Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Al gran ballo del reddito fisso italiano di fine estate ci si muove a ritmo di rock ‘n roll. Intesa Sanpaolo, Mps, Bper, Generali, Banco Desio, Banca Ifis e poi Eni: tra fine agosto e la prima settimana di settembre banche, assicurazioni e non solo hanno fatto a gara a emettere bond, tutti riservati a investitori istituzionali, riscuotendo un notevole successo da parte della loro platea di riferimento, composta in buona parte da grandi gestori italiani e internazionali. Che sono stati ingolositi anche dalle cedole, le quali vanno dal 4% del covered bond da 400 milioni e durata 4,5 anni del banco Desio al 6,88% del quinquennale senior preferred da 300 milioni di Banca Ifis.
In Italia non nascono più persone. Nel 2022, ha rilevato l’Istat, per la prima volta dall’unità nazionale sono venuti al mondo meno di 400 mila bambini. Il Paese è tra i più anziani del mondo, e questo tema ha un corollario evidente anche nel mondo dell’imprenditoria: una generazione di impresari che invecchia potrebbe avere problemi a trovare una schiera di nuove leve che la rimpiazzino. Il tessuto imprenditoriale nazionale, non va dimenticato, vede un ruolo preponderante della piccola e media impresa familiare: metà delle 24 mila pmi italiane con un fatturato tra 10 e 50 milioni di euro sono controllate da una persona fisica e, di queste imprese familiari, oltre il 40% è guidato da un amministratore unico, che in un caso su tre ha più di 70 anni.
I numeri parlano chiaro: da una recente ricerca di Fidelity International è emerso che il 55% delle donne non ha alcun piano in atto per la propria eredità, 14 punti percentuali in più rispetto agli uomini. Il rischio è triplice: in primo luogo, la volontà delle donne investitrici potrebbe non essere rispettata. Secondo, le imposte di successione potrebbero essere troppo elevate. Terzo, considerato che le donne vivono tendenzialmente più degli uomini (e spesso ereditano a loro volta i lasciti dei propri partner) possono trovarsi con somme ingenti che, senza pianificazione, finiscono disperse in mille rivoli.
Nei primi otto mesi dell’anno le transazioni sul mercato del private debt italiano si sono attestate a 20 miliardi di euro, raggiungendo circa il 70% del valore di tutto il 2022, quando si erano conclusi deal per quasi 28 miliardi, non troppo al di sotto dei livelli del 2021, allora si era toccato il record di 29,6 miliardi. Quell’anno peraltro si era registrato un vero e proprio salto dai 13,1 miliardi di euro di operazioni di tutto il 2020. Insomma, il mercato del debito privato è in gran salute
  • B. Generali verso 4 mld
Banca Generali archivia il mese di agosto con una raccolta solida, trainata dall’amministrato ma con un contributo importante anche del risparmio gestito. Nel dettaglio, l’istituto guidato dall’amministratore delegato Gian Maria Mossa ha messo a segno nel mese afflussi pari a 247 milioni di euro, più dei 206 del 2022: di questi 201 vengono dall’amministrato (405 dai conti ma deflussi da 182 milioni dai conti correnti) e 46 dal gestito. In questo modo la raccolta da inizio anno della banca sfiora i 4 miliardi di euro. Nel corso del mese, in particolare, l’istituto ha riscontrato una forte domanda di contenitori finanziari (104 milioni nel mese, 464 da inizio anno) e di fondi della casa, che hanno portato 49 milioni nel mese e 433 da gennaio. Entrambe le categorie, comunica Banca Generali in una nota, hanno beneficiato «delle nuove linee lanciate negli ultimi mesi per sfruttare il rilancio dei mercati azionari e soprattutto obbligazionari».
Lo scenario economico si complica, l’incertezza politica si traduce in volatilità, l’agenda dell’Italia e dell’Europa si infittisce di appuntamenti cruciali. Dalla Legge di Bilancio al Pnrr passando per il Patto di Stabilità. E il countdown delle banche centrali è partito; prima la Bce il 14 settembre, poi il 20 la Fed. Per Andrea Ragaini, vicedirettore generale di Banca Generali, in questa intervista a Class Cnbc tutto ciò si traduce in un invito ai risparmiatori affinché siano prudenti.
