È probabile che l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti portino a un inasprimento della retorica protezionista che ha caratterizzato l’attuale amministrazione, con verosimili conseguenze negative nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Ciò potrebbe vanificare i risultati ottenuti con il raggiungimento della tregua tra i due
paesi raggiunta con l’accordo “phase 1” all’inizio dell’anno e le successive esenzioni tariffarie decise mutuamente durante l’emergenza Covid-19.

Brexit
La Camera dei comuni del Regno Unito ha approvato l’Internal Market Bill, che metterebbe in discussione alcuni degli impegni ricompresi nell’Accordo di Recesso UE-Regno Unito siglato a novembre 2019 e in vigore dal 1° gennaio 2020.
La materia principale del contendere riguarda la gestione del confine tra Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord che, secondo il Governo britannico, minaccerebbe l’integrità del Regno. La proposta di legge ha generato numerose controversie, anche all’interno della maggioranza conservatrice, in quanto, per stessa ammissione del Governo, costituirebbe una “limitata violazione del diritto internazionale”. I passi successivi prevedono una fase di presentazione e approvazione di emendamenti e un passaggio presso la Camera dei Lord, che ha già manifestato ostilità nei confronti della legge.

Emergenza Covid-19
Nelle scorse settimane, diversi paesi europei hanno registrato significativi aumenti del ritmo di crescita dei contagi da Covid-19, probabilmente a causa dell’effetto congiunto dell’allentamento delle misure di contenimento e l’aumento della mobilità delle persone durante la stagione estiva. La situazione è particolarmente preoccupante in Francia, Spagna e Regno Unito, dove i contagi stanno rapidamente crescendo fino a superare i picchi rilevati tra marzo e aprile scorso.
Ciò ha portato questi governi a valutare misure di contenimento mirate – e non generalizzate come in precedenza – per circoscrivere i nuovi focolai e i casi di ritorno. In parallelo i governi stanno varando nuove norme per aumentare il distanziamento sociale, quali il divieto di riunione con più di un certo numero di persone, l’accorciamento dell’orario di apertura di esercizi ricettivi, e l’obbligo di indossare presìdi protezione personale (mascherine) a partire da una certa ora anche all’aperto.
In Italia la situazione, pur essendo peggiorata sensibilmente rispetto all’inizio dell’estate, appare ancora sotto un relativo controllo. I contagi sono in media 1.500 al giorno, molti dei quali legati a casi di ritorno, a focolai già noti e a screening su persone a rischio. Una percentuale limitata, tra il 20% e il 30%, è ascrivibile a contagi locali non identificati.

Al momento il Governo italiano non ha adottato particolari misure restrittive, anche se non ha escluso di farlo nel caso la situazione lo rendesse necessario.
Sul fronte della ricerca, sono in corso numerose sperimentazioni parallele su un possibile vaccino. Il progetto più promettente, frutto di una collaborazione tra l’Università di Oxford, la multinazionale farmaceutica inglese AstraZeneca e la società biomolecolare italiana IRBM, è stato interrotto per il sospetto che uno dei partecipanti al trial avesse sviluppato
una grave infezione neurologica a causa del vaccino. Dopo qualche giorno, la sperimentazione è ripresa sulla base della valutazione di un comitato di esperti indipendenti che ha ritenuto improbabile (“unlikely”) che vi possa essere un collegamento. Ciò nonostante, alcuni paesi che avevano inizialmente aderito alla sperimentazione, tra cui gli Stati Uniti, hanno deciso di non riprendere i test. La ricerca si sta muovendo anche sul fronte delle terapie, particolarmente nel campo degli anticorpi monoclonali.

Fonte: ANIA Trends

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