Le famiglie dei sei lavoratori morti nel crollo del ponte Francis Scott Key a Baltimora avvenuto a marzo hanno intentato una causa contro il proprietario e l’operatore della nave cargo che colpì il ponte, scrive la Reuters.

Le cause legali intentate presso la corte federale del Maryland chiedono un risarcimento danni non specificato al proprietario registrato della nave, Grace Ocean Pte Ltd, e al suo gestore, Synergy Marine Group, sostenendo di aver negligentemente consentito alla nave di partire da Baltimora nonostante fossero a conoscenza dei suoi problemi meccanici.

Julio Cervantes Suarez, un lavoratore sopravvissuto al crollo del ponte, ha intentato una causa separata chiedendo un risarcimento danni non specificato per le ferite riportate. Cervantes era nel suo camion quando al momento del crollo precipitò nel fiume.

Darrell Wilson, portavoce delle due aziende chiamate in causa, ha rifiutato di commentarne il merito, limitandosi a dire: “Non vediamo l’ora di andare in tribunale per chiarire le cose”. Craig Sico, uno degli avvocati che rappresentano i familiari delle vittime, ritiene che l’equipaggio della Dali “potesse prevedere l’incidente.

A sua volta, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha intentato una causa contro le aziende coinvolte nel disastro, accusandole di aver ignorato o gestito male i problemi meccanici della nave. La causa del dipartimento chiede almeno 100 milioni di dollari che, a suo dire, rappresentano i costi di ripristino sostenuti dal governo, in modo che il canale potesse riaprire a giugno.

I fatti sono noti. Nelle prime ore del mattino del 26 marzo, la nave portacontainer Dali perse potenza e si schiantò contro un pilone di sostegno, facendo precipitare il ponte nel fiume Patapsco, causando la morte di sei persone che stavano lavorando sulla campata al momento dell’incidente.

Le due società, Grace Ocean e Synergy, hanno depositato una petizione il 1° aprile presso la corte federale del Maryland per circoscrivere la loro responsabilità per l’incidente al valore attuale della nave e del suo carico, che hanno stimato essere di poco superiore a 43 milioni di dollari. I ricorrenti hanno tempo fino al 24 settembre per farsi avanti. L’azienda presso cui lavoravano gli operai morti nel crollo, la Brawner Builders, ha citato in giudizio le due società, Grace Ocean e Synergy, chiedendo un risarcimento danni non specificato per la morte dei suoi operai e per la perdita di veicoli e attrezzature da costruzione sul ponte.

A sua volta, Ace American Insurance (oggi Chubb) ha intentato una causa contro Grace Ocean e Synergy, cercando di recuperare 350 milioni di dollari che ha pagato alla Maryland Transportation Authority dopo il crollo del ponte, come previsto dalla polizza property sottoscritta.