Dopo anni di incubazione sta finalmente per nascere l’Oria, l’organismo a cui sarà affidata la gestione del Rui, cioè il registro unico degli intermediari assicurativi con una gestazione che appare però ancora travagliata. Il ministero dello Sviluppo Economico, lo scorso 24 agosto, ha inviato alle associazioni di categoria del settore assicurativo la bozza dello schema di decreto del Presidente della Repubblica che istituisce l’Oria, chiedendo di formulare entro dieci giorni le osservazioni in merito all’analisi di impatto. Gli agenti di assicurazione, visto che il periodo festivo, hanno subito provato a chiedere una rinvio di qualche giorni, ma dal ministro hanno confermato la scadenza con l’intenzione di accelerare l’emanazione di decreti bloccati da anni, seguendo le indicazioni che sembrano arrivate dalla Presidenza del Consiglio. I contrasti maggiori per l’Oria si registrano però nel merito del decreto che dà vita all’Organismo che prenderà il posto del Rui, finora gestito dall’Ivass, seguendo la stessa strada già percorsa dai consulenti finanziari il cui albo è tenuto da un organismo ad hoc, l’Ocf, che ha assorbito le funzioni prima svolte dalla Consob. A differenza dell’Ocf, tuttavia, l’Oria non svolgerà la vigilanza sugli intermediari assicurati che continuerà ad essere presidiata dall’Ivass, ma sarà solo responsabile della tenuta dell’Albo (iscrizione, formazione, verifica dei requisiti) nonché della promozione dei principi di correttezza e diligenza presso gli intermediari iscritti. Ma nonostante i compiti circoscritti gli animi sembra decisamente caldi: gli agenti che chiedono al ministero dello Sviluppo Economico di tenere fuori dall’Oria le compagnie di assicurazione. Le prime richieste sono arrivate nei giorni scorsi dallo Sna, che ha puntualizzato che “l’assemblea degli associati all’Oria, che comprende sindacati, associazioni, federazioni di intermediari del settore assicurativo, deve rispecchiare il criterio di proporzionalità rispetto al numero degli iscritti ai sindacati ed associazioni di categoria, aggiungendo che vanno «escluse le imprese di assicurazione e riassicurazione e le loro associazioni di categoria, che oltre a non potersi iscrivere al registro, rappresentano sotto vari profili le naturali controparti, con manifesti conflitti di interesse, degli intermediari assicurativi». Posizione condivida dagli agenti Anapa con il presidente Vincenzo Cirasola che ha puntualizzato che «associati al futuro organismo degli intermediari assicurativi dovrebbero essere soltanto le associazioni di rappresentanza degli stessi intermediari (agenti di assicurazione e broker) e non anche le imprese assicuratrici». Mentre i broker di Acb, tra le altre cose, rilevano la possibile illegittimità del provvedimento per mancata previsione dell’acquisizione del parere delle competenti Commissioni Parlamentari. (riproduzione riservata)

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