Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Si sta avvicinando il giorno della verità per Evergrande, secondo maggiore gruppo immobiliare cinese sulla strada del default, che sta trascinando con sé tutte le borse mondiali. Anche il debito con rating investment grade è stato toccato: i premi di rendimento sui bond di Ping An, il maggiore assicuratore del Paese per valore di mercato, sono balzati ai massimi degli ultimi 18 mesi per paura della sua esposizione su Evergrande. Il titolo ha ceduto il 5,8%.
Sompo, la seconda compagnia assicurativa del Giappone, sbarca in Italia. La società ha deciso di rilevare Ara 1857, storica compagnia assicurativa italiana che opera quasi esclusivamente nel settore dei rischi agricoli contro i danni causati dalla grandine e da altri eventi atmosferici.
Anche Banca d’Italia scende in campo su Generali. Il suo è un ruolo di coordinamento ma, come anticipato nel fine settimana da www.milanofinanza.it, pure Via Nazionale sta seguendo passo passo lo scontro in atto tra gli azionisti della prima compagnia assicurativa italiana, che si stanno schierando in vista del rinnovo del cda di Trieste della prossima primavera. Nel fine settimana anche Fondazione Crt ha aderito con il suo 1,232% del Leone al patto di sindacato stipulato lo scorso 10 settembre dai soci Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone, che sono così arrivati a rappresentare il 12,3% delle azioni, a un soffio dalla quota di Mediobanca (12,9%) che in questa partita è dall’altra parte della barricata
Dopo l’ingresso della Fondazione Crt, che nel fine settimana ha annunciato il conferimento del proprio 1,23% al patto parasociale nato attorno a Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio, il fronte ostile al ceo Philippe Donnet e a Mediobanca aspetta di conoscere le mosse dei Benetton. Azionista dal 2006 Ponzano Veneto non ha ancora giocato un ruolo attivo nella governance della compagnia, anche se la partecipazione è progressivamente cresciuta e si è portata al 3,97%. Una marginalità che, nonostante la storica vicinanza a Mediobanca (di cui sono anche azionisti al 2,1%, nonché membri dell’accordo di consultazione), negli ultimi anni avrebbe alimentato qualche malumore e che oggi potrebbe giustificare un’adesione al patto.
  • Un mercato che cambia
L’analisi Ivass fa il punto sui trend del semestre. Il digitale trasforma le polizze rc, l’home working esige nuove formule per la casa e il cyber risk

  • Allianz Direct torna on air con Usain Bolt
Dopo il primo lancio a luglio scorso, in vista dei giochi olimpici, Allianz Direct, la compagnia assicurativa diretta del Gruppo Allianz, leader di mercato nelle assicurazioni online in Italia, torna in comunicazione con la campagna europea che vede protagonista il velocista e testimonial Usain Bolt. Il concept di comunicazione si focalizza sui concetti di semplicità e rapidità dell’offerta assicurativa di Allianz Direct (in passato Genialloyd) associandone il brand al velocista più forte di tutti i tempi. Il nuovo flight della campagna di Allianz Direct, società guidata in Italia dall’a.d. Alessandra Valentini è on air da domenica 19 settembre sulle principali reti televisive nazionali e satellitari, sul web e sui social network. Lo spot da 30 secondi, in cui Bolt si convince a comprare una nuova auto e testa sul proprio smartphone i servizi Allianz Direct, è stato realizzato dall’agenzia olandese Alfred e la pianificazione media è stata curata da Carat.

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  • L’allarme di Draghi all’Onu “Emergenza come la pandemia” E l’Italia aumenta gli investimenti
Metterà alcuni miliardi in più sul tavolo. E lo farà a ridosso della riunione della Cop26 di Glasgow, che si sta trasformando nell’ultima chiamata per contrastare il surriscaldamento globale. Mario Draghi si prepara all’appuntamento con la consapevolezza che l’Italia dovrà dare il buon esempio, visto che da presidente del G20 gestisce il summit assieme alla Gran Bretagna. Più risorse, dunque. Tra il 2015 e il 2020 Roma si era impegnata a stanziare quattro miliardi di dollari, anche se non ha rispettato in pieno la promessa. E per il prossimo lustro si ragiona di aumentare ulteriormente la dotazione di uno o due miliardi. Il resto è affidato al lavoro di sponda con Biden, per inchiodare la Cina e spingerla verso la transizione ecologica. Tessendo una tela diplomatica che mira essenzialmente a un obiettivo: “comprare” con gli incentivi la collaborazione indiana, in modo da spezzare il fronte inquinante che lega Pechino a Nuova Dehli
  • Su Generali la battaglia degli advisor
Se vuoi la pace, prepara la guerra. La saggezza degli antichi romani è cara ai contendenti per il vertice Generali. Che ogni giorno piazzano armi sul tavolo, e poi si vedrà se ci sarà l’armistizio. Nelle ultime ore sulla vicenda stanno calando i “proxy advisor”, i consulenti al voto degli azionisti che tra sette mesi diranno se vogliono rinnovare il vertice con a capo Philippe Donnet o no. Generali, che da 10 anni usa Morrow Sodali, ci conta ancora e potrebbe conferire un prossimo mandato al leader del mercato per promuovere la “lista del cda” uscente. Sempre che riesca a nascere: il cammino è irto e venerdì il Comitato nomine rischia una nuova rottura, nell’istruttoria per il cda che il 27 dovrà decidere se avviare l’iter della lista (dura cinque mesi). Delfin, terzo socio di Generali e primo in Mediobanca, ha la replica in canna, ed è Georgeson, arcirivale di Morrow nella caccia ai voti del mercato: i fondi saranno decisivi, pesando oltre un terzo del capitale. Anche il socio Caltagirone pare sul punto di indicare un suo proxy advisor. Nome ancora coperto, ma tolti Iss e Glass Lewis i nomi globali sono pochi. Così pochi che – se la lista del cda naufragasse e Mediobanca dovesse presentarne una propria su Generali – potrebbe non trovare un promotore disponibile.

  • Generali, in campo scendono i proxy: arruolati Morrow Sodali e Georgeson
  • Fineco cerca di dribblare la Brexit: «I piani in Uk? Rimanere e crescere»

 


Handelsblatt

 

  • Il ceo di Swiss Re: “Con il cambiamento climatico, qualcosa potrebbe improvvisamente ribaltarsi”.
Poche settimane prima della conferenza delle Nazioni Unite sul clima a Glasgow, il ceo del riassicuratore Swiss Re chiede più determinazione nel taglio dei gas serra. “Quando si tratta di cambiamento climatico, c’è la preoccupazione che qualcosa possa improvvisamente ribaltarsi nel sistema”, avverte Christian Mumenthaler in un’intervista con Handelsblatt. Allora i grandi cambiamenti climatici potrebbero verificarsi con un preavviso relativamente breve. Si può già osservare che le cosiddette perdite secondarie sono aumentate a causa del cambiamento climatico, cioè a causa di siccità, grandine, incendi boschivi o inondazioni. Mumenthaler crede che investire denaro solo in aziende “verdi” sia il modo sbagliato di procedere. Swiss Re rimane deliberatamente investita in aziende che hanno una scarsa impronta di carbonio. Questo è l’unico modo per esercitare pressione, spiega il manager.