L’economia degli Emirati Arabi Uniti ha subito un duplice shock nel 2020: il crollo dei prezzi del petrolio e la pandemia di COVID-19. Coface prevede nel 2021 una crescita del 3,1%

Coface prevede che le performance del turismo, delle costruzioni e del commercio al dettaglio negli Emirati Arabi Uniti siano fortemente correlate alle nuove varianti del virus. L’evoluzione del COVID-19 sarà determinante anche per il settore del commercio al dettaglio, uno dei più diversificati e sviluppati della regione.

Il settore petrolifero e i trasporti beneficeranno della forte ripresa economica mondiale e regionale. A luglio, gli EAU hanno concordato con l’OPEC+ l’aumento della produzione petrolifera di base. Malgrado le difficoltà, le prospettive restano positive per il settore petrolifero del Paese, in linea con alcuni progetti di investimento. Infine, la posizione degli EAU, in qualità di hub commerciale regionale, sosterrà il settore dei trasporti.

In questo contesto, la normalizzazione delle relazioni tra gli Emirati ed Israele sarà vantaggiosa in termini di commercio ed investimenti in alcuni settori. Potrebbero sorgere tensioni inaspettate con l’Arabia Saudita a causa della concorrenza per l’ottenimento dello status di «hub» regionale, ma dovrebbero limitarsi alla sfera economica.

«Gli Emirati Arabi Uniti sono una delle economie più diversificate della regione e svolgono un ruolo importante come hub commerciale regionale. Prevediamo che la crescita sarà sostenuta dall’aumento dei prezzi del petrolio, dalla forte campagna di vaccinazione nel Paese e dalla ripresa dei volumi commerciali globali. Questi fattori porteranno a un miglioramento delle condizioni operative per alcuni settori come turismo, energia e commercio al dettaglio, anche se il ritmo della ripresa sarà variabile. L’organizzazione di Expo 2020 aiuterà il Paese ad attrarre turisti, che a loro volta sosterranno il settore edile ed immobiliare, che richiederà più tempo per tornare alle performance pre-crisi. Infatti, lo smart working e il calo della popolazione espatriata a seguito della crisi continueranno a esercitare pressioni sui prezzi degli immobili. La volontà delle autorità di seguire una disciplina finanziaria peserà anche sui nuovi progetti. Stabilire nuove alleanze regionali è diventato più importante per gli EAU considerata la crescente concorrenza di Arabia Saudita e Qatar per la posizione di hub regionale. Il ripristino delle relazioni con Israele dovrebbe fornire opportunità significative per entrambi i paesi in termini di commercio ed investimenti e per un’ampia gamma di settori come turismo, agricoltura, difesa ed energia”, ha commentato Seltem İYİGÜN, Economista di Coface.

Emirati Arabi Uniti

Una ripresa duratura dopo il COVID?

  • Dopo la guerra sui prezzi del petrolio tra Arabia Saudita e Russia a marzo 2020, il prezzo al barile è sceso a 20 dollari, da 70 dollari circa di inizio anno. Secondo le stime, l’economia degli Emirati Arabi Uniti ha subito una contrazione del 6,1% nel 2020, in linea con quella dell’economia mondiale. L’economia non petrolifera si è contratta del 6,2%, con un calo del 23,6% per i servizi di alloggio e ristorazione, del 13% per il commercio all’ingrosso e al dettaglio e del 10,4% per le costruzioni. Le prospettive di crescita per il 2021 sono più rosee e dovrebbero raggiungere il 3,1% grazie a diversi fattori: effetto base, aumento dei prezzi del petrolio, percentuale elevata di vaccinazione (uno delle più alte al mondo) e ripresa dell’economia globale più veloce del previsto.
  • Il primo impatto della rapida diffusione dei vaccini e della revoca delle restrizioni sanitarie si farà sentire nel settore del turismo, che nel 2019 rappresentava dal 7 all’8% del PIL. Si stima che gli arrivi internazionali negli Emirati Arabi Uniti siano crollati di circa il 70%. Grazie al vaccino, le autorità hanno permesso agli hotel di riaprire le loro porte e ripartire a pieno regime. Questo dovrebbe consentire all’Emirato di massimizzare l’impatto del Dubai World Expo, un evento attesissimo che durerà sei mesi e inizierà ad ottobre 2021. Circa il 35% degli arrivi turistici totali negli EAU proviene dall’Asia-Pacifico, il 27% dall’Europa e il 26% dal Medio Oriente. Una volta riaperti questi paesi e vaccinati i visitatori, il settore del turismo riprenderà.

