Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Inizio di secondo semestre positivo per le reti di consulenza finanziaria abilitate all’offerta fuori sede, che hanno concluso il mese di luglio con una raccolta netta positiva pari a 3,9 miliardi di euro. Lo rivelano i dati Assoreti, che mostrano una crescita del 28,6% su base annua e dell’8,8% in confronto al mese di giugno. A guidare le scelte d’investimento, i prodotti di risparmio gestito (71,3% del totale delle risorse nette, pari a 2,8 miliardi), che sono in crescita su base annua del 49,2%. Raccolta amministrata pari a 1,1 miliardi, in aumento di oltre il 100% (+105,1%) rispetto al mese di giugno, quando era stata di 545 miliardi. Più nel dettaglio, la raccolta netta realizzata attraverso la distribuzione diretta di fondi comuni è stata positiva per 1,2 miliardi, in aumento su base annuale ma in calo rispetto a giugno (1,5 miliardi).
Con una spesa media di 850 euro a famiglia e una scelta orientata prevalentemente su case o hotel a 3 stelle si chiude il primo bilancio dell’estate Covid. Estate che avrà un naturale prolungamento fino all’autunno, perché quasi 6 italiani su 10 contano di fare qualche giorno di vacanza tra fine settembre e il mese di ottobre. Il consuntivo e le previsioni per i prossimi mesi arrivano dall’Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo guidata da Giorgio Palmucci.  Non si arresta il calo nelle prenotazioni: -92,5% dal 24 agosto al 4 ottobre. Si prevede che per fine 2020 i visitatori internazionali che avranno pernottato in Italia faranno registrare un calo del -58% fermandosi a 37 milioni. Di conseguenza la spesa turistica in entrata dall’estero è attesa in diminuzione di 24,6 miliardi di euro nel 2020 rispetto al 2019. Saldo negativo anche per la spesa domestica: -43,6 miliardi.
L’imprimatur del comitato nomine presieduto da Maurizio Costa è già arrivato e domani spetterà al cda di Mediobanca dare luce verde alla lista. Come previsto, la formazione (la prima presentata con il nuovo sistema monistico) sarà all’insegna della continuità con la conferma del presidente Renato Pagliaro, del ceo Alberto Nagel e del direttore generale Francesco Saverio Vinci. A uscire dovrebbero essere soltanto Marie Bolloré (figlia di Vincent e in cda dal rinnovo del 2014) e il vice presidente Alberto Pecci (entrato nel 2012 su indicazione della famiglia Pesenti, ma non candidabile per i limiti di età). Molte insomma le conferme: l’altro attuale vice presidente Maurizia Angela Comneno, Elisabetta Magistretti (entrambe in passato in quota Unicredit), Costa (Fininvest), Maurizio Carfagna (famiglia Doris), Valerie Hortefeux (Bolloré), Gabriele Villa (docente all’università Cattolica arrivato alla fine del primo mandato), Maximo Ibarra e Vittorio Pignatti-Morano (cooptati in consiglio nel 2018 al posto dell’ex presidente di Telefonica Cesar Alierta e del banchiere Massimo Tononi). Sarà quindi un rinnovo decisamente meno profondo del precedente, quando dal board uscirono Marco Tronchetti Provera, Tarak Ben Ammar e il presidente del patto di sindacato Angelo Casò. Una scelta di continuità che va letta anche alla luce delle trasformazioni avvenute negli assetti di controllo. Con la Delfin di Leonardo Del Vecchio pronta a balzare oltre il 9,9 verso il 20%, gli amministratori hanno scelto di ribadire strategia e indipendenza. Sulla difesa della indipendenza insisterebbero peraltro anche le modifiche statutarie che domani riceveranno luce verde dal cda.
