IL DDL DI RIFORMA, APPROVATO DAL SENATO, PASSA ADESSO ALL’ESAME DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
di Dario Ferrara
Processo civile semplificato. In ventiquattro mosse, quanti sono gli emendamenti formulati dalla guardasigilli Marta Cartabia al testo del precedessore Alfonso Bonafede e confluiti nel testo approvato con fiducia al Senato: 201 i voti favorevoli e 30 i contrari. Ora il ddl delega passa all’esame della Camera. Quali sono gli «snodi cruciali»? In primo grado la causa deve arrivare alla prima udienza già definita nelle domande, nelle eccezioni e nelle richieste di prove. E ancora: procedimenti in camera di consiglio, più tutela al credito nell’esecuzione forzata, addio al doppio binario del rito Fornero nelle cause di lavoro, un solo rito e un solo tribunale per le controversie in tema di famiglia, persona e minori. Poi la possibilità per i coniugi di pattuire nella negoziazione assistita l’assegno divorzile in unica soluzione. E le funzioni trasferite ai professionisti nei procedimenti di volontaria giurisdizione. Incentivi anche fiscali alle forme di giustizia alternativa. Senza dimenticare il potenziamento dell’ufficio del processo, che sbarca anche in Cassazione: «avrà una proiezione lunga nel tempo», assicura la ministra Cartabia, presente martedì pomeriggio a Palazzo Madama alla discussione in aula: «Oltre a cambiare il modo di lavorare e di organizzarsi del singolo giudice crea un ponte tra le generazioni».

Con filtro e senza

Sono introdotti in primo grado termini intermedi dopo gli atti introduttivi per definire le domande, le eccezioni e le richieste di prova: così il giudice può imprimere un corso alla causa, ammettendo le prove, rimettendola subito in decisione o inviando le parti in mediazione. Addio udienza di precisazione delle conclusioni e per il giuramento del consulente tecnico d’ufficio. Stabilizzate le modalità online introdotte per l’emergenza Covid: trattazione scritta e udienze da remoto. Snellita la fase decisoria. Ordinanza immediata di accoglimento o rigetto, reclamabile e non idonea al giudicato. E in appello? Si riducono le possibilità di sospendere l’efficacia della decisione di primo grado. Razionalizzato il filtro d’inammissibilità del gravame. Torna il consigliere istruttore. In Cassazione si riducono ancora le udienze in forma pubblica; addio alla sesta sezione, con la funzione di filtro sui ricorsi che è attribuita alle altre cinque. Solo atti chiari e sintetici. Arriva il rinvio pregiudiziale: il giudice del merito può investire la Suprema corte su questioni nuove di puro diritto che presentano difficoltà d’interpretazione.

Vente et astreinte

Addio formula esecutiva all’inizio dell’espropriazione. Termini ridotti, snellito il pignoramento presso terzi. Ampie deleghe ai professionisti per aiutare i giudici nelle esecuzioni immobiliari. E con la vente privée sarà lo stesso debitore esecutato a vedere il cespite. Largo alle astreinte, le sanzioni pecuniarie per costringere la parte ad adempiere in caso d’inosservanza di termini o inattività. Nel lavoro un unico procedimento per i licenziamenti con corsia preferenziale alla trattazione della reintegra nel posto rispetto ai temi connessi. Nasce il tribunale della famiglia, delle persone e dei minori.

Contratti conciliati

Valorizzate le Adr, alternative dispute resolution. Credito d’imposta sulle spese legali per la mediazione. E anche nella negoziazione assistita patrocinio a spese dello Stato per i non abbienti. Obbligatorio il tentativo di conciliazione nei contratti di durata: franchising, consorzio, contratti d’opera, rete, società di persone e subfornitura. Monitoraggio di cinque anni sull’obbligatorietà. Aumentano il peso della mediazione demandata dal giudice la formazione per mediatori e organismi di conciliazione. Negoziazione assistita dagli avvocati nelle controversie di lavoro. E in quelle sull’affidamento e il mantenimento dei figli nati fuori del matrimonio. Crescono le garanzie di imparzialità nell’arbitrato: obbligatorie rilevazione e disclosure di eventuali cause di ricusazione. Se le parti sono d’accordo, gli arbitri possono emanare misure cautelari.

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