9.016 le malattie di origine professionale denunciate all’Inail dai lavoratori che operano nelle Costruzioni nel 2019. Tale settore risulta essere, con il 18,3% e subito dopo il manifatturiero (21,2%; 10.460 casi), quello che contribuisce maggiormente al numero totale delle patologie derivanti dal lavoro denunciate all’Inail nell’Industria e servizi (49.277). Tali risultati evidenziano come in questo settore oltre agli infortuni sul lavoro è rilevante anche l’entità delle patologie professionali.

Nel corso dell’ultimo quinquennio, si è registrato un significativo aumento delle malattie
professionali denunciate dalle aziende del settore delle costruzioni: si è infatti passati dalle 7.493 nel 2015 alle 9.016 nel 2019 con un incremento del 20,3%, percentuale molto più alta rispetto a quella del 7,6% dell’intera gestione dell’Industria e servizi (da 45.813 casi a 49.277). Territorialmente la maggiore crescita si è avuta al Centro con il 45,8% a seguire il Mezzogiorno con il 14,9% (Isole -2,7% e Sud +26,1%) e il Nord con l’1,6% (Nord-Ovest -6,6% e +7,4% Nord-Est).

Con 3.440 casi, nel 2019, è il Centro a denunciare il maggior numero di patologie (Toscana il 39,4% e Marche il 36,2%); 3.102 nel Mezzogiorno (24,9% in Sardegna e 22,1% in Abruzzo) e 2.474 al Nord (un terzo in Emilia Romagna e circa un quarto in Lombardia con il 23,9%).

Comprensibile come il 99,4% delle malattie abbia interessato il genere maschile, a conferma della prevalenza della componente maschile di lavoratori. I più colpiti risultano essere relativamente più anziani tanto che oltre i due terzi di essi si concentrano nella fascia di età tra i 50 e 64 anni; similmente per le poche lavoratrici che denunciano malattie professionali (solo lo 0,6% sul totale denunce) il 61,6% rientra anch’essa in tale fascia di età.

Delle 9.016 patologie denunciate nel 2019 il 93% ha interessato lavoratori italiani (8.383 casi) e il 7% lavoratori di origine straniera (633) e di essi oltre i due terzi extra comunitari (438).
Sia i lavoratori italiani che quelli nati all’estero registrano, nel quinquennio, un incremento delle malattie denunciate rispettivamente del 19,9% (da 6.992 casi a 8.383) e del 26,3% (da 501 a 633) e per quest’ultimi l’80,6% per i comunitari ed il restante 11,4% per gli extra-comunitari.

Gli operatori del settore delle costruzioni sono esposti ad una molteplicità di rischi lavorativi che possono originare molteplici malattie professionali e uno studio dell’European Agency for Safety and Health at Working, già nel 2004, affermava come l’edilizia sia un settore noto per l’incidenza di malattie professionali e i lavoratori edili soffrono più dei colleghi di altri settori di disturbi muscolo-scheletrici, come lombalgie e problemi degli arti; molti di essi risultano ancora oggi esposti ad amianto; i carpentieri hanno un rischio abbastanza elevato di sviluppare un tumore delle cavità nasali come risultato dell’esposizione a polveri di legno; le polveri generate dal taglio e dalla lavorazione di prodotti contenenti silice cristallina, come ad esempio la sabbia, sono in grado di sviluppare silicosi e gravi patologie respiratorie; numerosi lavoratori edili risultano esposti ad alti livelli di rumore e vibrazioni a causa dell’utilizzo di macchinari, tra cui i martelli pneumatici.

Nel 2019 le principali malattie professionali, secondo la classificazione ICD-10, sono state
principalmente quelle a carico del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo (73,3%; 6.518 casi) con una prevalenza del 34% di discopatie; malattie dell’orecchio e dell’apofisi mastoide (11,1%; 989) con il 93% di casi di ipoacusia da rumore; del sistema nervoso (9,9%; 876) di cui il 93% di casi da sindrome del tunnel carpale; del sistema respiratorio (2,8%; 245) di cui placca pleurica 17,1% e asbestosi 15,1%; delle patologie tumorali (1,8%; 162) in particolare quello dei bronchi e del polmone con il 40,1% e mesotelioma della pleura con il 21%. Crescono nell’arco del quinquennio 2015-2019 le malattie del sistema nervoso e osteomuscolare rispettivamente del 34,6% e 26,8%, mentre più contenuta la crescita per tumori dell’1,9%. Decrementi si sono invece registrati per il sistema uditivo (-5,7%) e quello respiratorio (-2,4%).

A fronte di questi dati si può facilmente constatare come, purtroppo, “il cantiere edile” sia un luogo di lavoro ad elevato rischio per la salute dei lavoratori, non solo in termini di eventi infortunistici, ma anche di malattie a più lenta, talora silenziosa, ma progressiva evoluzione.

Fonte: DATI INAIL

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