247 del 18 settembre 2025, condividendo la soluzione proposta in sede di interpello. La questione interpretativa riguarda la portata dell’art. 1, comma 286 della legge di bilancio 2023 come modificato dall’art. 1, comma 161 della legge di bilancio 2025 che ha esteso l’ambito soggettivo dell’incentivo, concedendo la predetta facoltà, oltre che ai soggetti in possesso delle condizioni prevista per la pensionata anticipata flessibile (art. 14.1 del dl n. 4/2019, convertito dalla l. n.26/2019 ), anche a coloro che maturano i requisiti per la pensione anticipata (art. 24 dl n. 201/2011, convertito dalla l. n. 122/2011). Sul piano fiscale le somme conseguite non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente in forza del rinvio alla previsione ex art. 51, comma 2, lett. i-bis del Tuir. Quest’ultima norma si riferisce ai lavoratori iscritti all’AGO ed alle sue forme sostitutive, non anche ai dipendenti facenti capo a quelle “esclusive”, quale la Gestione pubblica.

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Per il board del Monte dei Paschi adesso si aprono giorni di lavoro intenso. Il mercato guarda a Siena e si aspetta velocità e chiarezza nelle scelte strategiche, nell’individuazione della governance e nella definizione degli assetti futuri di Mediobanca. Dopo le dimissioni del cda di Piazzetta Cuccia, Mps avrà tempo fino al 3 ottobre per compilare la lista di candidati indicando il ceo e il presidente. Due potrebbero essere le strade al vaglio del consiglio del Monte, entrambe strettamente legate ai risultati finali dell’Opas che si concluderà lunedì. Se la percentuale di adesioni salirà in modo consistente, al di sopra della soglia attuale (ieri arrivata al 64,7%), è possibile che l’istituto toscano possa anche individuare al vertice una figura più “tecnica” che conosca bene la macchina operativa di Mediobanca e la traghetti verso il delisting e una successiva fusione con Mps in tempi più lunghi. Un profilo forse da individuare anche all’interno di Piazzetta Cuccia, anche se per un tempo limitato, in modo da dare la possibilità a un candidato esterno di insediarsi. L’operatività di Mediobanca è seguita dal direttore generale Francesco Saverio Vinci, e ci sono professionisti come Gian Luca Sichel, a capo dell’attività di Consumer finance e ceo di Mediobanca Premier che ha gestito il processo di integrazione post-fusione di Compass e Linea e quello delle filiali di Barclays.
Generali ha incaricato Bank of America di valutare le opzioni strategiche sulla società di assicurazione danni irlandese RedClick.

L’incidente dell’Air India ha un nuovo sviluppo con il deposito dell’azione legale intentata dai familiari di quattro passeggeri vittime dello schianto del Boeing 787 Dreamliner dello scorso 12 giugno, causato probabilmente dalla chiusura degli interruttori del carburante, in cui persero la vita 260 persone. L’aereo diretto a Londra si è schiantato all’aeroporto indiano di Ahmedabad. L’azione legale è stata depositata nei giorni scorsi presso il Tribunale del Delaware contro Boeing e la Honeywell, quest’ultima responsabile dei sensori per l’azionamento degli interruttori del carburante. La FAA, la Federal Aviation Administration nel 2018 raccomandava e non obbligava di aggiornare questi interruttori con versioni aggiornate dei sistemi di blocca per impedirne l’azionamento involontario, e riguardava più modelli di aereo, tra cui il Boeing 787-8 e -9 Dreamliner. Le famiglie delle vittime accusano le due società di essere a conoscenza dei rischi e di non avere fatto nulla per impedirlo, secondo quanto riportato dall’atto e visionato dalla BBC.
Un primo semestre di luci e ombre per i fondi chiusi in Italia. Se, infatti, sul fronte degli investimenti si registra un incremento sia in termini di numero sia di valore, sul fronte della raccolta il rallentamento è stato particolarmente accentuato. Il quadro è emerso dal report di Aifi, in collaborazione con Pwc Italia. L’analisi dell’industria non può che partire dal dato più critico: la prima parte dell’anno ha registrato una raccolta complessiva (sul mercato e captive) pari a 1.703 milioni di euro, in calo del 40% rispetto al primo semestre del 2024, quando erano stati realizzati alcuni closing di dimensioni significative. Gli operatori che hanno raccolto nel periodo sono stati 29 contro i 18 nello stesso periodo dell’anno precedente. «Serve un’azione forte e immediata per invertire la rotta perché senza raccolta non ci può essere supporto all’economia reale e senza crescita delle imprese non ci può essere un Paese forte» dichiara Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi. Le fonti principali della raccolta sono state: settore pubblico e fondi di fondi istituzionali, 26%, investitori individuali e family office, 20%, e fondi di fondi privati, 13%. A livello geografico, l’85% dei capitali proviene da investitori domestici.
L’industria automobilistica paga con una forte calo dei profitti e un’esplosione del debito la debolezza della domanda, la corsa all’auto elettrica voluta da Bruxelles – con le incertezze normative connesse – la veloce avanzata della concorrenza cinese e i dazi made in Usa. Mentre il quadro italiano non spinge di certo all’ottimismo. È la fotografia dell’ultimo Global Automotive Outlook di AlixPartners, società di consulenza globale, aggiornato alla luce delle novità del recente Salone di Monaco (IAA Mobility). Le vendite di auto in Europa nel 2025 sono attese in calo del 2% rispetto al 2024 a 18,3 milioni di unità (-3% per l’Italia), grazie a un leggero recupero atteso nel secondo semestre. Per il periodo 2026-2030, le stime sono di un andamento praticamente piatto, +1% l’anno, per arrivare a fine periodo a 19,2 milioni di veicoli. La quota dei costruttori del Dragone passerà, secondo le stime di AlixPartners, dal 9% di quest’anno al 13% nel 2030, pari a circa 800mila unità. L’avanzata cinese è evidente in Italia, in termini di crescita percentuale, già nei primi 8 mesi del 2025: a fronte di una perdita di volumi dei tre player principali (Stellantis -12%, Volkswagen e Renault -4%) sono cresciuti i brand cinesi Saic (+33% a 35mila unità) e Chery (7mila) e Byd (12mila), che hanno più che decuplicato le vendite.
Polizze sanitarie imponibili per i lavoratori all’estero. L’agenzia delle Entrate con la risposta 249 del 18 settembre 2025 analizza il regime tributario dei premi versati a un’assicurazione sanitaria per tutelare i propri dipendenti all’estero a fronte di eventi quali malattia, infortunio e maternità. Come si evince dall’istanza, il premio della polizza assicurativa è interamente versato dal datore di lavoro alla società assicurativa ed è quantificato per singolo dipendente: per i lavoratori all’estero la copertura è estesa anche ai familiari a carico. Il datore di lavoro è un ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e il proprio Statuto prevede come obbligatoria la polizza sanitaria a favore dei lavoratori e dei loro familiari a carico che svolgano attività all’estero. Proprio sulla base di tale “obbligatorietà” l’istante ritiene che i premi debbano essere considerati esenti fiscalmente e non debbano rientrare nel limite di esenzione dei fringe benefit. L’agenzia delle Entrate si dimostra di parere opposto.