Tra gennaio e giugno 2023 sono state presentate all’INAIL complessivamente 296.665 denunce di infortunio, il 22,40% in meno rispetto al periodo gennaio-giugno 2022.

Con riferimento al genere, la diminuzione riguarda sia la componente femminile, le cui denunce sono passate da 165.055 a 106.305 (-35,59%), sia la componente maschile, con 190.360 denunce, 26.873 in meno rispetto al 2022 (-12,37%).

Le denunce di infortunio con esito mortale sono state 450, a fronte delle 463 denunce rilevate nell’analogo periodo del 2022 (-2,81%).

Con riferimento al genere, la diminuzione riguarda la sola componente femminile, con 34 denunce, 21 in meno rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente (-38,18%). In aumento, invece, le denunce per la componente maschile, con 416 casi a fronte dei 408 rilevati nel 2022 (+1,96%).

Denunce di infortunio per regione

L’analisi territoriale delle denunce rilevate nei primi sei mesi dell’anno evidenzia, rispetto al 2022, diminuzioni del 29,17% per le isole, del 28,71% per il sud, del 25,63% per il nord ovest, del 22,13% per il centro e del 14,34% per il nord est.

Il numero delle denunce è in calo in tutte le regioni rispetto al 2022. Maggiori diminuzioni si sono rilevate in Lombardia, con 17.045 denunce in meno, in Veneto (-9.902), nel Lazio (-9.300), in Campania (-8.422), in Piemonte (-7.936), in Liguria (-5.649), in Sicilia (-5.603), in Toscana (-4.854), in Emilia Romagna (-3.982), in Abruzzo (-2.809), in  Sardegna (-2.065), in Puglia (-1.973), nelle Marche (-1.840), in Calabria (-1.160) e in Friuli Venezia Giulia (-1.013).
Seguono, in ordine decrescente, il Molise (-495), la provincia autonoma di Bolzano (-482), l’Umbria (-368), la Basilicata (-294), la Provincia autonoma di Trento (-268) e la Valle d’Aosta (-163).

Denunce di infortunio per modalità di accadimento e per genere

Nel periodo gennaio-giugno 2023 le denunce di infortunio sono diminuite del 22,40%. Dei 296.665 casi rilevati, 252.675 riguardano infortuni avvenuti in occasione di lavoro, 43.990 infortuni in itinere.

L’incidenza dei casi per i quali si è rilevato il coinvolgimento del mezzo di trasporto è del
2,33% per gli infortuni in occasione di lavoro e del 51,83% per gli infortuni in itinere.
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro, in calo del 25,85% rispetto al 2022, rappresentano l’85,17% del totale.

La diminuzione (-88.109 casi) è da imputare sia alla componente femminile, con 60.248 casi in meno (di cui: 60.230 senza il coinvolgimento del mezzo di trasporto e 18 con il coinvolgimento del mezzo di trasporto), sia alla componente maschile, con 27.861 casi in meno (di cui: 27.754 senza il coinvolgimento del mezzo di trasporto e 107 con il coinvolgimento del mezzo).

Le denunce di infortunio in itinere, in aumento del 5,99%, rappresentano il 14,83% del totale. L’aumento rilevato (+2.486 casi) riguarda sia la componente femminile, con 1.498 casi in più (di cui 824 senza il coinvolgimento del mezzo di trasporto e 674 con il coinvolgimento del mezzo di trasporto), sia la componente maschile, con 988 casi in più (di cui 419 senza il coinvolgimento del mezzo e 569 con il coinvolgimento del mezzo di
trasporto).

Denunce di malattie professionali

Nel I semestre 2023 le denunce di malattie professionali protocollate sono state 38.042, il 22,38% in più rispetto all’analogo periodo del 2022 (31.085). Nel dettaglio per genere, si sono rilevate 2.178 denunce in più per le femmine (da 8.031 a 10.209, in aumento del 27,12%) e 4.779 in più per i maschi (da 23.054 a 27.833, in aumento del 20,73%).

Denunce di malattie professionali per regione

L’analisi territoriale mostra, per il periodo gennaio-giugno 2023, aumenti per il sud
(+29,62%), per il centro (+22,78%), per il nord ovest (+21,88%), per il nord est (+19,47%) e per le isole (+9,20%).
Mostrano incrementi: la Toscana, con 1.059 denunce in più, la Puglia (+1.005), l’Abruzzo
(+830), le Marche (+576), l’Emilia Romagna (+556), l’Umbria (+531), il Lazio (+478), il Veneto (+452), la Lombardia (+356), la Campania (+249), la Liguria (+176), il Molise (+151), la Sardegna (+142), la Sicilia (+137), il Friuli Venezia Giulia (+133), il Piemonte (+121), la provincia autonoma di Trento (+47).
Diminuzioni si sono rilevate nella provincia autonoma di Bolzano (-21), in Basilicata e in
Calabria (-8) e in Valle d’Aosta (-5).