Il ritorno alle performance pre-crisi non dovrebbe essere immediato. I 12 milioni di turisti previsti nel 2021 saranno inferiori ai livelli pre-crisi e dovrebbero generare ricavi per 15$ mld USA rispetto ai 35$ mld del 2019. La ripresa andrà di pari passo con le vaccinazioni nei paesi della regione, le restrizioni di viaggio e i rischi per la salute che persisteranno in tutto il mondo. Inoltre, la decisione delle autorità federali di attuare misure restrittive finanziarie riducendo la spesa del 5,3% nel 2021 peserà sulla realizzazione di nuovi progetti nei settori turistico e alberghiero.

  • Il rigore fiscale rallenterà la ripresa del settore immobiliare e delle costruzioni, già in contrazione nel 2020. Nel primo trimestre 2021, i prezzi di vendita e gli affitti medi a Dubai erano ancora in calo del 5% e del 10% rispetto all’anno precedente. Ad Abu Dhabi, i prezzi medi di vendita sembrano essersi stabilizzati nel primo trimestre 2021, mentre i canoni medi di locazione erano ancora inferiori del 3,5% al livello del 2020. Tuttavia, gli EAU rimangono un hub attraente grazie alla loro stabilità politica e al contesto imprenditoriale favorevole. Le autorità hanno recentemente accordato la proprietà estera al 100% delle imprese locali allo scopo di incoraggiare gli investimenti diretti esteri e hanno implementato nuove iniziative in materia di visti per gli espatriati. La pandemia ha causato una massiccia partenza di professionisti espatriati dal Paese.
  • La vaccinazione e la ripresa dei flussi turistici avranno un effetto positivo sulle vendite al dettaglio, anche se in maniera graduale. Dopo il crollo del 14,3% nel 2020, i consumi privati dovrebbero crescere dell’1,1% nel 2021, sostenuti dalle misure di rilancio del governo. Le misure comprendono un sostegno federale – attraverso la riduzione di tasse, imposte e altri oneri per le imprese – garanzie di credito e rimborsi fiscali. Per le famiglie, il governo ha introdotto dilazioni di pagamento per i crediti insoluti, interessi sui prestiti e carte di credito, sussidi per acqua ed elettricità, così come diverse agevolazioni sui servizi bancari.

Le spese alimentari ad eccezione dell’alcool dovrebbero aumentare del 3,3 % nel 2021 rispetto al 2020. Gli elettrodomestici sono un altro segmento che beneficerà della ripresa: un + 4,9% nelle vendite nel 2021, dopo un calo del 9,2% nel 2020. Questa diminuzione è principalmente il risultato di un rinvio di importanti acquisti durante la pandemia.

Petrolio e trasporti navigano sulla ripresa dell’economia e del commercio mondiale

  • L’incremento dei prezzi del petrolio contribuirà anche alla ripresa economica degli EAU, dal momento che rappresenta circa il 30% del PIL e il 50% delle entrate fiscali. Finora, nel 2021, i prezzi del petrolio sono aumentati di circa il 50% rispetto a fine 2020 raggiungendo i 73 $ al barile, in ragione dell’aumento della domanda mondiale e di alcune interruzioni dell’offerta. Gli EAU esportano all’incirca il 90% del petrolio verso l’Asia. La ripresa economica in Giappone, Corea del Sud e Cina sarà quindi cruciale per le entrate da esportazione. I termini dell’accordo OPEC+ concluso ad aprile 2020 – che mira a ridurre una parte della produzione di petrolio per sostenere i prezzi del petrolio – penalizzano fortemente gli Emirati.

