Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Boccata d’ossigeno per l’economia reale. Grazie a finanziamenti riconducibili a leasing, factoring e credito al consumo, lo scorso anno le nuove erogazioni hanno superato i 365 miliardi di euro, facendo registrare una crescita dell’8,1% sul 2017 (338 miliardi). Anche lo stock totale ha fatto segnare un incremento pari al 6,1%, attestandosi a 497 miliardi di euro (era a 480 miliardi). Sono in sintesi i dati relativi al credito specializzato, raccolti dalle tre Associazioni di categoria (Assifact, Assilea e Assofin) cui aderiscono le banche e gli intermediari finanziari rispettivamente attivi nel settore del factoring (la cessione dei crediti), del leasing (la locazione di beni) e del credito alle famiglie (i finanziamenti per l’acquisto di beni o immobili).
Cresce il numero delle famiglie schiave dell’indebitamento in Italia e, di conseguenza, anche il rischio usura. A certificarlo è la ricerca annuale della Consulta nazionale antiusura che, quest’anno, si basa sul modello di quattro classi di indicatori: criminalità, rischio finanziario, sicurezza sociale, economia. Le province più esposte sono tutte nel meridione e nelle isole. Ma i risultati sono tutt’altro che incoraggianti su tutto il territorio nazionale: nel corso degli 11 anni della crisi finanziaria, in tutto il Paese, il numero delle famiglie in fallimento economico, per debiti accumulati e per bilancio deficitario, è passato da circa un milione 277 mila unità a quasi due milioni(1.959.500).
Regole d’ingaggio per vincere la guerra cibernetica: mappatura delle aree virtuali a rischio; controlli su acquisti di beni e servizi tecnologici; poteri speciali in caso di crisi, compreso l’interruzione dei servizi (un coprifuoco cibernetico). Il decreto legge, approvato dal consiglio dei ministri del 19 settembre scorso, è il protocollo per la stesura delle strategie difensive in caso di attacchi immateriali, in grado di mettere in ginocchio con un click la vita della nazione.
Di questo si tratta. Oramai tutto è in rete, tutti i servizi resi alla collettività, a qualunque settore appartengano, e dalla rete e dai sistemi informativi e dai servizi informatici dipendono amministrazioni, scuole, ospedali, mezzi di comunicazione, trasporti, il sistema produttivo industriale, e così via.
Non si può certo tornare indietro, anzi la spinta è nel senso dell’incremento quantitativo del ricorso agli strumenti tecnologici e dell’incremento qualitativo e cioè del miglioramento dei servizi resi dalle macchine (più veloci, più resistenti, più intelligenti).
Esula dalla normale diligenza del conducente il controllo costante dell’uso della cintura di sicurezza da parte del passeggero trasportato sul sedile posteriore: lo hanno chiarito i giudici della III sezione civile nell’ordinanza n. 21994/2019, intervenendo sul ricorso di una coppia di coniugi avverso la sentenza di merito a seguito della quale veniva ridotto l’ammontare del danno, subito dal loro figliolo, nella misura del 30% sul presupposto che il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza da parte di quest’ultimo, danneggiato, aveva avuto «un’efficienza causale» di pari percentuale nella causazione del sinistro.
In sede di censura i ricorrenti lamentavano il fatto che la corte territoriale non aveva adeguatamente valutato le deduzioni formulate e che non era stato «previamente provato che il corretto uso dei sistemi di ritenzione avrebbe ridotto il danno».

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Conquistati gli schermi e le memorie dei nostri smartphone ora è la tv la nuova frontiera della guerra tra cacciatori di dati personali e difensori del diritto alla privacy degli utenti. L’allarme è stato lanciato a proposito di tutti i dispositivi che consentono alle tv di connettersi alla rete: da quelli nativi delle smart tv, che coinvolgono produttori come Samsung e Lg, a quelli che, collegati attraverso le prese Hdmi o Usb fanno diventare smart anche apparecchi più vecchi. Un mercato quest’ultimo dove già competono nomi di tutto rispetto della web economy, da Roku, il sistema utilizzato anche da Sky per la sua Now Tv a Google, da Apple Tv ad Amazon Fire, da Sony a TiVo. L’allarme, divulgato dal Financial Times di giovedì, viene da una ricerca dell’Imperial College di Londra, uno dei centri di ricerca universitari più prestigiosi nel campo delle tecnologie, in collaborazione con la Northeastern University di Boston.
Alberto Genovese, dopo aver creato e venduto il sito di confronto prezzi, ha lanciato l’assicurazione via web Prima. Ed è già tra i leader di mercato.
Ecco un Imprenditore Italia o (dl Napoli), tecnologico, affamato (accezione Steve Jobs) e che sta triodemizzando il settore Rc Auto, tra i più venisti della finanza nazionale. Alberto Genovese, classe 1976, carriera avviata da consulente peri tipi di Mc Kinsey e Baia, ha il vento in poppa con Prima Assicurazioni, che ha fondato nel 2014 e portato in quattro anni a 450 mila clienti (a fine luglio erano 420 mila), già più di un concorrente affermato come ConTe e sfidando gli 1.7 milioni di Genialloyd, leader del ramo diretto In Italia. Il segreto? «Non c’è molto da Inventarsi nelle polizze», racconta Genovese
L’intervista/ Gian Maria Mossa. Il numero uno della società svela le sue ambizioni nella concentrazione in atto nel risparmio: “Mi aspetto acquisizioni. E noi abbiamo dimostrato di saperle fare”