In sede testamentaria non si può disporre liberamente del proprio patrimonio. Il codice civile prevede il diritto di una serie di soggetti, i cosiddetti legittimari, di ricevere una parte del patrimonio e dei diritti complessivi del de cuius. Tali soggetti sono il coniuge (cui è parificata la parte dell’unione civile), i discendenti e, in caso di loro mancanza, gli ascendenti. La quota spettante a ognuno di essi varia in funzione di chi e quanti sono: per esempio, in presenza del coniuge e di un figlio occorrerà prevedere una quota di un terzo in favore del coniuge e un altro terzo al figlio, mentre la quota cosiddetta disponibile sarà il terzo residuo. Quello dei legittimari è un diritto, quindi un testamento che non rispetti tali previsioni sarà valido fino a quando il legittimario che ha visto lesa la sua quota non provveda all’impugnazione innanzi all’autorità giudiziaria e veda accogliere la sua domanda.
  • Le clausole di Patrimonio Aziende Insurance
La polizza di Intesa Sanpaolo Vita è pensata per le aziende ed offre un sobrio mix tra gestione separata e fondi interni

Allianz ha lanciato il primo piano di transizione verso zero emissioni nette, con obiettivi intermedi al 2030 per i principali segmenti di business. L’iniziativa, ha spiegato la compagnia bavarese, conferma l’impegno strategico a lungo termine a favore del contrasto del cambiamento climatico finalizzato al raggiungimento di un livello di emissioni nette pari a zero nei portafogli di investimenti proprietari e nell’underwriting Danni entro il 2050 e già entro il 2030 nell’ambito delle proprie operations.
Banca Generali ha realizzato in agosto una raccolta netta di 247 milioni di euro, in crescita del 20% su base annua. Il totale da inizio anno ha sfiorato i 4 miliardi, in miglioramento del 5%. Positivo il risultato delle soluzioni gestite: 147 milioni nel mese e 882 mln da inizio anno. Il risparmio amministrato si è posizionato rispettivamente a 201 milioni e 4,3 miliardi. I flussi nelle soluzioni gestite e nella consulenza evoluta su risparmio amministrato si sono attestati a 213 milioni nel mese, per un totale di 2,08 miliardi di euro da inizio anno (+37%).
Spetta all’Inps e non alla Cassa previdenziale di appartenenza pagare al professionista la pensione di anzianità in regime di totalizzazione, vale a dire un unico assegno per i lavoratori che hanno versato contributi in diverse casse, gestioni o fondi. L’onere dei trattamenti è a carico delle singole gestioni pro quota, ma materialmente il versamento compete all’ente pubblico in base a convenzioni sottoscritte con gli istituti privatizzati. Attenzione, però: il lavoratore ha ottenuto la pensione dopo aver ripreso il versamento all’Inps dei contributi volontari per raggiungere il periodo minimo, ma per poterlo fare deve dimostrare di essere in possesso, nel quinquennio precedente, dei requisiti di effettiva contribuzione secondo le regole in vigore in quel momento. Così la sezione lavoro della Cassazione nell’ordinanza 25810/23 del 5 settembre.
Cessione crediti da bonus edilizi e responsabilità cessionario: non scatta la colpa grave anche se non si è in possesso dell’intera documentazione probatoria sull’effettuazione dei lavori ed elencata nel decreto cessioni a condizione però che siano stati almeno acquisiti il visto di conformità, le asseverazioni e le attestazioni di legge. Il cessionario quindi se in possesso del citato “set minimo probatorio”, per disinnescare il rischio della responsabilità solidale, dovrà comunque sopperire alla mancanza dell’acquisizione (totale o parziale) dell’altra parte del set documentale (elencato all’articolo 121 comma 6-bis del dl 34/2020) fornendo con ogni mezzo, prova della propria diligenza o della non gravità della negligenza.
Il signor Roberto Crescentini di Roma chiede, anche alla luce delle recenti tragedie, perché in Italia non esista un sistema efficiente di assicurazione contro i danni da catastrofi naturali. Di questo tema ci si è occupati più volte in questa rubrica. Abbiamo segnalato come da più parti si sia contrari alla scelta dell’assicurazione obbligatoria perché finirebbe per essere considerata una ulteriore e non opportuna tassa sulla casa. Abbiamo altresì analizzato le proposte (avanzate anche da Ania, l’associazione di categoria delle imprese assicuratrici) per adottare un sistema misto in cui lo Stato coprirebbe una parte del danno mentre la parte restante sarebbe sostenuta da polizze private obbligatorie e ciò sull’esempio di alcuni Paesi europei e non. In proposito gli schemi adottati sono i più vari, si va dal sistema obbligatorio applicato in Romania e in Turchia, a quello semi-obbligatorio usato in Francia, Spagna, Belgio, California e Nuova Zelanda, a quello volontario (con incentivi) scelto dal Giappone. Il
  • Generali
L’a.d. Philippe Donnet è stato riconosciuto per il secondo anno consecutivo Best ceo del comparto assicurativo nell’edizione 2023 della classifica di Institutional Investor. Cristiano Borean rimane al primo posto come Miglior cfo.

