Aziende costrette a pagare le distrazioni Inps sull’isopensione. Nel biennio 2021/2022, infatti, gli esodati Fornero possono accedere alla pensione tre mesi prima rispetto alla data certificata dall’Inps per il prepensionamento. In molti, però, non hanno presentato in tempo la domanda di pensione, avendo come riferimento il termine indicato dall’Inps nella certificazione; e così si sono ritrovati senza isopensione e senza pensione. Per ovviare, l’Inps consente alle aziende di continuare a erogare a questi lavoratori l’isopensione fino alla data di pensionamento indicata nella certificazione, costringendole a rinunciare ai tre mesi di risparmio (assegno isopensione e relativa contribuzione sono a carico delle imprese). Lo stabilisce nella circolare n. 142/2021.

Esodo Fornero. I chiarimenti riguardano la misura fruibile dalle aziende con lavoratori ai quali mancano non più di sette anni per la pensione: possono incrociare le braccia intascando, nell’attesa, una rendita pari all’importo della pensione calcolata all’epoca di prepensionamento. La misura è stata introdotta dalla legge n. 92/2021 (riforma Fornero). Il «costo» dell’operazione è a carico delle aziende.

Che cos’è successo. All’atto di accedere al prepensionamento, l’Inps calcola e certifica ai lavoratori la decorrenza della pensione (lontana nel tempo fino a sette anni, come detto), considerando gli incrementi della «speranza di vita» soggetti ad aggiornamento a cadenza biennale. È possibile, quindi, che la decorrenza certificata dall’Inps possa poi non coincidere con quella di effettiva liquidazione della pensione, perché si possono verificare degli incrementi della «speranza di vita» maggiori rispetto a quelli presi in considerazione dall’Inps. E può capitare anche il contrario, cioè che non si verifichino gli incrementi della «speranza di vita» considerati dall’Inps: così è successo nel biennio 2021/2022, per il quale non c’è stato incremento (mentre l’Inps aveva considerato un aumento di tre mesi). Tre mesi in meno. Nel biennio 2021/2022, pertanto, l’isopensione spetta fino alla maturazione dell’età di 67 anni (e non 67 anni e 3 mesi) per la pensione di vecchiaia o fino alla maturazione di 42 anni e 3 mesi di contributi alle donne (e non 42 anni e 6 mesi) o 43 anni e 3 mesi agli uomini (e non 43 anni e 6 mesi) per la pensione anticipata. Molti lavoratori esodati (quelli con accesso al prepensionamento dal 1° gennaio 2019), contando sulla certificazione dell’Inps (che non ha provveduto a comunicare le rettifiche in riduzione della durata dell’isopensione per via del mancato incremento della «speranza di vita») non hanno fatto domanda di pensionamento per tempo e si sono ritrovati senza isopensione e senza pensione. Un mese per rimediare. Per rimediare ed evitare il rischio ai lavoratori di una soluzione di continuità tra la scadenza dell’isopensione e la liquidazione della pensione, l’Inps stabilisce che le imprese possano continuare ad erogare l’isopensione fino alla scadenza indicata nella certificazione. A tal fine, i lavoratori interessati devono presentare la domanda di pensione anticipata entro il 26 ottobre 2021 (un mese dalla data della circolare). Resta comunque fermo che la decorrenza della pensione sarà la prima data utile in base alla presentazione della domanda di pensione anticipata.

Daniele Cirioli
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