E’ successo in un’officina di Treviso. Approfittando del momento di apertura del turno pomeridiano l’uomo si è introdotto in ufficio ed è fuggito col bottino

 Dall’inviato Speciale Ugo Ottavian

IL FATTO

Quello che sconvolge è il livello di spudoratezza cui è arrivata questa parte di società. Rare volte infatti in passato si è vista tanta sicurezza di comportamento nel perpetrare un reato tanto odioso come il furto che è stato commesso a Treviso.

Nel riepilogare i fatti l’impiegata dell’officina pare sgomenta. Si sa, le persone che si presentano per chiedere una riparazione tante volte lo fanno solo per annusare l’aria, chiedono il preventivo per poi magari non presentarsi più. Ma nel riavvolgere il nastro dell’accaduto, in questo caso c’è proprio da restare allibiti.

“Questa persona – riporta l’impiegata facendo riferimento agli ultimi giorni – si è presentata più volte a chiedere agli addetti di poter usufruire di una riparazione. Pareva quasi precedere le risposte del meccanico tanto era a conoscenza delle operazioni da eseguire sulla sua macchina, ma poi con una scusa o con l’altra se n’era andato senza neanche prendere un appuntamento. Non ci fai caso, continua la signora, se non a posteriori. Il suo aspetto distinto, l’abbigliamento curato, tutto faceva pensare nel paio di vote in cui è venuto in officina, che fosse vero il problema che doveva risolvere. Solo ora ci rendiamo conto che quelle visite avevano più il sapore del sopralluogo informativo, che quello di chiedere una riparazione. Questo signore invece, prima si è presentato sotto mezzogiorno, sapendo che non lo potevamo seguire causa la pausa pranzo, poi al momento di riaprire per il pomeriggio. Infatti alla riapertura pomeridiana alle ore 14,00, quando noi rientriamo alla spicciolata in officina ancora non c’era nessuno oltre al primo meccanico appena arrivato. Ecco allora ripresentarsi il finto cliente e chiedere la riparazione di una gomma”.

L’ovvia risposta del meccanico è stata quella di chiedere un po’ di tempo per cambiarsi, mettersi la tuta. Sarebbe poi stato subito da lui per fare il lavoro. La risposta gentile del cliente non ha destato alcun sospetto nel meccanico che ha perciò raggiunto lo spogliatoio per cambiarsi. Il distinto signore anche lui pareva aver bisogno di prendere qualcosa dalla macchina. Lo stupore del meccanico al suo rientro in officina è stato però grande perché del cliente non v’era più traccia. Nel frattempo arrivavano gli altri e visti i precedenti con quella stessa persona è stato un tutt’uno guardarsi negli occhi, chiedersi se l’atteggiamento dell’illustre sconosciuto fosse stato genuino e controllare se non mancasse qualcosa. L’amara sorpresa un attimo dopo entrando in ufficio. La cassa non c’era più e nemmeno il suo contenuto in denaro.

Il danno non è ancora compiutamente stato quantificato, ma è ingente perché le somme che erano presenti in cassa erano state predisposte per il pagamento degli stipendi e di alcuni fornitori.

Scossi i titolari il cui pensiero ora è come recuperare. Non che manchi la clientela ma l’attività esercitata dall’officina che si trova in via Siora Adriana del Vescovo è quella portata da una totale dedizione al lavoro. Da più di cinquant’anni l’officina Fastba Renault Service, a due passi dallo stadio Tenni e dal Comando della Polizia locale è infatti costantemente sul pezzo.

ALCUNE CONSIDERAZIONI

Del senno del poi si possono scrivere libri, si sa. Ma dal prendere atto della brutta avventura vissuta dalle persone della Fastba – Renault Service, il vostro inviato speciale cerca di capire come un simile fatto possa essere accaduto, per trarne qualche indicazione. La prima considerazione che arriva spontanea è quella delle prevenzioni da adottare. Sull’accettazione della clientela in officina: sarebbe sempre opportuno farla passare ed intrattenere in  un ufficio “Filtro”, anziché possa essere diretto l’accesso dei clienti all’interno dell’officina, con libertà di movimento in tutti gli spazi di lavoro.

Non tralasciando la destrezza di simili personaggi poi, emerge chiara come minimo la necessità di cautelarsi installando un impianto di videosorveglianza sia interna che esterna, attivo h24.  Potrebbe essere il girato delle telecamere la chiave di volta per dare un volto al ladro o fornire indizi o prove in simili situazioni.  La nomina di un portavalori con compiti di conferimento degli incassi ad una cassa continua ogni mezza giornata, che si muova con direzione banca in orari differenti, con mezzi diversi e che faccia per arrivare in filiale percorsi ogni volta alternativi. Questi atteggiamenti per vedere considerevolmente ridursi la presenza di denaro contante nell’attività. Un simile atteggiamento fungerebbe quasi di sicuro da risposta alla riduzione del rischio. Considerare infine il trasferimento del rischio residuo ad una polizza di assicurazione Furto, Rapina, Portavalori, andrebbe a minimizzare le conseguenze negative.

L’imprevisto è sempre possibile, ma prevedere a monte le necessarie cautele riduce senz’altro l’incidenza dei fatti sinistrosi nella gestione della propria attività.

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