di Francesco Sottile

Salvataggio Eurovita. In attesa dell’incontro del 26 settembre fra Ivass e le associazioni dei consumatori e di definire concretamente le modalità progettuali e operative di salvataggio, emergono sempre più dettagli in merito alla Compagnia ora in amministrazione straordinaria.

L’ormai ex compagnia assicurativa ha chiuso il 2022 con una perdita di circa 1,5 miliardi di euro. Negativo anche il patrimonio netto – in rosso di circa 1 miliardo di euro -, mentre la controllante Eurovita Holding ha registrato una perdita attorno ai 500 milioni.

Ad onor di cronaca occorre precisare che, stante le condizioni della Compagnia, il bilancio 2022 è stato redatto senza considerare il principio della continuità aziendale – presupposto fondamentale nella redazione del bilancio d’esercizio in base al quale l’impresa viene considerata in grado di svolgere la propria attività –; di conseguenza tutte le minusvalenze accumulate sul comparto obbligazionario (principalmente su titoli di Stato italiani ed europei) sono state portate a conto economico. I titoli sono quindi stati considerati come se dovessero essere venduti tutti oggi, e non in un successivo momento economico più favorevole.

Ciò comunque non deve destare preoccupazione fra i circa 400.000 risparmiatori che hanno sottoscritto polizze Eurovita, i cui riscatti sono comunque sospesi fino a fine ottobre (sul punto, come abbiamo anticipato, è confermato l’impegno da parte delle banche a farsi carico del 70% degli importi, con il restante 30% a carico delle Compagnie).

Solo qualche altro giorno e sapremo certamente di più di questa intrigata situazione: quello che è certo è che gran parte della stabilità e credibilità dell’intero comparto dipenderanno dal buon esito della vicenda.