di Anna Messia
Il consiglio di amministrazione di Cattolica Assicurazioni mette in sicurezza l’operazione Generali. Ieri il cda di Verona ha approvato gli accordi relativi alla partnership con la compagnia triestina che coinvolgono il settore dell’asset management, la salute, internet e la riassicurazione e prevedono l’ingresso nel cda della compagnia di tre rappresentanti del Leone.

Il via libera del consiglio di Cattolica è arrivato dopo il parere favorevole del comitato parti correlate e rappresenta un passo ulteriore verso l’ingresso di Generali nel capitale della compagnia di Verona con il 24,4%, che avverrà per effetto della sottoscrizione del Leone di 300 dei 500 milioni di aumento complessivo chiesto dall’Ivass alla compagnia guidata da Carlo Ferraresi per aumentare il Solvency II. Ingresso che, come noto, è condizionato alla trasformazione di Cattolica da cooperativa a società per azioni e che sta procedendo secondo la tempistica prevista nonostante i diversi tentativi di ricorso (in Consob e pure in Tribunale) di un gruppo di soci contrari all’operazione e alla gestione dell’attuale management di Verona. Operazioni che sembrano avere le armi decisamente spuntate, ancora di più alla luce del via libera di ieri da parte del consiglio di Cattolica. In ballo c’è anche l’indagine della Procura di Verona, che ad agosto ha notificato informative di garanzia al presidente Paolo Bedoni, all’amministratore delegato Ferraresi e al segretario del cda Alessandro Lai sull’ipotesi di reato di illecita influenza sull’assemblea. Ma a prescindere dall’evoluzione di questa vicenda, il passaggio di Cattolica a spa e l’ingresso di Trieste nel capitale appaiono ormai irreversibili. A inizio settembre l’Ivass ha già approvato la trasformazione in società per azioni della compagnia assicurativa veronese e ha dato il via libera al testo del nuovo statuto della spa che entrerà in vigore dal 1° aprile, quando il passaggio societario avrà inizio operativamente.

Lo scorso 18 settembre è stato poi presentato in Consob il prospetto per l’aumento di capitale che attende ora il via libera dell’autorità di controllo dei mercati. Aumento che avverrà in due tappe: prima, a ottobre, i 300 milioni riservati a Generali, e poi, nel giro di un mese, altri 200 milioni per il mercato.

Domani scade inoltre il termine del diritto di recesso dei soci previsto dallo statuto per la trasformazione in spa. Il prezzo del recesso è di 5,47 euro ed è decisamente più alto del valore di Borsa, pari ieri a 4,9 euro, ma le adesioni a oggi sarebbero contenute con i soci-azionisti che, a meno di colpi di scena dell’ultimo minuto, sembrano pronti a scommettere sulla creazione di valore dell’operazione Cattolica-Generali. (riproduzione riservata)

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