Dagli hacker al clima, il rischio sale Le persone chiedono più protezione

Famiglie e imprese non si sentono tutelate contro l’emergere di minacce come gli attacchi informatici, le catastrofi naturali, gli acciacchi della vecchiaia. Il sistema si adegua usando il digitale
E l’innalzamento di durata della vita media fa crescere richiesta di welfare e di servizi di benessere da parte degli anziani
In cinque regioni avviene il 90 per cento dei colpi: Campania, Puglia, Sicilia, Lazio e Lombardia Ma l’installazione delle nuove tecnologie consente il recupero di gran parte delle vetture entro 48 ore
furti auto lontano a cresce re in Italia. A confermarlo sono i primi dati elaborati dal ministero del Trasporti i quali riportano che, dopo 5 annl di costante calo, nel 2018 sono stati 105.239 i veicoli sottratti.

Tra le priorità dell’azione di governo, risalta la riduzione del cuneo fiscale: tagliare le imposte e i contributi sul lavoro per aumentare le retribuzioni nette in busta paga. L’idea non è nuova e ha segnato l’agenda politica negli ultimi 15 anni. Eppure, dopo diversi sgravi a tempo, il fardello delle «tasse sul lavoro» non si è alleggerito. In media, ogni 100 euro versati dal datore di lavoro solo 52 finiscono in busta paga, mentre il peso va oltre il 55 per cento già per remunerazioni nette attorno ai 30 mila euro.
La misura sembra mettere d’accordo tutti, imprese e sindacati: salari più alti per sostenere i consumi, con liquidazione degli importi in un’unica soluzione, a luglio.
Tutto bene, allora? Non proprio. In una stagione in cui si torna a confidare negli stimoli in deficit, gli sgravi sul lavoro sono derubricati a strumento di sostegno ai redditi medio bassi e ai consumi.
Potrebbe essere una guerra d’altri tempi, quella non ancora scoppiata né tanto meno dichiarata, ma di cui già si sentono i rumori in lontananza. Sul mercato viene letta così la mossa di Leonardo Del Vecchio, il patron di Essilor-Luxottica, di entrare senza bussare in Mediobanca rilevando il 6,94% in una settimana o poco più.
Una mossa che rimanda a un passato (per la verità non troppo lontano) della finanza italiana fatto di patti di sindacato, partecipazioni incrociate, intrighi di palazzo e scontri di personalità. Ma è anche una guerra per la quale sono a disposizione anche le armi moderne della finanza di oggi, quella «attivista», che fa leva sui punti deboli della corporate governance. Quale sia per Del Vecchio l’obiettivo di questo nuovo risiko finanziario non è ancora chiaro, anche se gli indizi portano in due direzioni: le Assicurazioni Generali e l’Istituto oncologico europeo, i due gioielli della corona di Mediobanca.
Alla fine del 2018, il valore delle attività finanziarie degli italiani è sceso a 4.070 miliardi di euro, 163 in meno di dicembre 2017. Oltre la difficoltà di accantonare nuovo risparmio, la ricchezza ha sofferto le tensioni politiche, come la guerra dei tassi, e finanziarie emerse sui mercati nella seconda parte dell’anno.
Nel 2018, il rendimento del portafoglio finanziario delle famiglie è divenuto negativo: da un guadagno medio annuo superiore al 2,5% ottenuto tra il 2012 e il 2017, si è passati a una perdita maggiore del 4,5%.
Le famiglie italiane hanno timori crescenti per eventi negativi nel loro futuro, ma continuano a non proteggersi con le polizze. Le preoccupazioni maggiori riguardano la salute, 75% dei casi, e la perdita del lavoro con il 51% (contro il 48% del gennaio 2018). Seguono le spese conseguenti a infortuni con il 28% e i danni alla casa provocati da eventi atmosferici, con il 19%. Ma soltanto nell’11% dei casi ci si è affidati a una copertura.

