Le iniziative delle compagnie, tra fondi straordinari e sconti sulla Rc Auto, hanno fatto crescere la fiducia dei clienti verso il settore, mentre il gradimento delle banche cala. Unipol, Generali e Allianz in vetta

di Anna Messia
È stato un periodo difficile, che ha obbligato tutti a prendere decisioni rapide in scenari inesplorati, ma le assicurazioni sembrano aver superato la prova Covid a pieni voti, almeno nei rapporti di fiducia con la clientela, che le ha premiate, specie nel confronto con le banche. Già prima della pandemia la reputazione delle compagnie era migliore di quella degli istituti bancari e il divario è ulteriormente aumentato proprio nel periodo del lockdown. Mentre le banche hanno probabilmente risentito della messa in moto al rallentatore delle procedure per concedere crediti agevolati supportati dalla garanzia pubblica, le assicurazioni agli occhi dei consumatori sono state più efficienti e c’è addirittura gli ha guadagnato punti di gradimento. I clienti sembrano aver apprezzato in particolare le diverse iniziative messe in campo durante l’emergenza sanitaria, dagli sconti sulle polizze auto ai fondi straordinari, e non è un caso che le prime tre compagnie che sembrano aver beneficiato maggiormente della crescita della fiducia da parte dei clienti sono state proprio quelle più attive nella fase di emergenza: un trio che vede sul podio UnipolSai, Generali e Allianz.

La compagnia di Bologna, tra le altre facilitazioni messe in campo, ha abbonato per esempio un mese di premio Rc Auto ai propri clienti (sotto forma di voucher al rinnovo), Generali ha lanciato un maxi-fondo straordinario di 100 milioni di euro, mentre Allianz ha proposto la polizza Rc Auto Stop&Drive, che consente di bloccare agevolmente e gratuitamente la copertura quando non si utilizza l’automobile. Ma il gradimento per il settore è ben più ampio, come emerge dalla ricerca realizzata da Swg per conto di Kearney, che ha monitorato le mosse delle compagnie durante il lockdown e indagato l’impatto del Covid-19 sulla fiducia e sulle aspettative nei confronti delle compagnie, oltre che sulle nuove esigenze rispetto a prodotti e servizi e sulla relazione tra clienti e agenti: quasi un terzo delle compagnie assicurative oggetto del campione si sono dimostrate vicine ai clienti e il 60% delle persone contattate si è dichiarato soddisfatto dell’erogazione dei servizi in periodo di emergenza. Così il livello di fiducia verso le assicurazioni è rimasto costante a 5,6 punti (rispetto a un massimo di 10) mentre per le banche c’è stato un calo dal livello di 4,8 punti precedente il Covid agli attuali 4,3 punti. Dall’analisi emerge anche che la pandemia ha sconvolto le abitudini quotidiane dei consumatori, che ora vogliono poter interagire con le assicurazioni con nuove modalità. E appare evidente che i nuovi stili di vita imporranno alle imprese assicurative di rivedere i modelli di business con una spinta tecnologica che non solo avrà l’effetto di accelerare trend già in atto, ma ne produrrà di nuovi.

Durante il lockdown gli agenti (come del resto un po’ tutti i lavoratori costretti allo smart working) hanno fatto ricorso a WhatsApp o alle videochiamate per contattare i clienti e lo hanno fatto spesso con iniziative personali. Sistemi che ora le compagnie dovranno rendere strutturali, migliorandone la sicurezza e non limitandosi a dotare la rete di tablet per la firma elettronica dei contratti. «Dopo il Covid il ruolo dell’agente risulta rafforzato e nel 35% dei casi è ritenuto sempre più importante per un supporto nelle scelte assicurative», dice Antonio Serrapica, principal di Kearney. «E in tema, a sorpresa, è ancora più importante per i giovani, i cosiddetti Millennials». Ma la presenza fisica lo è sempre meno e c’è quindi bisogno di investire su strumenti flessibili, che consentono l’interazione a distanza, oltre che di semplificare quanto più possibile i contratti assicurativi. Non solo. Se da una parte la crisi provocata dal blocco dell’economia ha avuto l’effetto di ridurre le capacità di spesa (più della metà delle persone contattate programma di spendere meno del passato nei prossimi sei mesi), «la propensione a sottoscrivere nuove polizze è invece generalmente aumentata, con un focus particolare sulla sfera salute e sulle coperture di sostegno al reddito», sottolinea Massimo Arrighi, partner di Kearney. (riproduzione riservata)

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