L’attività di M&A raggiunge nuovi record nel Nord America e in Europa, mentre il crollo del mercato in Cina ostacola la ripresa 

Il mercato globale dell’attività di M&A mette a segno nuovi record nel secondo trimestre. Una crescita senza precedenti delle transazioni, frutto di una decisa ripresa di fiducia nell’economia, con le aziende che velocizzano la propria riorganizzazione post pandemia.

In riferimento alla performance del prezzo delle azioni, gli acquirenti hanno sovraperformato del 2,1% rispetto al mercato per le operazioni valutate oltre 100 milioni di dollari nel secondo trimestre del 2021.

È quanto sostiene il “Quarterly Deal Performance Monitor (QDPM)” di Willis Towers Watson, evidenziando come per la prima volta, dal 2017 a oggi, gli acquirenti sono riusciti a sovraperformare per due trimestri consecutivi. In un anno, l’aumento delle transazioni ha fatto salire l’indice M&A del 3,2%.

Matteo Fiocchi, Head of Executive Compensation and Strategic Reward di Willis Towers Watson, ha spiegato in una nota: “Questo è uno dei periodi più intensi che abbiamo mai rilevato, con il mercato delle operazioni di M&A in piena ripresa in quasi tutti i settori, spinto da società ricche di liquidità sotto pressione per riorganizzarsi in risposta al Covid-19. Rimangono preoccupazioni sull’inflazione che potrebbe aumentare nel corso di quest’anno, innescando un rialzo dei tassi d’interesse e la fine dell’espansione record dell’M&A. Tuttavia, questi timori appaiono prematuri vista l’attuale attività frenetica alimentata da dinamiche di mercato che potranno sostenere o perfino accelerare le operazioni nella seconda metà del 2021, come ad esempio la pressione costante di impiegare il capitale, di acquisire capacità tecnologiche e di rispondere al crescente attivismo degli azionisti”. 

In collaborazione con l’M&A Research Centre della Business School di Londra (ex Cass Business School), il report sottolinea che l’impennata dei volumi e del valore delle transazioni si concentra nel Nord America e nell’Europa, un aumento che è iniziato a fine 2020 dopo il crollo registrato durante i primi giorni della pandemia.

attività di M&A

L’attività di M&A in Nord America

Per il terzo trimestre consecutivo, con il ruolo sempre dominante svolto delle SPAC (Special Purpose Acquisition Companies), gli acquirenti nordamericani hanno superato l’indice regionale dell’1,6%, con i volumi che sono aumentati notevolmente, determinando i numeri più alti mai registrati nella regione in qualsiasi altro trimestre dal 2008.

L’attività di M&A in Europa

Gli acquirenti europei hanno proseguito nella performance positiva superando il loro indice regionale del 6,44 % con un’esplosione dell’attività nel secondo trimestre del 2021 e con 59 operazioni completate. Anche questo è stato un record assoluto per un secondo trimestre. Nel frattempo, la Gran Bretagna resta chiaramente appetibile nel mercato dell’M&A per gli acquirenti non britannici che, nonostante la Brexit e la buona performance dell’FTSE 100, continuano a dimostrare interesse nell’acquisto di società britanniche. I deal maker britannici hanno inoltre superato di molto l’indice regionale nel corso degli ultimi 12 mesi (+11,4%).

L’attività di M&A in Asia-Pacifico

Al contrario, gli acquirenti dell’Asia-Pacifico hanno avuto un rendimento inferiore, portando il proprio indice regionale a -0,7% con solo 32 transazioni concluse nel secondo trimestre del 2021, il dato più basso dal 2014. Anche la Cina ne ha concluso il minor numero assoluto dal 2013, con i volumi delle acquisizioni cinesi che continuano a calare dopo un picco nel 2015.

Il mercato dell’M&A ha certamente mantenuto lo slancio dopo i primi tre mesi esplosivi del 2021, in quanto i buyer propensi alle acquisizioni hanno completato più negoziazioni rispetto a qualsiasi altro secondo trimestre mai registrato (278 operazioni), secondo gli ultimi risultati dell’indice di Willis Towers Watson. Questo costituisce una ripresa significativa, persino se confrontata con il ritmo intenso stabilito durante il primo trimestre del 2021 (206 negoziazioni).

I dati rivelano che anche la prima metà dell’anno è stata da record, con 484 operazioni portate a termine, un dato superiore del 58% rispetto allo stesso periodo del 2020 (307 negoziazioni), quando l’economia globale ha subito una battuta d’arresto a causa della pandemia. Questo è il dato più alto mai registrato sul periodo gennaio-giugno da quando Willis Towers Watson ha lanciato il primo indice relativo all’M&A nel 2008.

Matteo Fiocchi ha aggiunto: “Le aziende stanno schiacciando sull’acceleratore della ripartenza in risposta alla pandemia, avviando riorganizzazioni mirate a ridurre i costi e a riposizionarsi sul mercato in modo da garantire una crescita sostenibile, facendo leva su trend preesistenti come la trasformazione digitale e i cambiamenti nelle abitudini di consumo. In linea col passato si rileva inoltre che un certo numero di aziende continuano a dismettere asset non “core” per le proprie strategie”.