NEL SEMESTRE SONO CRESCIUTI GLI INVESTIMENTI DELLE ASSICURAZIONI IN TECNOLOGIA
di Anna Messia
Tra i grandi gruppi esteri già sbarcati in Italia spunta l’unicorno tedesco Wefox. E complessivamente nel primo semestre dell’anno sono stati 200 milioni di euro gli investimenti in insurtech registrati in Italia. Un’accelerazione netta rispetto ai 60 milioni che erano stati investiti nello stesso periodo dello scorso anno, ma meno marcata se il confronto viene fatto con i 180 milioni registrati nel secondo semestre 2021. Numeri che saranno resi noti questa mattina nel corso della presentazione della terza edizione dell’Italian Insurtech Summit, evento organizzato da IIA-Italian Insurtech Association che si terrà da domani al 23 settembre con la partecipazione di 200 speaker provenienti da oltre 26 Paesi e che è dedicato all’innovazione digitale del settore assicurativo.

Dalla fotografia scattata dall’Insurtech Investment Index (l’indice ideato da IIA ed elaborato dall’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano) emerge che l’Italia sta continuando a investire in innovazione, accelerando rispetto ad altri mercati, ma la differenza con i principali Paesi europei resta ampia. «Nonostante il periodo di incertezza macroeconomica che stiamo vivendo, l’incremento del mercato insurtech italiano non si arresta: negli ultimi 30 mesi sono stati investiti complessivamente 510 i milioni di euro; sebbene in forte crescita, l’Italia resta il fanalino di coda rispetto agli altri Paesi europei, con Gran Bretagna, Germania e Francia che da inizio 2020 a giugno 2022 hanno rispettivamente investito 3,7, 3,3 e 2,9 miliardi», commenta Simone Ranucci Brandimarte, presidente di IIA. Il quale ammette che si aspettava di più dai numeri del primo semestre, ma si dice comunque «pronto a confermare la previsione di arrivare a 500 milioni per l’intero 2022».

Le rilevazioni dell’indagine IIA riguardano in particolare tre voci distinte: gli investimenti realizzati dalle compagnie assicurative tradizionali in tecnologia, che rappresentano circa il 70% dei 200 milioni complessivi; quelli fatti con operatori tecnologici e insurtech, che pesano per circa il 20%; le nuove società startup insurtech, che in Italia rappresentano la fetta più esigua, a differenza di altri mercati europei e mondiali decisamente più dinamici. In Italia a investire in tecnologia sono prevalentemente le grandi compagnie e questo fenomeno rischia di polarizzare ulteriormente il mercato assicurativo accelerando il processo di consolidamento.

In ogni caso l’interesse crescente del settore assicurativo verso la tecnologia è evidente, come dimostra l’espansione della stessa associazione IIA che di recente ha ampliato il suo consiglio direttivo da 5 a 13 membri, facendo spazio tra big come Unipol e Generali. «L’Insurtech Investment Index Report ha evidenziato come il rapporto tra compagnie assicurative e start up o pmi innovative in Italia sia ancora in una fase preliminare rispetto a quanto accade in altri Paesi europei. Se infatti nel nostro Paese abbiamo avuto negli ultimi 30 mesi circa 120 milioni di euro di investimenti in startup, i nostri vicini europei hanno finalizzato investimenti per cifre circa dieci volte superiori», aggiunge Ranucci Brandimarte. Ma è anche vero che a livello internazionale sembra esserci una frenata degli investimenti insurtech, con colossi come Lemonade o Zego che negli ultimi mesi hanno visto le loro valutazioni ridursi fortemente e che sono quindi stati costretti ad avviare piani di riduzione del personale. «La sensazione è che si tratti di un contraccolpo dopo gli ingenti investimenti degli anni passati e non di un passo indietro dell’insurtech, che continuerà a essere il futuro dell’industria», conclude il presidente di IIA, aggiungendo che «in Italia, la quale è in una situazione di arretratezza rispetto ad altri Paesi, lo sviluppo nel primo semestre è stato più rilevante della media ed è per questo che l’associazione mantiene l’obiettivo di un miliardo di euro investiti entro il 2023». (riproduzione riservata)
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