LE PAROLE DEL CONSIGLIERE ECONOMICO LEO RISOLLEVANO IL TITOLO DELL’ISTITUTO DOPO IL RAGGRUPPAMENTO AZIONARIO
di Luca Gualtieri
A poco di più di un giorno dalla chiusura delle urne, ieri Fratelli d’Italia è intervenuta su uno dei dossier finanziari più caldi del momento, quello dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di Mps. «Confidiamo che l’amministratore delegato Luigi Lovaglio sia in grado di portare a termine l’operazione», ha dichiarato a Reuters Maurizio Leo, consigliere economico del partito di Giorgia Meloni, aggiungendo: «Ha l’esperienza necessaria e può fare bene». Le parole sono state subito lette come un segnale positivo dal mercato che, nelle scorse settimane, aveva temuto contraccolpi dall’appuntamento elettorale e dal cambio di maggioranza. Al punto che in borsa il titolo Mps, dopo un calo teorico del 23% in apertura dovuto al raggruppamento delle azioni, ha chiuso le negoziazioni di poco sotto la parità a oltre 30 euro.

La posizione di Fratelli d’Italia è del resto diversa da quella espressa in campagna elettorale. Poche settimane fa lo stesso Leo aveva infatti suggerito di rivedere la tempistica dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi che la banca senese intende lanciare a ottobre: «Dobbiamo rimandare la decisione sull’aumento di capitale», aveva dichiarato Leo a Bloomberg. «È un momento difficile ed è meglio aspettare il nuovo governo. Quella del Monte dei Paschi è un’operazione importante, che deve tutelare sia i posti di lavoro sia un asset strategico per l’economia italiana», aveva concluso. Intanto il cantiere dell’aumento procede a tappe forzate. Secondo quanto risulta, l’obiettivo sarebbe avviare l’aumento lunedì 10 ottobre, dopo aver incassato l’ok di Consob al prospetto al termine di un’istruttoria lampo. In queste settimane il ceo sta incontrando molti investitori per provare a blindare una quota consistente dell’offerta a mercato, di quella cioé che non potrà essere sottoscritta dal Tesoro (primo socio di Mps al 64%). La scorsa settimana ci sarebbero stati incontri avvenuti a Londra con i vertici dei partner commerciali Anima e Axa, oltre che con rappresentanti di diversi fondi di investimento anche se per il momento la banca non ha ricevuto impegni formali di sottoscrizione (riproduzione riservata).
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