PAURA PER FONDI ED ETF. L’INCOGNITA DEL RIMBORSO DEGLI INTERESSI IN PAGAMENTO IL 23
di Elena Dal Maso
Si sta avvicinando il giorno della verità per Evergrande, secondo maggiore gruppo immobiliare cinese sulla strada del default, che sta trascinando con sé tutte le borse mondiali. Ieri Hong Kong ha perso fino al 4% per chiudere poi in calo del 3,3%. Questo a causa di un colossale debito da 305 miliardi di dollari (pari al pil della Finlandia) reso ancora più problematico dalle restrizioni normative avviate dal governo negli ultimi mesi. Le principali banche cinesi sono state informate dalle autorità che ieri non avrebbero ricevuto il pagamento degli interessi dovuti sui prestiti.

Non è chiaro poi se Evergrande abbia intenzione di rimborsare gli 84 milioni di dollari di interessi in scadenza il 23 settembre per il suo bond di marzo 2022. Il gruppo dovrebbe onorare un altro pagamento per 47,5 milioni di dollari, in scadenza il 29 settembre, per le emissioni di marzo 2024. Entrambe le obbligazioni risulterebbero inadempienti se Evergrande non dovesse saldare gli interessi entro 30 giorni dalle date di pagamento.

Il governo e le società creditrici si stanno preparando per un potenziale contagio del mercato in vista di giovedì, un contagio che rischia di toccare fondi comuni ed Etf perché è in questi prodotti che si trova «la maggior parte del debito del gruppo», ha spiegato Ryan Detrick di Lpl Financials. Si tenga conto che alla fine della settimana scorsa la Banca Popolare Cinese ha iniettato 14 miliardi di dollari nel sistema, la cifra maggiore da febbraio, nel tentativo di evitare una crisi di liquidità.

La somma di tante incertezze ha fatto crollare ieri il titolo Evergrande fino al 19% toccando 2,06 dollari di Hong Kong, il minimo dal maggio 2010, per poi riprendersi alla fine a 2,28 dollari (-10,24%). Nel frattempo il gruppo sta cercando il modo per pagare i creditori attraverso gli immobili in costruzione. Agricultural Bank of China, in mano allo Stato, ha già effettuato accantonamenti sui crediti inesigibili legati a Evergrande, secondo quanto scrive Reuters, mentre alcuni creditori stanno riflettendo se concedere più tempo per rimborsare il debito. I problemi di Evergrande hanno scatenato le vendite su Sinic Holdings che ieri ha perso l’87%, bruciando 1,5 miliardi di capitalizzazione. Le banche si stanno preparando a una stretta di liquidità, con lo yuan sceso a quota 6,47 contro il dollaro, ai minimi delle ultime tre settimane. L’obbligazione in dollari all’8,25% con cadenza marzo 2022 rende oltre il 500%, rispetto al 13,7% circa di inizio anno, secondo Bloomberg. Il prezzo medio dei bond cinesi in dollari ad alto rendimento è sceso di circa 2 centesimi ieri, il peggior calo dell’ultimo anno. Anche il debito con rating investment grade è stato toccato: i premi di rendimento sui bond di Ping An, il maggiore assicuratore del Paese per valore di mercato, sono balzati ai massimi degli ultimi 18 mesi per paura della sua esposizione su Evergrande. Il titolo ha ceduto il 5,8%. (riproduzione riservata)
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