Dall’inviato speciale Ugo Ottavian

È ovvio che in una società in continuo mutamento come quella nella quale viviamo, proprio le trasformazioni ed i cambiamenti siano all’ordine del giorno. Fa raccapriccio però che, come è successo a Brandizzo, l’interruzione o l’incomprensione di una procedura nella catena di comando faccia saltare la sicurezza ed a causa di questo la vita umana venga messa a rischio.

È proprio per questo che il vostro inviato speciale è andato a vedere che cosa è successo, per cercare di capire la sequenza degli eventi e se possibile farsi un’idea, al fine di poter evitare per il futuro simili tragedie.

I FATTI

Ora la tratta ferroviaria vicino alla stazione di Brandizzo ove i treni continuano a passare con la loro regolarità di orario, è tornata alla perfetta normalità. Sembra proprio che nulla sia successo, ma la notte fra il 30 ed il 31 agosto 2023 peserà per sempre come un macigno sul posto e nessuno transitando in futuro per quel luogo, potrà fare a meno di pensare a quanto è successo su quei binari.

Sono le 23 e 40 di mercoledì, è la fine di agosto, fa molto caldo anche di notte, ma la squadra incaricata deve eseguire i lavori ed è già sul posto. Brandizzo, in provincia di Torino fa, si può dire, parte della città metropolitana e gravita tutta sul capoluogo piemontese. È un comune residenziale di quasi 9.000 abitanti, fatto di condomini, di botteghe artigianali e di locali commerciali. Un vialone alberato porta alla piazza dell’antica chiesa di San Giacomo del 1750. La storia del posto in qualche modo vede Brandiss, come si dice in piemontese, da sempre legata alla vita della grande città di Torino. La statale 11 Padana superiore che porta da Torino a Milano, passa di qua e l’autostrada ha un’uscita a Brandizzo. La stessa linea ferroviaria Torino/Milano, attraversa il territorio comunale. I treni che fermano qui, sono quelli del servizio metropolitano. Insomma è un luogo ove i trasporti e la loro organizzazione hanno una certa importanza. Ma torniamo a quanto è successo.

Il contratto di subappalto accettato dalla ditta Sigifer di Borgo Vercelli specifica chiaramente cosa c’è da fare. Il lavoro di sostituzione di sette metri di binario andrà, per procurare meno impedimento possibile al traffico ferroviario, svolto di notte e nel minor tempo possibile.

Quando un ente committente si avvale del lavoro in subappalto, si sa come sono impostate le procedure. L’esecutore materiale delle opere, ultimo anello della catena di un’aggiudicazione al ribasso, cercherà in ogni modo di stare nei prezzi e sarà motivato a fare il lavoro nel più breve tempo possibile.

Certo i regolamenti ci sono, le sicurezze sono previste, i capitolati parlano chiaro, i controlli sono affidati a chi deve verificare il tutto, ma l’azione sarà influenzata dallo stato delle cose. Se vuole portare a casa un po’ di guadagno, la ditta deve fare più in fretta che può.

Già alle 23, Kevin Laganà, Michaele Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Saverio Lombardo e Giuseppe Aversa, sono sul posto. Altre due persone compongono la squadra, loro che si trovavano a breve distanza dagli altri, si salveranno. Tutti si stanno preparando, indossano tute e casco, aspettano solo l’ordine per partire a fare il loro lavoro.

L’atmosfera è tranquilla. Ma il video fatto da Kevin Laganà nell’attesa sembra quasi presagire la tragedia. Con la telecamera del suo smartphone girata verso di sè, riprende se stesso e poi riprende il luogo. Ad alta voce condivide le sue preoccupazioni: “Se vi dico Treno, Voi via!”. L’attesa di mettersi a lavorare snerva, infatti deve essere autorizzata, è questione di sicurezza e la domanda di tutti allora si ripete, “Cominciamo?” Il “capo” allora chiama la sala di controllo di RFI. Dall’altro capo del telefono in quel momento in servizio c’è Vincenza Repaci la quale per ben tre volte nega l’autorizzazione a procedere. L’ultimo treno non è ancora passato, è questa la motivazione.

Cosa sia successo poi, possiamo solo immaginarlo. Il locomotore e gli 11 vagoni vuoti in trasferimento, che compongono l’ultimo treno sopraggiunge sul posto. La tragedia si consuma in un attimo. I cinque operai sulla linea non hanno scampo. Cinque vite perdute nell’impatto.

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