L’appuntamento è per dopodomani, giovedì 17 settembre, quando si terrà la prima edizione dell’Italian Insurtech Summit organizzato dall’Italian Insurtech Association (IIA). Si tratta dell’associazione nata a inizio 2010 con l’obiettivo di accelerare l’innovazione dell’industria assicurativa attraverso formazione tecnica, condivisione di best practice tecnologiche, generazione di sinergie tra gli associati e confronto con le istituzioni nazionali e internazionali. IIA conta già 140 associati tra banche, assicurazioni e società tecnologiche. Il divario da recuperare dall’Italia rispetto al resto d’Europa è piuttosto ampio: nel 2019 nel Paese ci sono stati quattro finanziamenti di startup insurtech rispetto a una media europea di 17, con 10,5 milioni di euro di capitali raccolti rispetto alla media europea di 160 milioni, ma il dato più significativo raccolto dall’associazione presieduta da Simone Ranucci Brandimarte è probabilmente quello che riguarda il futuro: soltanto il 15% dei ceo assicurativi italiani considera l’insurtech una priorità per i mesi a venire contro una media europea che è decisamente più alta, ossia il 35%. Tendenza che l’IIA, grazie anche all’Insurtech Summit, punta ad accelerare.
  • Unipol mette a punto il green bond dopo il buyback
Unipol si appresta a lanciare una nuova emissione green: un prestito senior unsecured non convertibile della durata non superiore a 10 anni e dell’importo massimo di 750 milioni di euro. L’operazione si svolgerà contestualmente a quella del riacquisto dei titoli in scadenza il 5 marzo 2021, ancora in portafoglio agli investitori, per un ammontare di 317,3 milioni. Si tratta di obbligazioni con una cedola del 4,375%, per cui l’acquirente offre un prezzo di riacquisto pari a 101,93. L’offerta di buyback è partita ieri e terminerà alle 17 di venerdì prossimo, salvo chiusura anticipata o proroga, ed è subordinata all’emissione del nuovo green bond. La liquidità riveniente dal prestito sarà utilizzata anche per ottimizzare la gestione delle esigenze di tesoreria della società e del gruppo, tenuto anche conto delle caratteristiche dell’indebitamento in essere. Bnp Paribas, Intesa Sanpaolo, Jp Morgan, Mediobanca e Unicredit sono arranger della nuova emissione, che verrà presentata nei prossimi giorni in diversi incontri agli investitori istituzionali Il gruppo Unipol è fortemente impegnato a contribuire al movimento globale per una finanza sostenibile e verde, sostenendo il «Piano d’Azione per il finanziamento della crescita sostenibile» dell’Ue attraverso diverse strategie, azioni e strumenti.
  • Generali muove sul bonus 110%
Da lunedì 21 settembre gli agenti assicurativi avranno a disposizione gli strumenti utili per offrire il servizio ai clienti e dal 15 ottobre potrà partire l’iter per i rimborsi fiscali. Generali Italia è pronta a scendere in campo per il decollo del superbonus 110% sulle ristrutturazioni immobiliari. Un business che, come anticipato da MF-Milano Finanza dello scorso 10 settembre, fa gola a diverse assicurazioni. Le compagnie sono interessate a rilevare non solo il credito fiscale riconosciuto dal decreto Rilancio in caso di miglioramento della classe energetica e rischio sismico degli immobili (pari appunto al 110%), ma anche a offrire coperture assicurative di Rc professionale a chi si occupa dell’asseverazione dei lavori, come pure polizze per l’abitazione che (sempre in caso di lavori di efficientamento) hanno a loro volta la possibilità di beneficiare di una detrazione del 90% contro i danni catastrofali e il sisma. Da definire ci sono ancora questioni tecniche per le compagnie. A questo scopo nelle scorse settimane è stato aperto un tavolo con l’Ivass, l’autorità di controllo sul settore assicurativo, per chiarire per esempio se i crediti fiscali al 110% potranno essere utilizzati anche per gli investimenti delle gestioni separate, in pratica le polizze tradizionali di ramo I. Ma intanto, come accennato, Generali ha scaldato i motori ed è pronta a partire a stretto giro. «Vogliamo contribuire alla ripresa del settore edile», dice Massimo Monacelli, chief property & casualty officer di Generali Italia, secondo cui il giro d’affari impatterà direttamente anche sul core business della compagnia. L’offerta di Generali prevede in particolare di erogare fin da subito, a fronte della cessione del credito d’imposta dei clienti, il 102% di liquidità ai privati, con un’offerta valida fino a fine anno, e il 100% alle ditte esecutrici dei lavori. Tra le compagnie assicurative che sembrano pronte a cogliere al volo le opportunità di business offerte dal provvedimento del governo ci sono anche la torinese Reale Mutua e Poste Vita, ma l’elenco è destinato ad allungarsi.