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Manca circa un settimana alla presentazione della lista del cda uscente di Mediobanca in vista dell’assemblea del 28 ottobre che rinnoverà gli organi sociali e le trattative entrano nel vivo. Dopo lo scambio epistolare tra avvocati del 10 e del 30 agosto, ieri sera è arrivata sul tavolo di Delfin (la finanziaria della famiglia Del Vecchio che detiene il 20% del capitale di Piazzetta Cuccia) una proposta formale dell’Accordo di Cooperazione rivolto ai soci principali. I 22 impegni che in prima battuta Mediobanca chiedeva all’azionista Delfin, e che questa aveva ridotto a 5, ora sono diventati 6, mentre 3 sono rimasti quelli che deve assumersi la stessa Mediobanca. Tra questi vi è la possibilità che Delfin e il gruppo Caltagirone (che ha in portafoglio un altro 10% del capitale) indichino 4 consiglieri su 15 del nuovo cda, che andrebbero ad aggiungersi a 8 conferme e ad altri 3 che spettano ai soci di minoranza. Nella proposta di Mediobanca alla presidenza verrebbe confermato Renato Pagliaro, mentre Delfin aveva chiesto di poterlo indicare direttamente.
Una possibilità tutt’altro che remota. L’Enac – sentinella della sicurezza dei voli – ha contato nel 2022 il maggior numero di impatti tra animali selvatici e aerei degli ultimi 20 anni sopra i nostri cieli. I dati sono nella Relazione “Wildlife strike” (curata da Claudio Eminente). Arginata la pandemia, d’altra parte, le persone sono tornate a volare. E così anche gli scontri si sono moltiplicati raggiungendo la cifra record di 2168 (l’anno scorso). Le collisioni si erano fermate a quota 2095 nell’ultimo anno prima del Covid (il 2019) e a 2034 (nel 2017).

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Prosegue il confronto tra Mediobanca e Delfin in vista del deposito delle liste per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia. Ieri la banca milanese ha inviato una nuova proposta alla cassaforte lussemburghese che fa capo agli eredi di Leonardo Del Vecchio, incardinandola su due punti. Primo, l’offerta di tutti e quattro i posti che si rendono liberi con l’uscita dei consiglieri che hanno raggiunto i limiti di età previsti dallo statuto (75 anni). Secondo, la garanzia di una rappresentanza all’interno dei comitati endoconsiliari. Un invito rivolto a Delfin, primo socio di Mediobanca con il 19,8%, e a Francesco Gaetano Caltagirone, azionista con il 9,9%. La proposta per arrivare a una lista unica ed inclusiva per il nuovo cda «non è in linea con le richieste, fatte ad agosto, della cassaforte degli eredi di Del Vecchio», secondo quanto riferiscono fonti vicine al dossier. Ma da quanto emerge l’accordo per Delfin resta la via privilegiata. Purché ci sia un presidente di garanzia, cioè un nome condiviso. Quindi ora le parti continueranno a trattare. In alternativa, la cassaforte cui fa capo Essilux preferirebbe non aderire tenendosi due rappresentanti nel cda di Mediobanca, «liberi di esprimere la propria opinione».
Il ceo di Generali, Philippe Donnet è stato riconosciuto per il secondo anno consecutivo «Best ceo» nel settore assicurativo nell’edizione 2023 dell’All-Europe Executive Team, la classifica annuale di «Institutional Investor», rivista specializzata e società di ricerca indipendente. La classifica riflette le valutazioni di oltre 1.600 professionisti, investitori e analisti finanziari.
Appena arrivata in Italia, Sosteneo prepara già la prima operazione nel Paese. Secondo più fonti, la nuova società di gestione del risparmio controllata dal gruppo Generali è la principale candidata a rilevare la maggioranza delle batterie di Enel. La divisione vale circa due miliardi di euro e coinvolge i sistemi di accumulo delle energie rinnovabili in Italia. Si tratta di infrastrutture cruciali per la transizione verde: benché pulite, sole e vento hanno il difetto di essere fonti intermittenti e quindi non in grado di garantire la continuità e la stabilità necessarie alla rete elettrica. In alcuni frangenti la produzione risulta eccessiva rispetto alla domanda, in altri è invece insufficiente a soddisfare il fabbisogno di famiglie e aziende. Le batterie aiutano a risolvere il problema, immagazzinando energia quando c’è luce o spira il vento e rilasciandola nei momenti di picco della domanda. Enel sta perciò costruendo impianti di accumulo in diverse Regioni italiane, con una capacità complessiva di 1,6 gigawatt.