Attività tessili, abbigliamento, prodotti ittici: sono questi i mercati preferiti dalcybercrime per il riciclaggio di denaro sottratto attraverso attacchi informatici. Attività che causano perdite stimate in 1,5 trilioni di dollari l’anno, nel mondo. Lo evidenzia il report “Follow the Money” di Swift e realizzato da Bae Systems, che descrive la complessa rete di money mules, società o soggetti (non sempre consapevoli) utilizzati dagli hacker per la sottrazione di fondi al sistema finanziario dopo un attacco informatico.

Il report evidenzia le dinamiche delle tecniche di riciclaggio messe in atto per ottenere disponibilità finanziaria liquida ed evitare ogni successiva tracciabilità dei fondi.

Ad esempio, gli hacker – si legge nel report – si servono spesso di persone in cerca di lavoro ignare delle loro reali intenzioni per fungere da “money mules”, pubblicando annunci di lavoro verosimili, completi di riferimenti relativi agli impegni di tutela della diversità e dell’inclusione da parte della società intenzionata ad assumere.

Inoltre, si avvalgono dell’aiuto di persone interne agli istituti finanziari per eludere o sabotare il controllo dei team di compliance che effettuano controlli di KYC (know-your-customer) e due diligence sulle nuove aperture di conti correnti. Infine, gli hacker convertono i fondi rubati in beni come immobili o gioielli, che hanno maggiore capacità di mantenere il loro valore nel tempo e che hanno meno probabilità di attirare l’attenzione delle forze dell’ordine.

Fonte: Corcom