Sono quattro le tipologie di polizze agricole sostenute tramite il fondo di solidarietà nazionale (dlgs 102/2004). Esse riguardano: le polizze assicurative a coperture dei danni sulle strutture aziendali (serre, impianti arborei, reti antigrandine e antibrina, ombrine), le assicurazioni per lo smaltimento delle carcasse di animali morti in azienda, le polizze sperimentali sui ricavi per il frumento tenero e duro, le polizze sperimentali indicizzate su cereali, foraggere ed oleaginose. Sulla Gazzetta Ufficiale del 12/9/2020, n. 227, è stato pubblicato il decreto delle Politiche agricole, con il bando per la presentazione delle domande per accedere ai contributi pubblici sui premi assicurativi, finanziati mediante risorse del bilancio nazionale.
Novità in arrivo nel welfare aziendale. Con l’intento di stimolare i consumi e al contempo favorire la ripresa delle attività produttive nell’attuale periodo emergenziale, il dl di agosto (art. 112, dl 104/2020) ha raddoppiato il limite di esenzione previsto per i fringe benefit. In particolare, la soglia di esenzione del reddito da lavoro dipendente riservata ai beni e servizi (es. buoni acquisto, buono carburante etc.) assegnati dal datore ai propri lavoratori è stata portata da 258,23 a 516,46 euro. Si tratta di una misura provvisoria che trova applicazione limitatamente al periodo d’imposta 2020. Gli operatori, quindi, sono chiamati a prestare molta attenzione all’impatto del presente incentivo sugli attuali piani di welfare aziendale, anche legati alla produttività. È bene ricordare che l’esenzione in commento non impone alcuna particolare forma, al contrario di quella prevista per i benefit aventi utilità sociale (art. 100, comma 1, Tuir), il cui costo è integralmente deducibile per il datore di lavoro solo se detti benefit sono previsti nei contratti collettivi o nei regolamenti aziendali (risp. n. 10/2019). Pertanto, il datore di lavoro, nel corso del 2020, può variare in aumento gli importi originari se questi erano stati introdotti nel rispetto del precedente limite di euro 258,23 e senza la forma scritta.
  • Generali: 102% ai privati e 100% a ditte
Erogare fin da subito, a fronte della cessione del credito di imposta del 110% dei clienti, il 102% di liquidità ai privati (proprietari e affittuari di abitazione) e condomini con offerta fino al 31/12/2020, e il 100% alle ditte esecutrici dei lavori che hanno accesso a superbonus. Un servizio di assistenza per i richiedenti attraverso una piattaforma digitale e un helpdesk dedicato atto a fornire le informazioni sul processo e la documentazione necessaria. Un’offerta assicurativa agevolata per le famiglie, i professionisti e le imprese edili. Generali Italia entra nel segmento della cessione del credito di imposta, prevista dal decreto Rilancio: dal 21 settembre i clienti potranno rivolgersi agli agenti presenti su tutto il territorio nazionale per avviare l’iter di accesso al superbonus che sarà operativo dal 15 ottobre 2020. Sul fronte assicurativo, la soluzione di Generali Italia prevede, nello specifico, la possibilità di sottoscrivere, contestualmente alla cessione del credito, polizze a copertura del rischio di eventi catastrofali per gli immobili oggetto dei lavori, che, secondo il decreto Rilancio, godono in tal caso di una detrazione del 90% del premio pagato; agevolazioni specifiche sono dedicate inoltre alla responsabilità civile delle imprese edili e alla responsabilità civile professionale di Ingegneri, architetti, geometri e tecnici per le attività di asseverazione.

