Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
OSSERVATORIO PERMANENTE SUGLI INVESTIMENTI ASSICURATIVI
Tra i vari prodotti assicurativi proposti dal colosso Aviva, Selection Plan New è in sintesi un buon mix multiramo a vita intera e premi annui. La componente finanziaria è infatti splittata sulle voci unit linked e partecipazione agli utili, dove la prima aggiunge un po’ di pepe ai rendimenti attesi e la seconda punta alla stabilità dei ritorni. Il prodotto prevede l’investimento dei premi annui versati, al netto dei costi, in una delle opzioni di investimento disponibili, rappresentate da cinque combinazioni predefinite e costituite da una gestione separata, con limite di investimento che oscilla da un minimo del 20% ad un massimo dell’80%, e da un fondo interno. I premi annui (frazionabili anche mensilmente) devono essere versati per un periodo minimo di 10 anni e non può essere modificata la durata del contratto nel corso della vita contrattuale. Non è prevista una data di scadenza in quanto la durata del contratto coincide con la vita dell’assicurato, fatto salvo il disinvestimento totale del capitale impiegato.
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Buoni (postali) ma non troppo. Il percorso di graduale apertura avviato dalle Poste Italiane ormai da qualche anno, sia pure inizialmente non privo di qualche passo falso, procede senza accelerazioni ma anche senza eccessive titubanze. La diversificazione dell’offerta finanziaria agli sportelli ha raggiunto una tappa importante nei giorni scorsi, con l’accordo stretto con MoneyFarm, società di gestione del risparmio basata su tecnologie digitali per mettere a disposizione dei clienti di Poste anche gli Etf (Exchange traded fund). Strumenti decisamente alternativi rispetto al piatto forte della casa, ossia i classici buoni postali, per decenni sicura fonte di rendimento per milioni di italiani ma oggi, in epoca di tassi d’interesse sottozero, decisamente meno appetibili. L’apertura verso gli Etf del gruppo guidato dall’aprile 2018 da Matteo Del Fante è comunque la conferma di una strategia di ampliamento dell’offerta di prodotti, tessuta cercando partner sul mercato con cui partecipare al business di turno (tant’è vero che l’intesa comprende anche l’ingresso nel capitale di MoneyFarm, attraverso un aumento di capitale riservato da 40 milioni).
Anche se la quota fosse ridotta, la fusione con Capitalia consentirà a Unicredit di esprimere, tanto nell’accordo di blocco quanto nelle assemblee, una posizione unitaria che sarà certamente determinante nelle strategie di Mediobanca . Con queste parole nella tarda estate del 2007 l’Antitrust autorizzava il matrimonio tra Unicredit e Capitalia e, indirettamente, il profondo rimescolamento degli equilibri di potere in Piazzetta Cuccia e nelle Generali . L’emergere nella merchant di un unico azionista forte (con in mano il 18,07% del capitale e il 37,7% delle azioni sindacate) era l’effetto più macroscopico di un’integrazione che avrebbe proiettato Alessandro Profumo anche al 4,8% del Leone. Per ottenere luce verde dall’authority guidata allora da Antonio Catricalà Unicredit assunse una serie di impegni, alcuni dei quali rimangono vincolanti tutt’oggi. La quota in Mediobanca ad esempio sarebbe scesa dal 18,07% all’8,68%, fermi restando alcuni paletti sul profilo dei compratori. In secondo luogo Unicredit sarebbe uscito dal Leone, impegnandosi a non stringere accordi con la compagnia finché fosse rimasto socio di Mediobanca . Ma soprattutto non avrebbe potuto aumentare la partecipazione nella merchant milanese, né direttamente né indirettamente. Un limite che, salvo piccole limature, resta in vigore ancora oggi.
Francesco Gaetano Caltagirone ha venduto una serie di obbligazioni Generali che aveva in portafoglio aderendo al progetto del gruppo di Trieste di riacquisto di alcune emissioni subordinate per abbassare il costo degli interessi sul debito. L’imprenditore romano ha poi preso parte al progetto di finanza verde della compagnia assicurativa.
Nell’attuale fase di forte rallentamento della crescita economica in Europa, il rilancio degli investimenti pubblici e privati è una priorità e, dunque, è analogamente prioritario individuare modalità per convogliare il risparmio verso impieghi produttivi. Nella legge di Bilancio del 2017 fu introdotto uno strumento finanziario volto a favorire l’afflusso di capitale di rischio verso le imprese di medie e piccole dimensioni. Si trattava dei Piani individuali di risparmio (Pir) che offrono incentivi fiscali, sottoforma di detassazione delle plusvalenze, ai sottoscrittori di tali strumenti. La disciplina di favore è rivolta alle persone fisiche residenti in Italia ma tra i soggetti che possono investire in Pir sono stati inclusi anche gli enti di previdenza obbligatoria (casse di previdenza) e le forme di previdenza complementare (fondi pensione).
