Il bilancio provvisorio dell’estate spagnola si è chiuso con 225 morti in incidenti stradali, il 4,65% in più rispetto al 2019, anche se bisogna considerare che il numero di viaggi è aumentato di oltre due milioni rispetto all’estate precedente la pandemia.

Il dato più allarmante – secondo quanto riporta Aseguranza – è l’altissimo numero di morti senza cintura di sicurezza, che rappresenta il 22% del totale.

Il numero di persone ricoverate in ospedale a causa di incidenti stradali è diminuito dell’11% (101 persone in meno).

Il 13 luglio è stato un giorno particolarmente tragico, con 11 morti su 128 in tutto il mese. Nel mese di agosto si sono verificati 92 incidenti mortali in cui sono morte 97 persone, 1 in meno rispetto allo stesso mese del 2019 e facendo registrare il quarto anno consecutivo con meno di 100 morti in quel mese.

Ancora una volta, sono morte più persone sulle strade convenzionali senza separazione delle corsie (173) che sulle autostrade (52), e l’uscita di strada è stato l’incidente con il maggior numero di vittime (40% con 91 morti), seguito dagli scontri frontali (23%) con 52 morti.

Gli utenti vulnerabili della strada hanno rappresentato il 41% del numero totale di vittime, con 19 pedoni uccisi, 15 dei quali sono stati investiti di notte o al crepuscolo e 11 non indossavano abiti riflettenti.

Sono stati uccisi 10 ciclisti e 58 motociclisti, il 6% in meno rispetto al 2019. Il calo degli incidenti che coinvolgono i motociclisti ha fatto sì che il numero di utenti vulnerabili della strada uccisi sia al livello più basso degli ultimi quattro anni.