L’AZIONISTA CINVEN SPINGE PER LA CESSIONE DELLA COMPAGNIA ENTRO SETTEMBRE

di Anna Messia
La partita non è facile, specie se si considera il poco tempo a disposizione. Ma il mandato dato ai due advisor, Citi e Deustche Bank, chiamati in campo dall’azionista Cinven è piuttosto chiaro: si cerca un acquirente per l’assicurazione Eurovita, entro il mese di settembre. Ad incombere, come noto, è la richiesta dell’Ivass di rafforzare il capitale della compagnia guidata da Erik Stattin per un importo superiore a 150 milioni di euro. Una richiesta che è arrivata dopo che l’autorità di controllo guidata dal direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, prima dell’estate, ha chiuso l’ispezione che aveva riguardato tra l’altro la determinazione delle riserve tecniche e nel calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità di Eurovita. Controlli che avevano coinvolto anche il governo societario, la gestione e del controllo dei rischi connessi alla tecnologia della informazione e comunicazione (rischi Ict) e la cyber security. Il conto finale è stato appunto la richiesta di nuovo capitale di oltre 150 milioni di euro per aumentare il livello di Solvency II. Una richiesta, non è un mistero, che non è stata affatto gradita dall’azionista Cinven che già in passato aveva già sondato il mercato per tentare di dismettere il gruppo assicurativo che è stato creato dal fondo di private equity a partire dal 2016, prima con l’acquisizione e l’integrazione di Ergo Previdenza, poi di Old mutual wealth Italy (ex Skandia) ed Eurovita Assicurazioni, cui a fine 2019 si è aggiunta anche Pramerica Life spa. L’ultima trattativa avviata da Cinven per trovare pretendenti per Eurovita era stata con Bff Bank, la banca nata nel 1985 su iniziativa delle case farmaceutiche (ex Farmafactoring). Un’operazione che è però sfumata, mentre nel frattempo si è fatta urgente la questione ricapitalizzazione della compagnia. Come contromisura Cinven, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, avrebbe deciso di tentare riaprire il dossier cessione e proprio in questi giorni starebbero per arrivare le offerte di possibili pretendenti. Tra queste spunta il fondo di private equity Athora che in Italia, tra l’altro, controlla già Amissima Vita e che avrebbe però chiesto alla compagnia anche un incisivo taglio dei costi e del personale. In ogni caso si tratta ancora di offerte non vincolati mentre il tempo stringe considerando che Ivass ha fissato come dato ultima per la ricapitalizzazione la data di fine settembre e sarebbe disposta a posticipare la richiesta solo nel caso in cui ci fosse certezza sul nuovo acquirente. Il dossier è quindi decisamente complicato e coinvolge, a monte, anche la holding e le banche che hanno concesso crediti alle società che, a questo punto si vedrebbero costrette a probabili svalutazioni. Eurovita, in particolare, è controllata al 100% da Eurovita Holding che a sua volta fa capo a Flavia HoldCo Limited, società con sede a Cannon Street 60 a Londra. (riproduzione riservata)
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