Il Parlamento UE chiede una maggiore autosufficienza ai Paesi dell’Unione su medicinali e le attrezzature mediche, aggiungendo che i trattamenti devono essere disponibili a prezzi accessibili e in qualsiasi momento.

Lo si legge nella risoluzione approvata giovedì 17 settembre, con 663 voti favorevoli, 23 contrari e 10 astensioni.

Il Parlamento indica che va data la massima priorità all’incremento della produzione interna di farmaci essenziali e strategici, poichè attualmente il 40% dei medicinali finiti commercializzati nell’UE proviene da Paesi terzi, mentre il 60-80% dei principi attivi dei medicinali viene fabbricato al di fuori dell’Unione, principalmente in Cina e in India.

La Commissione e gli stati membri devono inoltre vagliare gli investimenti esteri diretti negli impianti destinati alla produzione farmaceutica, che costituiscono parte dell’infrastruttura sanitaria essenziale dell’Europa, oltre a incoraggiare l’introduzione di incentivi finanziari, per convincere le aziende a produrre principi attivi farmaceutici e medicinali in Europa.

Secondo i parlamentari, la Commissione dovrebbe costituire una riserva strategica europea di prodotti farmaceutici di interesse sanitario e strategico, sul modello del meccanismo RescEU. Dovrebbe funzionare come una “farmacia europea per le emergenze” per ovviare alle carenze ricorrenti. La parità di accesso per tutti gli Stati membri dovrebbe essere garantita attraverso un nuovo meccanismo di distribuzione equa. Per facilitare la circolazione dei medicinali tra i Paesi, i deputati chiedono regole più flessibili sui formati delle confezioni, sulle procedure di riutilizzo, sui periodi di scadenza e sull’uso di medicinali veterinari.

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