Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


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I costi del welfare aziendale non superano il test dell’inerenza agli effetti dell’Iva: secondo la risposta n. 338/2020 dell’Agenzia delle entrate, il datore di lavoro non può detrarre l’imposta sulle prestazioni di servizi acquistate per erogarle gratuitamente ai dipendenti, ai sensi delle disposizioni dell’art. 51, secondo comma, del Tuir, trattandosi di costi che non presentano, agli effetti dell’Iva, il necessario nesso con l’attività economica. La società interpellante sosteneva invece che tali spese rientrassero tra le spese generali dell’impresa in quanto concernenti l’acquisizione di «prestazioni accessorie rispetto alle esigenze dell’impresa» e che, conseguentemente, la relativa Iva fosse detraibile, indipendentemente dalla irrilevanza delle operazioni a valle statuita dall’art. 3, terzo comma del dpr 633/72.
La compromissione dei server delle aziende, soprattutto quelli in cloud, rappresenta una importante e crescente fonte di guadagno per i cyber criminali. È quanto rileva la recente indagine «The Hacker Infrastructure and Underground Hosting: Services used by criminals» , che analizza appunto le infrastutture e i servizi usati dai criminali, condotta dagli analisti di Trend Micro. In particolare, le attività preferite dagli hacker sono l’estrapolazione di dati sensibili, la vendita delle credenziali per accedere al server per ulteriori abusi o la preparazione per un attacco mirato. In base agli esiti della ricerca, sono i server cloud quelli particolarmente esposti in quanto spesso non hanno la stessa protezione garantita per gli ambienti on-premise, ossia in sede. Considerando anche che, con specifico riferimento al panorama italiano, il 37% dei dipendenti utilizza i dispositivi personali per accedere ai documenti aziendali, spesso via cloud, come evidenzia l’analisi «Head in the Clouds» condotta sempre da Trend Micro. Tali device sono meno sicuri di quelli corporate e sono esposti anche alle vulnerabilità degli altri dispositivi connessi alla stessa rete domestica.
La società di servizi di conservazione dei dati è un responsabile esterno del trattamento. Questo vale per la società che ospita le informazioni sui dipendenti di una azienda. È questa una delle risposte fornite dalle «Linee-guida sui concetti di titolare del trattamento e responsabile del trattamento nel Gdpr», diffuse in pubblica consultazione dal Comitato europeo per la protezione dei dati personali (siglabile con l’acronimo inglese «Edpb»), che riunisce tutti i garanti europei della privacy.
Risarcimento differenziato per perdita definitiva o parziale del bene. Ove il danno possa essere rimediato con una riparazione, va rammentato che il documento Oic 16 sottolinea che: a) le riparazioni non possono essere pianificate, ma entro certi limiti possono essere ragionevolmente previste; b) le manutenzioni e riparazioni costituiscono un’unica classe di costi inerenti le immobilizzazioni materiali che, unitamente alle quote di ammortamento, concorrono a esprimere il contributo che le immobilizzazioni producono sul risultato economico dell’esercizio d’impresa.  Così, per esempio, il danno subito da un autocarro a seguito di una grandinata che richiede un intervento di riparazione al fine di ripristinarne il buono stato di funzionamento del bene va contabilizzato nella voce B.7 del conto economico, mentre l’indennizzo assicurativo deve essere riportato nella voce A.5.

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  • Allarme welfare, il Pil sottozero taglierà le pensioni dei giovani
Le recessioni impattano sulle pensioni future. Ma un Pil allo zero virgola fa anche peggio.  Un trentenne di oggi rischia di ricevere un assegno previdenziale più basso del 20-30% solo perché l’economia non cresce. Se a questo si aggiunge una carriera intermittente, fatta di buchi e contrattini, il futuro è compromesso. Il problema è però di tutti. Anche di quarantenni e cinquantenni che sono per intero nel sistema contributivo (prenderanno in base a quanto versato e non sugli ultimi stipendi) perché hanno iniziato a lavorare dal 1996, quando la riforma Dini ha agganciato le pensioni alla media quinquennale del Pil, la media cioè di 5 anni di Pil. Ogni anno si “mettono da parte” i contributi – versati all’Inps o ad altre gestioni previdenziali – e questi contributi sono rivalutati in base all’inflazione e al Pil applicando a quel montante un coefficiente. Se il Paese va male, le pensioni scendono. Se corre, gli assegni volano. Non è l’unico criterio. Conta anche la carriera, meglio se continua e con tanti scatti di stipendio. E l’età del pensionamento: più tardi si esce e più soldi si incassano. «È molto difficile stimare l’impatto di un singolo anno negativo sulla pensione futura», ragiona Andrea Carbone, partner di Progetica ed esperto di previdenza. «Non sempre è visibile, perché viene stemperato dalla media quinquennale del Pil usata per le rivalutazioni, a sua volta influenzata sia dal rimbalzo fisiologico negli anni successivi al tonfo che dalla clausola di salvaguardia del 2015». Mai il segno meno del Pil si è trasferito sulle pensioni degli italiani, dal 1996 ad oggi. L’unica volta che si è verificato – media quinquennale pari a -0,2% nel 2014 – il legislatore lo ha impedito. Il sessantenne rinuncia al 2% (44 euro), solo perché è più vicino all’uscita e gli anni di stagnazione che possono impattare sulla sua pensione sono minori. Il quarantenne e cinquantenne lasciano tra il 12 e il 17% dell’assegno. Il nemico è dunque un futuro da zero virgola.

