VIA NAZIONALE COORDINA IVASS E CONSOB PER FUGARE OGNI RISCHIO DI CONCERTO TRA I SOCI

di Anna Messia
Anche Banca d’Italia scende in campo su Generali. Il suo è un ruolo di coordinamento ma, come anticipato nel fine settimana da www.milanofinanza.it, pure Via Nazionale sta seguendo passo passo lo scontro in atto tra gli azionisti della prima compagnia assicurativa italiana, che si stanno schierando in vista del rinnovo del cda di Trieste della prossima primavera. Nel fine settimana anche Fondazione Crt ha aderito con il suo 1,232% del Leone al patto di sindacato stipulato lo scorso 10 settembre dai soci Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone, che sono così arrivati a rappresentare il 12,3% delle azioni, a un soffio dalla quota di Mediobanca (12,9%) che in questa partita è dall’altra parte della barricata. Piazzetta Cuccia vuole confermare il ceo di Generali Philippe Donnet per un nuovo mandato e ricorda i buoni risultati ottenuti dal manager. Mentre i pattisti chiedono una nuova fase per Generali, che passi anche per un nuovo timoniere. La prossima mossa potrebbe essere l’adesione al patto anti-Donnet dei Benetton, che in mano hanno il 3,9% di Generali mentre a Mediobanca dovrebbero restare fedeli i Boroli-Drago, con l’1,7% del capitale. Una situazione in stallo: Mediobanca lavora per presentare una lista del cda, e il comitato nomine già convocato per venerdì per preparare il lavoro per il consiglio del 27, mentre i soci riottosi sostengono che l’attuale organo è espressione di Piazzetta Cuccia. Equilibri monitorati attentamente da Consob, per fugare rischi di concerto, mentre cominciano a circolare voci che la Commissione possa chiedere anche a Piazzetta Cuccia e a Boroli-Drago di stipulare un contro-patto. Anche Ivass, l’istituto di controllo delle assicurazioni, è in azione e a lei si è aggiunta Bankitalia, con un ruolo di regista di tutti i controlli e che può riferire delle evoluzioni alla Bce, l’istituto che ha autorizzato inizialmente Del Vecchio a salire in Mediobanca fino al 20% ma come investitore puramente finanziario (con Caltagirone che ha opzionato il 5%). Questa settimana, intanto, entrerà nel vivo l’opa di Generali su Cattolica dopo che venerdì è arrivato il via libera Ivass. La parola passa ora a Consob, che dovrebbe autorizzare il prospetto entro la settimana, con il cda di Cattolica, che dovrà valutare, con gli advisor Citigroup e Kpmg, la congruità dell’offerta del Leone, di 6,75 euro ad azione. A dire la sua dovrà essere anche l’antitrust europea mentre il mercato scommette su un rilancio, con Cattolica che ieri ha chiuso a 7,16 euro. Con ambienti vicini a Trieste che fanno però notare come le attuali quotazioni siano anche il frutto della ricapitalizzazione di 300 milioni sottoscritta da Generali a fine 2020, che ha messo in sicurezza Verona. (riproduzione riservata)
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