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  • Ecobonus, piano Generali Italia
Ecobonus e sismabonus: Generali Italia entra nel segmento della cessione del credito di imposta, previsto dal «decreto Rilancio» tra le alternative alla detrazione, in cinque anni, delle spese per interventi di efficienza energetica ed antisismica. «La sostenibilità è il nodo che lega tutti i progetti di ripresa del Paese» ha detto Marco Sesana, country manager e ceo di Generali Italia.

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  • Nexi-Sia al traguardo Con la fusione nascerà un colosso dei pagamenti
Lavori in corso tra Sia e Nexi per dare vita al gigante italiano dei pagamenti. Secondo diverse fonti finanziare la trattativa è in stato avanzato e mancherebbero solo alcune questioni da definire per arrivare alla firma di un “memorandum of understanding” tra le due società. Ma il diavolo si nasconde nei dettagli e non è la prima volta che l’accordo salta alle battute finali. Ieri si è svolto un consiglio di amministrazione di Nexi in cui si è fatto un punto sullo stato di avanzamento delle discussioni con Sia. Nel frattempo la società controllata dalla Cassa depositi e prestiti ha rinegoziato con anticipo il contratto di fornitura con Unicredit, un accordo importante che rappresenta un quarto della redditività di Sia e che altrimenti sarebbe scaduto nel 2026. Lo scorso 5 agosto Unicredit e Sia avevano sottoscritto una lettera d’intenti per rivedere l’accordo ed estenderne la durata: Sia avrebbe concesso a Unicredit condizioni più favorevoli, ma manca da definire come e quando verranno pagate da Sia le commissioni in anticipo (le cosiddette “upfront fees”), prima di firmare il rinnovo fino al 2036.

  • Dai kiwi ai maiali, ecco le nuove pandemie della campagna
C’è una malattia, la cui origine è ancora sconosciuta, che ha già abbattuto il 10% dei kiwi italiani. C’è la peste suina, che rischia di mandare gambe all’aria una filiera miliardaria come quella dell’allevamento dei maiali. Ma ci sono anche la maculopatia delle pere, i funghi delle arance, il virus rugoso del pomodoro. Dopo la Xylella e la cimice asiatica, non c’è solo il coronavirus a rendere difficile la vita degli agricoltori italiani. C’è anche tutta una serie di nuove patologie che, se non verranno affrontate per tempo in termini di contenimento e con le giuste armi della ricerca, potranno avere un impatto nefasto sulla produzione ortofrutticola e sugli allevamenti italiani. Ad oggi nel Veronese la malattia ha intaccato più della metà della superficie dedicata ai kiwi, in Friuli la morìa ha interessato il 10% degli impianti mentre l’Emilia Romagna ha denunciato un calo di produzione del 40%. Un danno enorme per l’Italia, che è il secondo produttore mondiale di kiwi dopo la Cina e addirittura prima della Nuova Zelanda. Altro grande pericolo per le campagne italiane è quello della peste suina, che da tempo è presente nell’Est Europa ma che quest’anno ha fatto la sua comparsa in Germania e rischia di allargarsi al resto della Ue. Innocua per un uomo che si dovesse cibare di carne infetta, è quasi sempre letale per i maiali. E per il mercato delle produzioni suinicole: in Italia il settore fattura 3 miliardi di euro per la fase agricola e 8 per quella industriale, coinvolgendo 25mila aziende agricole e 3.500 imprese della trasformazione.
  • Generali entra nel mercato delle cessioni