Di particolare interesse per comprendere quale sia il livello di efficienza del sistema di previdenza complementare italiano è l’analisi dei reclami. Utile supporto a tal fine viene fornito dalla Relazione annuale della Covip. Va ricordato in premessa come i reclami sono le comunicazioni indirizzate ai fondi pensione, in genere da o per conto di iscritti, volte a richiedere un intervento per sanare presunte criticità o irregolarità nel rapporto di partecipazione. Dati di sintesi di tali informazioni sono trasmessi dalle forme previdenziali alla Covip nell’ambito del sistema delle segnalazioni di vigilanza. L’istanza va spedita (nella guida pubblicata sul sito della Covip, www.covip.it, è riportato un facsimile) in primo luogo al fondo pensione interessato che deve rispondere entro 45 giorni dalla ricezione.
Quali sono le paure dei risparmiatori italiani e quali sono le strategie comportamentali implementate per fronteggiarle? Di particolare interesse in questa prospettiva è una recente ricerca internazionale di Zurich e Oxford University con un focus anche sull’Italia. Partendo dalla capacità di risparmio il 60% del campione internazionale si è dichiarato in grado di risparmiare nel 2018. Il Giappone è il Paese più virtuoso (70%), seguito da Germania (6%), Spagna (67%) e Australia (66%). L’Italia, pur non essendo in cima alla classifica, mostra che la metà dei lavoratori è riuscita a risparmiare (48%). Andando alle preoccupazioni, la pensione rappresenta la principale causa di turbamento a livello globale per tutte le classi di età dei lavoratori (circa il 44%) e lo è in maniera ancora più accentuata per l’Italia in cui il retirement costituisce il più grande timore dal momento che più di un cittadino su due avverte questa paura.
A fine 2018 era andato in default il portale di prenotazioni alberghiere Hotel Quickly. E in questi giorni una doppietta che rischia di massacrare il comparto del turismo in Italia: il crac del tour operator inglese Thomas Cook, e quello del portale di prenotazioni Amoma.
Quest’ultimo ha raccolto i soldi degli ignari viaggiatori fino a pochi minuti dal fallimento, e poi, con una mail, ha avvisato tutti dei problemi, imputati, a loro dire, a grandi piattaforme come Trivago e Tripadvisor che sono sostanzialmente dei motori di ricerca che mostrano le offerte dei vari operatori, tra cui Amoma, pretendendo però ricche percentuali fissate in maniera unilaterale e per importi che uccidono le imprese.
- Nel primo semestre 2019 – 3,9% di morti sul lavoro
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail tra gennaio e agosto sono state 416.894 (-0,4% rispetto allo stesso periodo del 2018), 685 delle quali con esito mortale (-3,9%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 41.032 (+2%). Le patologie denunciate sono aumentate solo nella gestione Industria e servizi a 32.742 (+3,5%), mentre sono diminuite in agricoltura a 7.863 (-3,2%) e nel conto stato a 427 (-9%). A livello territoriale, l’aumento ha riguardato il Nordest (+0,4%), il Centro (+2,4%), il Sud (+2,8%) e le Isole (+8,3%). Il Nordovest, invece, si distingue per un calo del 2,9%. I dati sono reperibili dagli Open data pubblicati sul sito dell’Istituto.
- Forbes premia Generali
Nella classifica «The world’s best regarded companies» stilata da Forbes su 2 mila società, Generali risulta il primo gruppo assicurativo globale classificandosi al 61esimo posto.
- Assicurazioni in ritardo nella Gdpr
A oltre un anno dalla partenza della Gdpr (General Data Protection Regulation, entrata in vigore nel maggio del 2018) arrivano le pagelle sul grado di adeguamento da parte delle aziende al nuovo regolamento Ue in materia di trattamento dei dati personali e di privacy. Va premesso che nessuno viene promosso a pieni voti. Anzi, rispetto alle aspettative degli stessi attori, i risultati sono assai deludenti. Lo rivela un’indagine del Capgemini Research Institute dalla quale è emerso che le imprese hanno ampiamente sovrastimato il proprio grado di preparazione alle direttive del nuovo regolamento.
- Più trasparenza sulla parte di costo che va al consulente