Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Alcolock e divieto assoluto per almeno due anni di assumere bevande alcoliche prima di mettersi al volante per chi viene condannato per il reato di guida in stato di ebbrezza alcolica. Nuove e più immediate modalità di accertamento della guida dopo l’assunzione di droghe. Stop alle multe seriali nelle zone a traffico limitato e nelle aree pedonali urbane. Riduzione a un anno delle limitazioni alla guida per i neopatentati. Sospensione immediata e breve della patente di guida, da sette a quindici giorni, per chi, avendo meno di venti punti sulla patente di guida, commette alcune particolari violazioni stradali. Obbligatori per i monopattini il contrassegno identificativo e la copertura assicurativa. Sono queste alcune delle importanti modifiche del codice della strada previste dallo schema di disegno di legge recante interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice, licenziato dal consiglio dei ministri nella seduta del 18 settembre.
Con l’aumento dei tassi deciso dalla Bce le rate dei mutui con tutta probabilità cresceranno nei prossimi mesi, ma il mercato potrebbe aver parzialmente anticipato l’aumento, attenuando quindi l’effetto dei rincari. C’è da notare, inoltre, che il mercato dei mutui nel 2023 è in contrazione, sia in termini di erogazioni che di domanda. In ogni caso la tendenza, secondo le previsioni, dovrebbe invertirsi all’inizio del prossimo anno, anche se molto dipenderà dall’andamento dell’inflazione e dell’economia.
Una società con più filiali in diversi stati membri potrà relazionarsi con una sola amministrazione fiscale e versare le imposte solo nello stato membro in cui ha la propria sede principale. È il contenuto della proposta di direttiva “Head office tax system for Smes” (Hot), presentata dalla Commissione europea lo scorso 12 settembre. Una mossa che ha l’obiettivo di diminuire i costi di adempimento fiscale delle pmi; secondo la Commissione europea, infatti, i costi per gli adempimenti burocratici legati all’imposta sul reddito delle società nell’Ue ammontano a 54 miliardi di euro all’anno, il 90% di tale importo è sostenuto da imprese molto piccole, con meno di 10 dipendenti.
A giustificare questa emorragia non è il fenomeno della digitalizzazione, che, di fatto, non decolla quanto in altri paesi europei: scontiamo gravi ritardi nella diffusione dell’internet banking, soprattutto nella popolazione più matura. Rispetto agli oltre mille (1.037) istituti di credito presenti in Italia, nel 1993, infatti, a oggi se ne contano 434. Non solo: il numero di sportelli ha raggiunto il picco nel 2008 (34.139) per poi iniziare una rapida discesa che non si è ancora arrestata (20.909 a fine 2022 e nella prima parte del 2023 ne sono stati chiusi altri 593).

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L’inflazione elevata, la congiuntura in deterioramento e la concorrenza agguerrita dei titoli di Stato riportano in auge gli strumenti di risparmio gestito, in primis i fondi ma anche alcuni Etf, che prevedono la distribuzione di cedole. Soluzioni che fanno gola soprattutto ai cassettisti, in quanto garantiscono un flusso di entrate periodiche, ma che non necessariamente sono le più adeguate in termini di rendimenti ed efficienza fiscale. Sul primo fronte perché la somma distribuita periodicamente, in caso di mancato rendimento del fondo, va a erodere il capitale senza che il sottoscrittore ne abbia piena consapevolezza; sul secondo perché la tassazione considera le cedole al pari dei guadagni di valore del prodotto (anche nello sfortunato caso in cui questi non ci sono).
Nei primi sette mesi dell’anno la raccolta netta delle gestioni collettive è stata negativa per 8,1 miliardi di euro e quella dei grandi mandati istituzionali (gestioni di portafoglio) si è attestata a meno 14,8 miliardi, con un totale di deflussi netti tra gennaio e luglio 2023 pari a 23 miliardi. I numeri diffusi da Assogestioni delineano il perimetro di un settore che si trova a dover giocare le sue partite in un quadro profondamente mutato rispetto a un anno e mezzo fa. A scardinare gli equilibri ci hanno pensato una fitta cronologia di eventi: in primis l’inflazione; poi le conseguenze economiche della guerra; le politiche monetare restrittive; l’incessante perdita di potere d’acquisto delle famiglie e, non da ultimo, l’andamento negativo dei mercati finanziari nel 2022. Tutti aspetti che hanno condotto verso ciò che la finanza comportamentale chiama “snake bite effect”, che innesca nei risparmiatori un’avversione al rischio determinata più dall’emotività che dalla razionalità.
