di Anna Messia
Per i broker assicurativi rappresentati dall’Aiba non c’è nessun vantaggio nel creare l’Oria, il nuovo organismo per la gestione dell’albo degli intermediari assicurativi. Anzi, il rischio è quello di fare aumentare i costi. Si alzano quindi nuove critiche verso l’Oria, il cui avvio è stato bloccato con la messa a punto della bozza di decreto del ministero dello Sviluppo Economico (Mise). La bozza è pervenuta lo scorso 24 agosto e il Mise ha richiesto alle associazioni di categoria l’invio delle osservazioni di analisi di impatto regolamentare entro il termine perentorio di 10 giorni, come ricordano da Aiba, sottolineando che si tratta di un intervallo poco congruo per un’analisi attenta, specie nel periodo estivo. Ma i broker contestano innanzitutto la necessità di creare un organismo ad hoc alternativo al sistema vigente e ravvisano il rischio di un aumento notevole di costi a cui non corrisponderebbe una maggior efficienza. «Di fatto, l’Oria assumerebbe su di sé la competenza inerente alla tenuta del registro degli intermediari (Rui), ma non anche quella della vigilanza sugli operatori a causa di uno specifico divieto previsto dalla direttiva Idd, competenza che quindi rimane in capo a Ivass, con il rischio di un aumento delle incertezze regolamentari e di costi, laddove di fatto due autorità insisterebbero su competenze affini o contigue», scrivono aggiungendo che le risorse umane di Ivass che oggi si dedicano all’albo non saranno trasferite all’organismo, con perdita di know-how e competenze. (riproduzione riservata)

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