PIAZZETTA CUCCIA PRENOTA IL 4,42% DEL LEONE (70 MILIONI DI AZIONI) E RAFFORZA LA PRESA
di Andrea Montanari
Con un blitz definito nel corso della giornata di ieri Alberto Nagel ha blindato le Generali. Mediobanca, primo azionista della compagnia assicurativa di Trieste con il 13%, ha sottoscritto un prestito titoli della durata di otto mesi relativo a 70 milioni di azioni del Leone (corrispondono al 4,42% del capitale) in modo tale di potersi presentare all’assemblea della prossima primavera che dovrà rinnovare il cda delle Generali con una quota pari al 17,22% dei diritti di voto. E non è detto che questa partecipazione potenziale possa lievitare ancora, fino alla soglia del 20%. Un coup de théâtre, definito nell’ottica di tutelare la storica partecipazione nel principale asset in portafoglio, che spariglia le carte in tavola e alza una barriera a protezione della compagnia triestina, nei confronti dei soci privati Leonardo Del Vecchio (5,1%) e Francesco Gaetano Caltagirone (6,27%), a loro volta stretti in un patto di consultazione (quota totale del 12,6%) al quale ha aderito anche la Fondazione Crt e nel quale – stando a indiscrezioni degli ultimi giorni – potrebbe entrare anche la famiglia Benetton (3,97%). Azionisti pronti a presentare una lista alternativa per il nuovo board della compagnia assicurativa (per la presidenza circolano i nomi di Patrizia Grieco, Sergio Balbinot e Claudio Costamagna, mentre per il ruolo di ad si sono sfilati sia Matteo Del Fante, ceo di Poste, sia Mario Greco, a capo di Zurich ed ex numero uno proprio delle Generali), ma che ora sono in posizione più complicata. Perché la mossa di Nagel, che ha di fatto tolto dal mercato fino all’assemblea tutti i titoli a disposizione (il prestatore non può richiamarli se non dopo la data dell’assise), li costringe a rivedere, o meglio a ripensare, la strategia complessiva. Con la blindatura, seppur temporanea, Caltagirone e Del Vecchio saranno obbligati, gioco-forza, a salire ancora nel capitale, sempre che ci siano azioni a disposizione, arrivando magari alla soglia complessiva del 25%: un modo per andare poi alla conta in assemblea visto che il 40% del capitale del Leone è in mano al mercato. L’unica via alternativa, al momento però non presa in considerazione, è quella dell’opa sulle Generali. Si tratterebbe tuttavia di un’operazione costosa, considerata la capitalizzazione della compagnia assicurativa, 28,6 miliardi. Meno dispendiosa, semmai, sarebbe un’offerta d’acquisto su Mediobanca (market cap di 8,94 miliardi) tanto più che l’industriale dell’occhialeria ha il 19% di Piazzetta Cuccia e il costruttore-editore romano ha una posizione lunga complessiva che sfiora il 5%. Ma anche questa opzione non è stata per ora esplorata, anche per non far accendere un faro alla Bce.

Considerata la strategicità dell’intera partita e gli attori in campo, le autorità di mercato e di vigilanza, Bankitalia Consob e Ivass, stanno monitorando con estrema attenzione l’evoluzione della vicenda che andrà avanti, con altri colpi a sorpresa, fino alla prossima primavera e che a Trieste tra oggi (riunione del comitato nomine) e lunedì 27 (consiglio) potrà riservare nuovi sviluppi. (riproduzione riservata)

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