di Luca Gualtieri
I soci storici si schierano al fianco di Alberto Nagel, in vista dell’assemblea che il prossimo 28 ottobre nominerà il nuovo cda di Mediobanca. Con Leonardo Del Vecchio ancora inchiodato al 9,9% ma disposto a salire verso il 15%, ieri gli azionisti della merchant bank riuniti nell’accordo di consultazione hanno espresso «apprezzamento unanime» per i conti 2019-2020 dell’istituto, annunciando la lista per il rinnovo del collegio sindacale. Non trattandosi di un sindacato di blocco o di voto, il patto non si esprimerà compattamente in assemblea ma, con ogni probabilità, quel 12,6% sosterrà il cda uscente e la sua lista. Storicamente vicini al top management sono del resto molti componenti del nocciolo, da Mediolanum (3,28%) a Fininvest (2%), dai Benetton (2,1%, attraverso Schematrentatre) ai Gavio (0,66%) per citare i principali.

A favore del board potrebbe peraltro esprimersi un buon numero degli investitori istituzionali, che oggi detengono oltre il 50% del capitale di Mediobanca. I restanti voti confluiranno sulla lista che Assogestioni dovrebbe presentare nei prossimi giorni, ricandidando Angela Gamba e Alberto Lupoi.

Sulla discesa in campo di una seconda lista di minoranza non si hanno invece conferme. Come quella dello scorso anno, insomma, l’assemblea del 28 ottobre potrebbe riservare poche sorprese degne di nota. Soprattutto perché, anche alla luce dei vincoli imposti dalla Vigilanza, Del Vecchio non dovrebbe depositare una lista. In base alla normativa europea un investitore finanziario potrebbe presentare candidature senza per questo vedersi contestare l’esercizio di un’influenza dominante; salvo però il caso in cui, fatto il pieno di voti in assemblea, ottenga la maggioranza in cda. In Mediobanca oggi uno scenario del genere non è remoto e il passo indietro preventivo di Del Vecchio va letto proprio in questa chiave. In presenza di una sola lista di minoranza, insomma, Delfin potrebbe votare per Assogestioni; appoggiare il comitato dei gestori sarebbe infatti una mossa meno dirompente di un’astensione anche se, almeno in linea teorica, rischierebbe di far finire in minoranza il board uscente. Difficilmente si andrà alla scontro e, anzi, c’è chi scommette che il vertice di Mediobanca e Del Vecchio possano presto individuare un terreno d’incontro. La convinzione viene giustificata non solo con il lungo e fruttuoso rapporto di collaborazione tra Piazzetta Cuccia e Luxottica, ma anche con alcune possibili convergenze future. Forse su Trieste. Non è un mistero che Del Vecchio guardi con interesse alla strategia e alla governance delle Generali (di cui è terzo azionista al 4,84%) e che, con altri azionisti italiani, spinga per un cambio di passo. La scadenza ideale per muoversi è quella della primavera 2021, quando il cda della compagnia dovrà essere rinnovato, ma non è escluso che un cambiamento possa maturare prima.

Tornando agli annunci di ieri, il patto ha candidato come sindaci effettivi Francesco Di Carlo, Laura Gualtieri e Mario Ragusa e come sindaci supplenti Roberto Moro, Gloria Francesca Marino e Francesco Gerla. (riproduzione riservata)

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