 

  • E a Torino ci si assicura con la realtà virtuale
Riparte lì dove tutto è cominciato. In via Monte di Pietà all’angolo con via San Francesco d’Assisi, nel centro di Torino, dove oggi guarda caso c’è ancora uno dei tre monti dei pegni d’Italia e dove nacque la Compagnia di San Paolo: la congregazione di benefattori destinata a diventare una delle più importanti fondazioni ex bancarie del Paese. I simbolismi sono importanti e Intesa Sanpaolo sceglie questo antico palazzo per accasare il nuovo corso della sua divisione Insurance. Ma lo fa con gli occhi al futuro. Da domani infatti chi vorrà stipulare una polizza potrà farlo in questo palazzo in un maniera del tutto inedita, entrando in Area X: il nuovo spazio dedicato alla cultura della protezione, arredamento minimal, visori e realtà virtuale. La scelta dell’assicurazione avverrà esplorando, letteralmente, mondi ignoti. Una volta accomodati in cabina e indossato il visore, parte la simulazione: inizia la villeggiatura in una casa aliena e, dopo un breve colloquio con il padrone di casa, si svolgono tutte le mansioni casalinghe da lui richieste, sperando che nulla vada storto; oppure si sale a bordo di un rover per andare a un festival con gli amici e basta un’occhiata di troppo al cellulare mentre si è al volante per mettere a repentaglio la propria vita e quella di chi viaggia con noi.

  • Studi con scudo anti-hacker È boom per le cyber polizze
«Ci sono solo due tipi di aziende: quelle che sono state attaccate e quelle che devono ancora esserlo». Parola di Robert Mueller, ex direttore dell’Fbi, autore del rapporto sul Russiagate. Il fenomeno dei data breach, ormai ampiamente conosciuto dalle imprese e regolato dalle norme in materia di privacy, si sta allargando a macchia d’olio. È di giovedì scorso l’approvazione di un decreto legge che introduce un sistema di sicurezza nazionale cibernetica. La minaccia di attacchi cyber non esclude nessuno, tanto meno il mondo delle professioni. Lo sanno bene le compagnie assicurative e i broker che nell’ultimo biennio hanno registrato un picco di domande nella stipula di polizze anti-hacker. Sulla scia di questo boom hanno colto la palla al balzo trasformando le «vecchie» polizze Rc professionale estese agli incidenti informatici in prodotti cyber ad hoc, cuciti su misura a prova di Anonymus. Aon, consulente nella gestione del rischio e broker assicurativo, ha da tempo aperto le porte alle polizze cyber per i professionisti siglando convenzioni con il Consiglio nazionale forense, con quello dei commercialisti ed esperti contabili (Cndcec) e con il Consiglio nazionale del notariato. Oggi ha nel suo portafoglio clienti 25mila avvocati con 16mila polizze di cui il 20% estese al rischio cyber; 30mila commercialisti con 15mila polizze di cui il 23% con estensione della copertura cyber e 5mila notai di cui il 15% ha sottoscritto la polizza ad hoc costruita per questo tipo di professionisti.
  • Giudici e Codice della crisi ampliano le responsabilità di sindaci e manager
Le responsabilità di amministratori e sindaci diventano sempre più puntuali e pervasive: in questa direzione vanno infatti sia la giurisprudenza, sia le modifiche introdotte dal Codice della crisi. Dall’altra parte però il Dlgs 14/2019 prevede che la tempestiva segnalazione della crisi all’organo amministrativo e all’Ocri esonera gli organi di controllo, il revisore e la società di revisione dalla responsabilità solidale per le azioni o le omissioni successive.
  • Anche l’advisor risponde per consigli errati o inadeguati
La dottrina e la giurisprudenza si sono a lungo occupate negli ultimi anni dei profili di responsabilità degli organi amministrativi e di controllo, in special modo all’esito di crisi che hanno depauperato patrimoni aziendali e danneggiato i creditori. Ma nei processi regolatori delle fasi patologiche della vita aziendale, vi sono altre due figure professionali fortemente implicate: l’attestatore e l’advisor dei piani, di risanamento, ristrutturazione o concordatari .
  • Danni medici, giudizio civile autonomo da quello penale
Nei casi di responsabilità sanitaria, l’accertamento dei fatti e della condotta del medico in sede di procedimento penale non può vincolare l’omologo giudice del processo civile chiamato alla diversa valutazione dei possibili danni arrecati al paziente dalla condotta del medico. Lo ha affermato la Cassazione che, con la sentenza 22520 del 10 settembre scorso, si è pronunciata in un caso legato a una denunciata omessa diagnosi da parte di un medico verso un paziente che si era presentato al pronto soccorso per problemi respiratori ma era stato dimesso con una diagnosi errata e senza svolgere ulteriori accertamenti di natura cardiologica. Il paziente, rientrato a casa, era poi deceduto per insufficienza cardio-respiratoria nonostante un nuovo accesso al pronto soccorso, a causa di una cardiopatia non diagnosticata tempestivamente.

I casi di malattie polmonari verificatisi quest’estate negli Stati Uniti hanno causato confusione sulla tossicità comparativa della sigaretta elettronica e della sigaretta tradizionale. Con grande dispiacere della comunità medica, per la quale il vero assassino è il tabacco fumato.
L’assicuratore francese pagherà 1,53 miliardi di euro per prorogare il suo accordo di distribuzione esclusiva con Caixa Seguridade fino al febbraio 2046. L’ottenimento di questo accordo è stato di fondamentale importanza per CNP Assurances, la cui filiale locale è al terzo posto sul mercato.