IL GRUPPO INGLESE CHE HA EFFETTUATO L’ACQUISIZIONE MIRA A DUPLICARE IL GIRO D’AFFARI
di Anna Messia
Con l’acquisizione da parte di Howden, chiusa con il delisting di Assiteca dello scorso luglio e una valutazione pari a circa 240 milioni, la società di brokeraggio fondata da Luciano Lucca ha realizzato, in un colpo solo, il piano di crescita internazionale che aveva messo tra le sue priorità iniziando ad aprire uffici in Spagna e Svizzera. Risorse che, a questo punto, potranno essere dirottate verso un’accelerazione della crescita in Italia, come raccolta a MF-Milano Finanza, l’amministratore delegato di Assiteca, Gabriele Giacoma, confermato al timone della società, con Lucca presidente. «Molte delle nostre 5.200 aziende clienti hanno esigenze di internazionalizzazione e per soddisfare i loro bisogni Assiteca aveva avviato un piano di espansione all’estero. Con l’ingresso in Howden potremo fare affidamento sulla loro presenza internazionale, con 300 uffici all’estero e un network in oltre 95 Paesi», spiega Giacoma. Non ci sarà quindi più bisogno di crescere fuori dai confini nazionali e Assiteca potrà accelerare il piano di sviluppo sull’Italia, aggregando broker nazionali, come già fatto in passato. «Assiteca ha già realizzato 14 acquisizioni dal 2015 a oggi. Una media di due operazioni l’anno e l’intenzione è di proseguire questo processo, arrivando a raddoppiare il fatturato nel giro di 5 anni dai 100 milioni attuali sommando crescita interna e operazioni straordinarie», aggiunge Giacoma. Howden, gruppo inglese fondato da David Howden che ha raggiunto un fatturato di 1,3 miliardi di dollari è molto simile culturalmente ad Assiteca, fondata in Italia da Lucca nel 1982 che pure aveva avuto diversi altri pretendenti. «Howden non era di fatto presente in Italia. Non ci sono quindi sovrapposizioni ma esclusivamente sinergie e obiettivi di crescita condivisi», aggiunge Giacoma ricordando per esempio «le competenze di Howden in tema cyber risk, con un team presente in Israele». Tra le strategie di sviluppo anche l’attrazione di talenti e nuove professionalità, come è stato per esempio con il recente arrivo di Cesare Lai, ex amministratore delegato di Welion (gruppo Generali) nel comparto degli employee benefits e in ballo ci sono già le acquisizioni di altre 2-3 broker che potrebbero essere chiuse entro l’anno. «L’intenzione non è acquisire fatturato ma professionalità in un settore del brokeraggio che appare ancora molto frammentato», conclude. (riproduzione riservata)
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