Nel semestre Assogestioni indica una raccolta netta negativa limitata a 736 milioni grazie ai +11,3 miliardi del secondo trimestre 
In testa Poste e Pictet. Generali e Intesa leader nel patrimonio gestito

di Marco Capponi
C’è aria di quiete dopo la tempesta del Covid-19. L’industria italiana del risparmio gestito sembra aver superato la fase più dura dell’emorragia pandemica e nel secondo trimestre ha viaggiato col vento in poppa, recuperando quasi del tutto le perdite dei primi tre mesi dell’anno. La mappa semestrale di Assogestioni, già anticipata in settimana da MF-Milano Finanza, mostra per la raccolta netta delle società un rosso di 736 milioni nel periodo gennaio-giugno, dopo che a marzo il negativo era stato di 12,1 miliardi. Questo significa che da aprile la raccolta è stata positiva per 11,3 miliardi, in massima parte guidata dai 14,8 dei fondi aperti (+2,8 miliardi da inizio anno). A peggiorare il dato, i -4,9 miliardi delle gestioni di portafoglio (-6 da gennaio), che non hanno permesso al totale di tornare in territorio positivo.

Guida la classifica semestrale della raccolta netta di fondi e gestioni Poste Italiane, con un totale di 4,3 miliardi. Un dato che non è guidato dai fondi aperti, né dalle gestioni di prodotti assicurativi, ma da altre tipologie di gestioni per un totale di 4,4 miliardi raccolti.

Se Poste è in cima sia al ranking del semestre che a quello del secondo trimestre, una posizione di rilievo la occupa Pictet Am, seconda nel periodo gennaio-giugno con 3,1 miliardi di raccolta. Il gruppo ha individuato come trend trainanti della raccolta la varietà di soluzioni azionarie tematiche, le strategie multi-asset, la raccolta tramite piano di accumulo e le modalità di consulenza digitale. «In questi mesi difficili», afferma il country head per l’Italia Paolo Paschetta, «è stata particolarmente apprezzata la velocità con cui abbiamo modificato il nostro paradigma di interazione, trasformando la capillarità delle formazioni sul territorio in una persino superiore vicinanza virtuale». Il money manager ha ricordato inoltre l’importanza della «protezione dei patrimoni della clientela rispetto a rischi di breve termine, in un totale allineamento degli obiettivi». E sempre Pictet Am ha registrato un altro importante posizionamento in classifica, il secondo posto nell’ambito dei fondi sostenibili: 5 miliardi di patrimonio promosso, su un totale del promosso del gruppo di 29,2 miliardi.

Guardando al patrimonio gestito, nel primo semestre la classifica di Assogestioni vede al primo posto il gruppo Generali, con un totale di 519,3 miliardi tra fondi aperti e gestioni. La raccolta netta della società resta negativa per 606 milioni, ma in ripresa dal rosso di 1 miliardo del primo trimestre. Un risultato di raccolta, precisano dal gruppo, che è «legato principalmente a operazioni infragruppo con società estere», ed è al contempo relazionato «sia a flussi sui fondi monetari all’interno dei mandati assicurativi in gestione che a ribilanciamento nei portafogli dei clienti istituzionali». La raccolta netta di Generali è stata trainata soprattutto dai fondi aperti (5,5 miliardi totali, 6,2 nel secondo trimestre).

Al secondo posto per patrimonio gestito segue il gruppo Intesa Sanpaolo, a 415,9 miliardi, divisi tra Eurizon (324,1) e Fideuram (91,9). Dopo una raccolta del primo trimestre negativa per 4 miliardi, il gruppo ha registrato una robusta ripresa, piazzandosi al primo posto nel secondo trimestre (2,9 miliardi, di cui 2,4 da Eurizon). «La raccolta del primo trimestre», sottolinea il responsabile marketing e sviluppo commerciale di Eurizon, Massimo Mazzini, «ha risentito della reazione degli investitori al contesto di incertezza creato dall’emergenza sanitaria». Un periodo durante il quale «i risparmiatori hanno sposato allocazioni di portafoglio più prudenti privilegiando la liquidità». Il recupero a partire da aprile, per il gruppo guidato dall’ad Saverio Perissinotto, è stato però robusto, con una preferenza degli investitori verso i fondi «con maggiore contenuto azionario, che privilegiano l’ingresso graduale per evitare difficili scelte sul timing di entrata», prosegue Mazzini. Un altro trend chiave, quello dei prodotti Esg: Intesa Sanpaolo guida il ranking dei fondi aperti e sostenibili, con una raccolta netta di risparmio promosso pari a 2,3 miliardi (2,2 da Eurizon).
Tra le società più performanti durante il semestre si segnala anche il gruppo Mediolanum, che ha registrato una raccolta netta da inizio anno pari a 1,2 miliardi e 50,7 di patrimonio gestito. «Il nostro modello di consulenza fa la differenza», comunicano dal gruppo guidato da Massimo Doris, «dato che i family banker educano e preparano i clienti ai momenti di forte volatilità dei mercati gettando le basi perché in queste fasi si inneschino quei comportamenti virtuosi che evitano di essere sopraffatti dalle emozioni» Per il secondo semestre, la società prevede ancora un ritmo sostenuto, grazie a un combinato di 2,4 miliardi di liquidità raccolta in vincoli su conti di deposito, buone performance sul fronte dell’erogazione del credito, polizze a tutela dei nuclei familiari, gestione e pianificazione dei bisogni dei risparmiatori. 


Infine, una considerazione deve essere rivolta a quelle società per cui l’impatto negativo della raccolta non è stato dato dalle vicende legate al Covid-19, ma da fattori tecnici e operazioni infragruppo. È il caso, ad esempio, del gruppo Credem, la cui raccolta da inizio anno è negativa per 2,7 miliardi, di cui 2,9 nel primo trimestre. «Tuttavia, non si tratta di disinvestimenti», informano dalla società, «ma di un’operazione infragruppo già comunicata a gennaio che ha comportato l’uscita dal perimetro di Assogestioni di una quota di masse rimaste però all’interno del gruppo».

Quanto alle categorie di fondi nell’ambito del patrimonio promosso, la quota più rilevante continua a essere rappresentata dal segmento obbligazionario (38,7% del totale), seguita da azionario (23,3%) e bilanciato (10,5%). La raccolta netta di patrimonio promosso da inizio anno vede al primo posto i fondi di mercato monetario, spesso preferiti dagli investitori durante le fasi più incerte della pandemia, ma che sono comunque in flessione (da 8,3 miliardi del primo trimestre a 4,2 del secondo). In crescita la raccolta di promosso dell’azionario, passata da -5,8 miliardi a 8,7 (totale del semestre a 2,9). Nell’asset class si segnala un aumento della raccolta di azionari internazionali, Europa e America, mentre a livello di singoli comparti l’informatica è passata da 5,1 milioni e circa 340, e la salute da 119 a 767, confermando i trend accelerati dalla pandemia. (riproduzione riservata)

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