QUARTO EPISODIO IN GIAPPONE, MA L’AZIENDA CONFERMA: NESSUN RISCHIO GRAVE PER LA SALUTE
di Andrea Boeris
Il Giappone ha riportato un nuovo caso di contaminazione del vaccino anti-Covid di Moderna e ormai è il quarto incidente di questo tipo in meno di una settimana, ma le indagini svolte dalla biotech americana guidata da Stephane Bancel e dalla licenziataria spagnola Rovi escludono che questi eventi possano causare effetti dannosi o letali.

Questa volta è stata la prefettura di Kanagawa a riportare che sono state trovate diverse particelle nere in una fiala di vaccino Moderna e che il resto del lotto è stato sospeso. Il Giappone aveva già sospeso l’uso di oltre 2,5 milioni di dosi e l’ultima contaminazione riguarda un altro lotto rispetto a quelli già sospesi. Ma una nota di Moderna ieri ha riferito che le indagini svolte escludono un legame tra le contaminazioni ed eventi tragici: «Al momento non ci sono prove che i due decessi in Giappone seguiti alla somministrazione del vaccino siano in alcun modo collegati all’iniezione». La sostanza trovata è acciaio inossidabile 316, un materiale utilizzato sia nell’industria alimentare che in quella medica. «Particelle metalliche di queste dimensioni iniettate in un muscolo possono causare una reazione locale, ma è improbabile che causino altre reazioni avverse oltre il sito di iniezione», secondo l’indagine svolta, da cui è emerso anche che la causa più probabile delle particelle individuate nel lotto contaminato è legata all’attrito tra due pezzi di metallo installati nel modulo di tappatura della linea produttiva, a causa di un’errata installazione.

Secondo l’analisi effettuata da Rovi, che ha infialato i lotti risultati poi contaminati e che lavora per Moderna per i mercati asiatico ed europeo, il problema di fabbricazione ha interessato solo i tre lotti che erano inclusi nella sospensione e infatti al momento nessun incidente simile è stato segnalato in altri Paesi. Da parte sua Takeda, responsabile della distribuzione del vaccino di Moderna in Giappone, ha deciso di avviare il ritiro dal mercato dei lotti sospesi a partire da oggi.

Nel frattempo ieri il principale rivale di Moderna nella corsa al vaccino, ossia il colosso americano Pfizer, ha annunciato l’avvio di uno studio clinico di fase 2-3 per valutare sicurezza ed efficacia di un nuovo farmaco antivirale, da somministrare per via orale, per contrastare gli effetti del Covid-19 nei pazienti adulti che hanno sviluppato i primi segni della malattia e non hanno ancora subito il ricovero. La società guidata da Albert Bourla ha spiegato ieri in una nota che lo studio intende arruolare circa 1.150 partecipanti, che riceveranno il farmaco antivirale ogni 12 ore per cinque giorni. L’obiettivo di PF-07321332, questo il nome del farmaco, è bloccare l’attività dell’enzima principale di cui il virus necessita per replicarsi. (riproduzione riservata)
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