EDIZIONE SRL ESCE DAL PATTO DI CONSULTAZIONE DEI SOCI DI MEDIOBANCA
di Giovanni Galli
Ora le mani dei Benetton sono veramente libere di effettuare le scelte più vantaggiose per la holding di Treviso nella complessa partita delle Generali Ass..Così va letta le decisione della società di disdettare il patto di sindacato di Mediobanca. Il vincolo all’accordo parasociale di Piazzetta Cuccia avrebbe reso perlomeno imbarazzante un’eventuale adesione al patto di consultazione che vincola Caltagirone, Del Vecchio e Fondazione Crt. Ora possono aderire all’accordo senza essere tacciati di tenere il piede in due scarpe.

Se lo si guarda da un punto di vista più simbolico e sentimentale, la disdetta del patto di sindacato di Mediobanca da parte di Edizione chiude un’epoca, quella della gestione di Gilberto Benetton, per cui sarebbe stato impensabile allontanarsi in questo modo dalla banca d’affari guidata da Alberto Nagel.

Edizione sta vivendo l’ennesima transizione complessa degli ultimi tempi, con le traversie giudiziarie del presidente Enrico Laghi. Il dossier Mediobanca, spiegano fonti interne, è importante ma non è il più importante al momento. Ora qualunque decisione potrà essere presa più agevolmente.

Dunque, Edizione srl, detentrice del 2,1% in Mediobanca per il tramite della sua controllata Schematrentatre, ha reso noto ieri che è stata inviata disdetta dell’accordo di consultazione fra i soci Mediobanca sottoscritto il 28 dicembre 2018 e in scadenza il 31 dicembre 2021.

La disdetta, si legge in una nota, si colloca nell’ambito del percorso di ridefinizione delle linee strategiche del gruppo e «ha l’obiettivo di mantenere l’assoluta neutralità della visione di Edizione in relazione alle partecipazioni finanziarie detenute, con la volontà di non schierarsi nelle attuali vicende che occupano Mediobanca, pur esprimendo pieno apprezzamento per l’attività svolta dal suo management».

Intanto, accanto al fronte Generali, si infiamma il clima anche intorno a Mediobanca. In vista dell’assemblea di bilancio di piazzetta Cuccia convocata per il 28 ottobre, la Delfin di Lenardo Del Vecchio (primo azionista con il 18,9% circa) ha presentato ieri una richiesta di integrazione dell`ordine del giorno ai sensi Tuf allo scopo di introdurre alcune modifiche statutarie. Lo ha comunicato la stessa Delfin che ha fatto sapere che spetta a cda e soci decidere chi la gestisce. e Non c’è nessun intento di revocare attuale board prima di termine mandato. Con le richieste di modifiche statutarie in materia di governance da aggiungere all’ordine del giorno dell’assemblea di Mediobanca del 28 ottobre prossimo, Delfin «non prevede né intende revocare l’attuale consiglio di amministrazione prima del termine del suo mandato«. E sottolinea, nella stessa nota, che la proposta «non persegue lo scopo di sostituire gli attuali amministratori o manager della banca, quanto piuttosto quello di assicurare che, d’ ora in avanti, questi operino all’interno di un quadro di regole di corporate governance coerente con le best practice e siano fortemente incentivati a porre al centro la creazione di valore per tutti gli azionisti, lasciando al consiglio di amministrazione e agli azionisti, come accade in qualsiasi altra società, il diritto di decidere in ultima istanza chi debba gestire la Banca».
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