La società di consulenza Deloitte stima che i clienti digitali contribuiscano oramai alla metà dei ricavi delle banche italiane e dovrebbero raggiungere il 70% nel 2027, c’è però un problema di dimensioni, la sfida per tutte le banche digitali è raggiungere la massa critica di clienti per poter scalare il costo per cliente e diventare redditizie. Ancora, i clienti abilitati a operare online rappresentano il 75% dei correntisti, ma per ora a utilizzare effettivamente i canali digitali sono solo tre correntisti su cinque: è quanto emergedall’ultimo Osservatorio Digital Banking di Abi Lab, un’indagine condotta su 21 tra banche e gruppi bancari, rappresentativi del 69% circa del settore in termini di totale attivo, più Poste Italiane.
“Non crediamo in un modello di banca solo on line o solo off line, perché la vita delle persone si muove e si muoverà nella ricerca di un equilibrio costante fra queste due dimensioni. Vogliamo continuare a offrire da un lato tecnologia digitale e servizi self per la vita di ogni giorno e dall’altro relazioni umane, profonde e professionali sempre disponibili per le scelte importanti della vita sia in presenza sia a distanza». È questa la premessa che Maurizio Giglioli, direttore marketing Credem Banca, fa prima di illustrare la strada scelta da Credem per accelerare la crescita nel mercato digitale, un nuovo modello di servizio omnicanale con una sempre più forte interazione tra la componente fisica e quella digitale che vuole avvicinare la banca ai nuovi stili di vita della popolazione italiana, rendendola ancora più attrattiva per famiglie, giovani ed imprese.
Tra alti e bassi, il settore delle auto green non è ancora riuscito a decollare definitivamente nel nostro Paese. Pesano, infatti, gli elevati costi di queste vetture, specie in un periodo di corsa del carovita come quello attuale che limita il potere d’acquisto degli italiani. In questo scenario, una spinta alla maggiore diffusione dei veicoli a zero o basse emissioni sta arrivando dalla mobilità a noleggio, che già da diversi anni ha scelto di innovare la propria flotta guardando alle alimentazioni alternative. Secondo gli ultimi dati Aniasa (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio, della Sharing mobility e dell’Automotive digital), il settore sta continuando a crescere: nei primi sei mesi dell’anno sono stati immatricolati 308.950 veicoli, in aumento del 47% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un quadro nel quale spicca l’avanzata delle alimentazioni green. Su 100 vetture ibride plug-in immatricolate in Italia 63 sono a noleggio e su 100 elettriche 34 sono in locazione.

Procede a rilento la legge sull’equo compenso per i professionisti. Dopo quattro mesi dal 20 maggio 2023, data di entrata in vigore delle norme per garantire ai professionisti un’adeguata remunerazione nei rapporti con i committenti — come la pubblica amministrazione, le assicurazioni, le banche e le grandi imprese —, si è ancora in alto mare, specialmente su alcuni aspetti, come ad esempio i parametri che devono definire i tetti dei compensi.
Nel 2022 sono state oggetto di furto in Italia, secondo i dati non consolidati forniti dalla Polizia di Stato, circa 90mila tra auto, fuoristrada e furgoni, un numero in aumento del 19% rispetto all’anno precedente. In questo scenario non stupisce che Targa Telematics, la società italiana specializzata nello sviluppo di soluzioni dell’Internet delle cose e di piattaforme digitali per la mobilità connessa guidata da Nicola De Mattia, abbia registrato negli ultimi 6 mesi una crescita a due cifre della domanda per i suoi servizi di sicurezza dei veicoli. Il gruppo, partecipato dal 2021 dal fondo Investindustrial, sta registrando una crescita costante del numero di veicoli monitorati (ha superato il traguardo di 2 milioni di mezzi dotati in Europa della sua soluzione «Stolen Vehicle Recovery») e il massimo livello di veicoli recuperati con un tasso medio dell’85 per cento.
Immatricolazioni in costante crescita e un ruolo sempre più centrale nella diffusione in Italia dei veicoli a basse o zero emissioni. Anche nel primo semestre del 2023, dopo i numeri positivi dello scorso anno (archiviato con un giro d’affari record di 13 miliardi di euro e una flotta di 1,2 milioni di mezzi in circolazione), il settore del noleggio veicoli ha visto aumentare significativamente il numero delle nuove immatricolazioni, 308.950 veicoli, il 33% del totale, per una crescita del 47% rispetto ai numeri dello stesso periodo del 2022, con una flotta circolante che ha così superato quota 1,3 milioni di unità.