Se un pedone vestito di scuro cerca di attraversare una strada provinciale al buio senza prestare attenzione ai veicoli che si avvicinano, è l’unico responsabile in caso di incidente. Lo ha deciso la Corte regionale superiore di Coblenza nella sentenza del 21 dicembre 2020 (12 U 401/20).

La decisione della Corte tedesca riguarda il caso di una donna che voleva attraversare una strada principale al buio. Nel fare ciò, oltretutto vestita di scuro, non ha visto un’autovettura, il cui conducente aveva notato solo all’ultimo momento la donna, che è stata investita e ha subito lesioni mortali nell’incidente.

Responsabilità dovuta al rischio di circolazione?

Gli eredi della donna hanno accusato l’autista di aver violato il cosiddetto “Sichtfahrgebot” secondo il § 3 paragrafo 1 frase 4 della legge tedesca sul traffico stradale (StVO), secondo il quale, ai conducenti è concessa una velocità tale da essere in grado di fermarsi in qualsiasi momento entro la distanza che possono vedere. Il conducente era quindi responsabile almeno del rischio di circolazione.

Tuttavia, i giudici della Corte Regionale Superiore di Coblenza non la pensano allo stesso modo e hanno respinto come infondata la richiesta degli eredi di risarcimento danni e di indennizzo per il dolore e la sofferenza.

Grave colpa personale del pedone

La corte è convinta che l’incidente sia dovuto a una massiccia colpa personale del defunto, che aveva palesemente violato il § 25 paragrafo 3 della legge tedesca sul traffico stradale (StVO) nel tentativo di attraversare la strada provinciale.

Secondo questa norma, i pedoni che vogliono attraversare una strada al di fuori delle strisce pedonali devono sempre dare la precedenza al traffico veicolare e aspettare quando un veicolo si avvicina. Secondo la giurisprudenza della Corte Suprema, un pedone non può tentare di attraversare una strada poco prima dell’arrivo di un veicolo.

Secondo le conclusioni di un esperto, la carreggiata all’altezza del luogo dell’incidente era chiaramente visibile su una lunga distanza. I veicoli in avvicinamento potevano quindi essere riconosciuti senza problemi. Ciononostante, il defunto, che era vestito con abiti scuri, era entrato nella carreggiata immediatamente prima dell’auto in avvicinamento, nonostante l’oscurità.

Era quindi impossibile che il guidatore avesse un tempo di reazione sufficiente per evitare l’incidente. Pertanto, non poteva essere accusato di una violazione del requisito della guida visiva. Vista la grave violazione del pedone, è stata esclusa anche la responsabilità basata sul rischio di circolazione del veicolo.

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