NON RIMBORSA LA CEDOLA DEL SECONDO BOND. FITCH TAGLIA IL RATING : DEFAULT A UN PASSO
di Elena Dal Maso
Dopo aver saltato il pagamento, la settimana scorsa, di una cedola su un bond in dollari, ieri Evergrande, il colosso immobiliare carico di 305 miliardi di dollari di debiti, non ha corrisposto il dividendo di un’altra emissione. Lo hanno confermato fonti di Bloomberg e Reuters contattate in serata.

Il gruppo, che ha circa 23 miliardi di dollari di debito offshore, acquistato da investitori internazionali, non ha pagato l’interesse di 47,5 milioni di dollari sull’obbligazione in dollari con scadenza marzo 2024 e cedola del 9,5% . Giovedì scorso non ha staccato dividendi per 83,5 milioni di dollari su un’altra obbligazione. A partire dal 23 settembre scorso, Evergrande ha 30 giorni di tempo per saldare i bondholder e scongiurare il default. La finanza mondiale ha gli occhi puntati su questa vicenda, la maggior ristrutturazione della Cina, e su come la sbroglierà il governo di Pechino. Per ora il partito comunista sta dando priorità ai cinesi. Ha congelato i conti del colosso immobiliare impedendo il pagamento delle cedole se prima non vengono consegnate alla popolazione le case in costruzione. Intanto ieri Evergrande ha avvisato la borsa di Hong Kong di aver chiuso un accordo per vendere quasi il 20% (del 34,5% in portafoglio) di Shengjing Bank, con sede nella città di Shenyang, nella provincia di Liaoning, a una società i cui soci sono la filiale locale della Commissione di supervisione e amministrazione dei beni, di proprietà statale, così come le amministrazioni locali e provinciali. L’operazione riguarda l’asset di maggior pregio nel portafoglio del gruppo e rende lo Stato azionista di riferimento dell’istituto di credito. Shengjing Bank ha chiesto che Evergrande utilizzi i proventi netti della vendita per rimborsare almeno parte dei prestiti che la stessa banca ha concesso al gruppo. Il governo, quindi, si sta muovendo per organizzare un default pilotato. E anche ieri la Banca popolare cinese ha iniettato 15,5 miliardi di dollari di liquidità nel sistema interbancario.

Le autorità dei mercati di Hong Kong e Singapore hanno interpellato le banche, negli ultimi giorni, per capire la loro attuale esposizione a Evergrande, mentre ieri l’agenzia americana Fitch ha tagliato il rating a un solo gradino sopra D, ossia «default».

Il titolo Evergrande ha chiuso alla borsa di Hong Kong a 3,07 dollari locali, in rialzo del 15%, ma ancora in perdita del 78% da inizio anno. Il bond in dollari con scadenza marzo 2022 (quello che non ha staccato cedola la settimana scorsa) è sceso di 1,5 centesimi a quota 24,7. L’Hang Seng ha chiuso in rialzo dello 0,67% trainato proprio dal settore immobiliare grazie anche al fatto che lunedì la Banca centrale cinese ha promesso, in un documento pubblicato sul proprio sito istituzionale, di riproteggere i consumatori esposti al mercato immobiliare, senza tuttavia menzionare Evergrande.

Le autorità sperano che lo spezzatino del gruppo, i cui asset stanno finendo in mano di società pubbliche o partecipate dallo Stato, scongiuri o almeno mitighi eventuali disordini sociali che potrebbero verificarsi se Evergrande dovesse subire un crollo disordinato. Per esempio la costruzione dello stadio di Guangzhou, quasi 2 miliardi di dollari per la struttura più capiente al mondo, dovrebbe finire nelle mani di Guangzhou City Construction Investment Group. (riproduzione riservata)
Fonte: logo_mf