Dopo la sospensione delle negoziazioni, gli EAU e l’Arabia Saudita si sono accordati su una nuova base di produzione a partire da maggio 2022. Queste entrate petrolifere sono necessarie a finanziare la strategia di diversificazione economica e ad estendere le loro capacità ad altri segmenti.

Malgrado questa sfida a breve termine, le prospettive restano positive per il settore petrolifero degli EAU, in linea con alcuni progetti di investimento volti ad accrescere la capacità di produzione del Paese.

  • L’entità della ripresa economica dipenderà anche dal ruolo di hub regionale degli EAU. L’aumento dei volumi del commercio internazionale, in seguito alla riapertura delle economie e agli sforzi compiuti a livello mondiale per la campagna vaccinale, sosterrà il commercio degli Emirati, che nel 2021 dovrebbero raggiungere i 540 $ USD contro i 478 $ USD nel 2020. Gli idrocarburi rappresentano circa il 20% del totale delle entrate da esportazione di beni. I principali beni riesportati dal Paese sono prodotti minerali, plastica, chimici, metalli e veicoli di trasporto, quest’ultimi particolarmente sensibili ai prezzi delle materie prime a livello mondiale. La ripresa di tutte queste categorie comporterà un aumento del trasporto di merci su strada, lo stesso vale per quello aereo che dovrebbe crescere grazie al rafforzamento della domanda domestica, all’organizzazione dell’Expo 2020 e al trasporto di prodotti sanitari di emergenza.

In questo nuovo contesto economico, stabilire delle alleanze è diventato fondamentale per cogliere opportunità. È importante quindi analizzare gli sforzi di relazione tra EAU e Israele e le recenti controversie con l’Arabia Saudita nell’ambito delle negoziazioni OPEC+.

Opportunità e sfide regionali

  • A settembre 2020, gli Emirati Arabi Uniti sono diventati il terzo paese arabo ad accettare di normalizzare le proprie relazioni con Israele. L’accordo rappresenta delle importanti opportunità per i due paesi in termini di commercio ed investimenti. Per gli EAU, potrebbe essere un passo chiave per stimolare gli sforzi di diversificazione; turismo, difesa, agricoltura ed energia saranno i principali beneficiari. Le importazioni israeliane di greggio e di altri liquidi potrebbero aumentare del 5,9% rispetto all’anno precedente. L’accordo consentirà agli EAU di prendere una quota di questa domanda supplementare. La normalizzazione delle relazioni permetterà anche agli Emirati di beneficiare della capacità tecnologica e di innovazione israeliana. Ad aprile 2021, gli EAU hanno annunciato la strutturazione di un fondo di investimento da 10 mld di dollari per investire in questi settori strategici in Israele, in particolare energia, acqua, produzione, spazio, agro-tecnologie e sanità. A giugno, i due paesi hanno anche siglato un accordo bilaterale di cooperazione economica e commerciale. Le autorità hanno dichiarato che il commercio bilaterale ha raggiunto i 675 milioni di dollari nei dieci mesi seguenti la firma dell’accordo di normalizzazione delle relazioni.
  • La principale ragione di conflitto tra Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita è legata in realtà alla volontà di diversificare le proprie economie al di fuori del petrolio. Attualmente, gli EAU detengono lo status di hub commerciale regionale. Dall’altra parte, l’Arabia Saudita, la cui economia dipende maggiormente dal petrolio rispetto agli EAU, ha messo in atto una strategia che mira a trasformare il Paese in un centro di affari e commercio. La concorrenza si presume resti limitata alla sfera economica, poiché sul piano politico i due paesi dovrebbero continuare ad essere alleati, in particolare in un periodo come questo segnato da incertezze in termini di stabilità regionale. Le relazioni tra i paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo e l’amministrazione statunitense sembrano essersi raffreddati. Inoltre, gli Stati Uniti intendono ripristinare l’accordo nucleare con l’Iran, da cui si sono ritirati nel 2018. Queste incertezze dovrebbero scongiurare una spaccatura delle relazioni politiche tra le due potenze della regione.