La digitalizzazione del business assicurativo procede ma le vendite on line restano molto limitate. L’automazione dei processi è ormai completa per incassi e pagamenti, ma è bassa per i sinistri e l’emissione dei contratti. La propensione verso la digitalizzazione, considerata decisiva per la competitività del futuro, è alta ma allo stesso tempo la maggior parte non vede la disintermediazione come una minaccia.

Sono queste le principali evidenze della ricerca Insurtech: consapevolezza, utilizzo e impatto sul business condotta dal Centro Studi dell’Italian Insurtech Association (IIA) che, attraverso EMFgroup ha intervistato 303 tra agenti monomandatari (48% del campione), agenti plurimandatari (33%) e broker (19%).

I risultati completi della ricerca saranno presentati giovedì 17 settembre nel corso della prima edizione dell’Italian Insurtech Summit organizzato dall’IIA che si terrà a Milano (Le Village, Corso di Porta Romana, 61) e in streaming.

Dalla ricerca emerge che solo il 23% degli intervistati considera il proprio business a un livello avanzato di digitalizzazione, per il 20% questo processo è oggi solo alle fasi iniziali, mentre la maggior parte degli intermediari intervistati dichiara di essere in stato di avanzamento nella applicazione del digital nel suo modello di business.

Lo stato di automazione dei processi, fra cui gestione dei pagamenti e gestione dei sinistri è avanzato nel 24% delle agenzie, solo agli inizi nel 17% dei casi.

Sono ancora pochi gli intermediari che vendono le polizze attraverso i canali digitali.  Circa il 70% del campione dichiara di essere orientato verso l’evoluzione digitale del business che, per il 79%, sarà decisiva per restare competitivi.

Tuttavia, la maggior parte degli intermediari (pari al 70%) non teme la disintermediazione da parte di attori del tipo digital only. Infine, la maggioranza degli intermediari (60%) considera i consumatori abbastanza pronti per l’evoluzione digitale, anche a seguito dell’impatto del Covid-19.

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