L’ESCLUSIVA DEL TESORO A UNICREDIT DOVREBBE ESSERE PROROGATA DI UN PAIO DI SETTIMANE

di Luca Gualtieri
Servirà più tempo per completare la due diligence che all’inizio di agosto Unicredit ha avviato sul bilancio di Mps in vista di un possibile acquisto. Per questo oggi l’esclusiva che il Tesoro ha concesso alla banca guidata da Andrea Orcel dovrebbe essere prolungata di un paio di settimane, almeno fino a martedì 21. Una proroga necessaria non solo per consentire ai tecnici di Unicredit di completare il lavoro, ma anche per venire incontro alle necessità di Mcc che è appena entrato in data room. L’esame (a cui lavorano a vario titolo Mediobanca, Credit Suisse, Bofa Merrill Lynch, gli studi legali Orrick e Cappelli Rccd e le società di consulenza Kpmg e Deloitte) sarebbe comunque già in una fase avanzata e il perimetro del deal potrebbe essere fissato in tempi brevi. Non sono molti del resto i nodi ancora da sciogliere, anche se alcuni risultano particolarmente delicati. Se l’espulsione dalla good bank dei circa 5 miliardi di crediti problematici e dei 6,4 miliardi di contenziosi legali non dovrebbe creare grosse criticità, più spinosa è la situazione di Mps Capital Services e del consorzio operativo che piazza Gae Aulenti non è orientata a rilevare. La liquidazione delle due società è fuori discussione e pertanto nelle prossime settimane si cercherà di garantirne la continuità aziendale. Se convogliare gli asset verso Mcc sarebbe la soluzione più semplice, va detto che l’istituto guidato da Bernardo Mattarella vuole condurre con cura l’esame appena avviato e non prenderà in considerazione deal in contrasto con il proprio progetto industriale. Per ora insomma di quasi certo c’è solo l’acquisto di un lotto di circa 150 filiali posizionate nelle regioni del Sud; il resto si vedrà nei prossimi giorni.

Così come si vedrà quale sarà l’approccio di Orcel sul tema delle alleanze industriali. In questo ambito la partita più delicata è quella con Axa, storico partner assicurativo del Montepaschi. L’accordo (rinnovato nel 2016 prima della nazionalizzazione) scadrà nel 2027 e sarà ovviamente uno dei tasselli del processo di privatizzazione. I francesi sono legati al mercato italiano, come attestano le parole spese qualche settimana fa dal cfo di Axa Alban de Mailly Nesle ha definito «estremamente strategica» l’alleanza con Siena. L’ipotesi di un prolungamento non troverebbe insomma resistenze, ma resta da capire se Unicredit sia disposta ad avere un altro partner assicurativo sul mercato italiano dopo Cnp, Unipol e Allianz (Aviva ha invece appena fatto un passo indietro). Orcel sarebbe abbastanza perplesso sull’ipotesi e riterrebbe preferibile appoggiarsi a un numero inferiore di alleati.

Altro tema delicato è quello degli esuberi su cui è puntata l’attenzione dei sindacati e della politica. Occorre però ricordare che già il piano industriale presentato nei mesi scorsi dal ceo di Mps Guido Bastianini prevedeva 2.700 uscite in cinque anni di cui circa mille quest’anno. Anche la strategia stand alone caldeggiata da alcuni partiti a ridosso delle elezioni amministrative di ottobre non sarebbe insomma indolore per i dipendenti del Monte. Ieri intanto il presidente della banca Patrizia Grieco ha cercato di usare toni concilianti in una lettera rivolta al personale: «Il cda monitorerà il cammino della soluzione strutturale avviato con l’apertura della virtual data room, ribadendo il massimo impegno affinché siano preservati i valori e il patrimonio di competenze della banca». (riproduzione riservata)

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