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Aumentano i furti delle auto più costose. Il fenomeno colpisce soprattutto il breve termine. Il 50% dei veicoli viene recuperato grazie a strumenti di sicurezza sempre più sofisticati
I furti d’auto in Italia sono in graduale calo, ma non nel settore del noleggio a breve termine che continua anche a risentire della pandemia di Coronavirus, tra crisi dei turisti e privati che preferiscono utilizzare l’auto di proprietà. In un recente report l’Aniasa, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, rileva come lo scorso anno sono stati 1.800 le vetture e i furgoni sottratti (perlopiù in Campania, Puglia, Sicilia, Lazio e Lombardia dove si concentra il 90% dei casi), in crescita dell’11% rispetto al 2018. Secondo l’indagine, che parla di danni per gli operatori pari a 12,5 milioni di euro, negli ultimi anni i criminali hanno scelto di concentrarsi sulle auto più costose e dunque più appetibili per la vendita dei pezzi di ricambio sul mercato nero e per l’esportazione nei Paesi dell’Est.
Una delle ultime novità è “l’auto spia” che lancia l’allarme quando incrocia un mezzo che è stato portato via al proprietario. Veicoli che si trasformano in rilevatori di vetture rubate. O ancora sistemi che, in caso di sabotaggio o di tentativo di rendere inattivi i sistemi antifurto di bordo, inviano un segnale di allarme al proprietario dell’auto. Per gli operatori del noleggio a breve termine la tecnologia rappresenta un alleato strategico nella lotta ai furti, diventati ormai una piaga per il settore anche a causa di ladri che si sono fatti più abili e high-tech. Le soluzioni più diffuse spaziano dall’antifurto satellitare alla scatola nera da installare a bordo che offre una serie di funzionalità, come l’invio di un alert quando la vettura esce da un’area predefinita senza il proprietario a bordo o la possibilità di localizzazione del veicolo tramite gps.
  • Tra benefit, stock option e assicurazioni: ecco dove i ceo guadagnano di più
Usa, Germania e Svizzera pagano molto, ma lo stipendio nasconde alcune insidie: dietro il compensation mix ci sono voci da esaminare attentamente prima di chiudere la trattativa. L’Italia è al quinto posto prima di Francia, Cina e Canada.
  • Noleggio. Resiste il lungo termine, crolla il breve. Tre anni in salita per tornare ai livelli 2019
Il presidente di Aniasa Archiapatti: “Diminuite le immatricolazioni, ma le aziende non rinunciano al parco auto. Da incentivare gli acquisti del nostro usato Euro 6 per sostituire le vetture più inquinanti”.
  • Alla riscossa con high tech e flessibilità
Da Arval ad Ald e Leasplan i punti di forza delle società: dotazioni innovative, tariffe a consumo, offerta di mobilità integrata (auto più monopattino) e nuove soluzioni assicurative

  • Cyber pirati, tornado (e virus): protezione 4.0 per le aziende
Attacchi informatici simulati, sensori tech alle abitazioni, l’app per misurare il rischio Covid tra i dipendenti. Le strategie di Aon per mitigare i pericoli di una fase difficile. Il ceo per l’Italia Vanin: le crisi vanno gestite, non subite. Nel nostro indice globale che esamina la scala dei rischi per i business, quello legato ad una pandemia è salito tra i primi dieci. Si va verso una gestione preventiva delle incognite per ridurre le probabilità che le imprese subiscano danni

  • Le responsabilità di gestori e sindaci
L’approvazione del bilancio da parte dell’assemblea dei soci è l’ultimo step prima del deposito del documento, ma precedentemente sono previsti altri passaggi la cui responsabilità ricade, in primis, in capo agli amministratori e, poi, sugli altri organi societari. Possono, infatti, verificarsi diversi scenari. Può succedere che il progetto di bilancio venga predisposto, ma non approvato dagli amministratori, da cui deriva la mancata convocazione dell’assemblea dei soci. In questa prima ipotesi si manifesta un profilo di responsabilità a carico dell’organo di gestione ed in subordine dell’organo di controllo. Gli amministratori, infatti, ai sensi dell’articolo 2383 del Codice civile, sono sempre revocabili dall’assemblea (salvo il diritto al risarcimento dei danni, se la revoca avviene senza giusta causa); inoltre, la mancata predisposizione del progetto di bilancio o della convocazione dell’assemblea possono integrare un’ipotesi di azione di responsabilità verso gli amministratori prevista dall’articolo 2393 del Codice civile. In queste situazioni, il collegio sindacale è tenuto a convocare l’assemblea (articolo 2406), se non vuole incorrere in azione di responsabilità. A ciò si aggiunga, che gli amministratori e i sindaci sono passibili dell’irrogazione della sanzione amministrativa pecuniaria da 1.032 a 6.197 euro, aumentata di un terzo in caso di convocazione a seguito di perdite o per effetto di espressa legittima richiesta da parte dei soci.