DEL FANTE E MORELLI SI SFILANO DALLA CORSA A CEO DEL LEONE. STRADA IN SALITA PURE PER GRECO (ANCHE PER VIA DELLO STIPENDIO)

di Anna Messia
C’è chi comincia a scommettere che lo sfidante di Philippe Donnet al timone di Generali sarà un outsider che Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio tireranno fuori all’ultimo minuto come asso nella manica. Dopo che martedì 14 la riunione informale dei consiglieri non esecutivi della prima compagnia italiana ha votato per la ricandidatura di Donnet, ma con il voto contrario di tre consiglieri (più un astenuto) sui 12 presenti, appare sempre più probabile che i due imprenditori, che hanno unito le loro azioni in un patto che vale l’11% del capitale e che sono contrari a un nuovo mandato a Donnet chiedendo un cambio di strategia per Generali, presenteranno una propria lista per decidere il nuovo vertice del Leone. A meno di una ricucitura lampo dello strappo, entro il 27 settembre, quando il cda si riunirà per decidere se procedere con la lista del consiglio, i due imprenditori (con Caltagirone che continua a salire, nel giorni scorsi è arrivato al 6,13%) dovranno presto iniziare a lavorare per la messa a punto di una propria lista e il nome più importante sarà ovviamente quello del candidato ceo. Un manager, è questa la scommessa, che dovrà rilanciare le operazioni di m&a (come chiedono i due imprenditori) per riavvicinare Generali agli altri big europei, come Allianz e Axa, anche in termini dimensionali. Un italiano preferibilmente, ma con uno standing internazionale che dovrà incassare il voto del mercato, vero ago della bilancia (con il 24% dell’ultima assemblea) nel braccio di ferro che si è aperto in Generali tra Mediobanca (azionista con il 13%, che dalla sua avrebbe la famiglia Boroli-Drago) e i due imprenditori (che avrebbero anche il sostegno dei Benetton e di Crt). Un manager con un identikit ben delineato quindi, che non sembra avere molti riscontri sul mercato. Anche perché due dei possibile candidati, il ceo di Poste Italiane, Matteo Del Fante, e Marco Morelli (capo di Axa Investment managment) sembrano essersi sfilati. Pure per Mario Greco (ceo di Zurich), che potrebbe rispondere alla perfezione all’identikit, la strada appare in salita. Greco, che ha già guidato Generali nel 2012, ne era uscito nel 2016, prima di fine mandato, in rottura con gli azionisti del Leone, primo tra tutti proprio Mediobanca. Difficilmente potrebbe tornare oggi prima che la frattura in atto sia ricomposta. Non solo. C’è anche il nodo stipendio da risolvere: nel 2020 in Zurich il manager ha guadagnato 7,9 milioni di euro rispetto ai 5,4 milioni incassati nello stesso anno da Donnet in Generali, con una tassazione elvetica decisamente più leggera di quella italiana. Restano le candidature interne, dal ceo di Generali Deutschland, Giovanni Liverani, a Luciano Cirinà, ceo dell’est Europa, ma anche su queste pesa la spaccatura, con un outsider che a questo punto potrebbe sparigliare le carte. (riproduzione riservata)

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