Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Il Tesoro ha indicato Fabio Panetta, direttore generale della Banca d’Italia, per la posizione di membro del comitato esecutivo della Bce. La candidatura è stata l’unica presentata dai Paesi dell’Eurozona, come ha confermato ieri il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno. Così Panetta con ogni probabilità assumerà l’incarico a gennaio, due mesi dopo il termine del mandato di Mario Draghi come presidente. Sempre riguardo al board Bce, a sorpresa in serata sono arrivate le dimissioni della tedesca Sabine Lautenschlaeger: non è stata comunicata alcuna motivazione ufficiale, ma si tratta di un messaggio contro le misure varate da Draghi, fortemente criticate da Berlino. C’è però anche un’altra ragione da considerare: la Germania ora potrà portare in Bce un’economista più solida, probabilmente la vicepresidente della Bundesbank Claudia Buch, per contrastare le politiche espansive della banca centrale.
A pochi giorni dal blitz che ha portato Leonardo  Del Vecchio al 6,94% del capitale, ieri i soci storici di Mediobanca  hanno approvato la linea del management e i risultati portati nell’ultimo bilancio. Un segnale di fiducia che arriva a poche settimane dall’assemblea del 28 ottobre, primo momento di confronto diretto tra il presidente esecutivo di EssilorLuxottica  e la prima linea di Piazzetta Cuccia. I sottoscrittori dell’accordo di consultazione (che oggi rappresenta poco più del 20% del capitale) hanno preso in esame i numeri dell’esercizio 2018-2019, approvati dal cda lo scorso 19 settembre. Numeri sui quali i soci avrebbero espresso apprezzamento: «i numeri sono sotto gli occhi di tutti», si è confidata una fonte, mentre il fondatore di Mediolanum  Ennio Doris si è detto «molto soddisfatto dell’andamento aziendale». Formalmente l’argomento Del Vecchio non è stato toccato, anche perché dall’imprenditore non sono arrivate comunicazioni ufficiali al patto.
Dieci miliardi di euro in cinque anni. È la somma che il gruppo Azimut  vuole convogliare sull’economia reale facendo perno sulla piattaforma Azimut  Libera Impresa. Lo hanno detto ieri alla stampa il Pietro Giuliani, l’amministratore delegato del gruppo Paolo Martini e l’ad di Azimut  Libera Impresa sgr, Marco Belletti. Il progetto trasformerà in maniera importante il gruppo Azimut , portandolo a investire negli asset alternativi tanto quanto annunciato l’anno scorso da BlackRock, con la differenza che 10-12 miliardi di dollari per BlackRock pesano molto meno sul totale delle masse gestite dal colosso americano di quanto pesino 10 miliardi di euro sul totale delle masse che Azimut  immagina di gestire a fine 2024. A oggi il gruppo viaggia sui 56 miliardi di euro di masse, mentre cinque anni fa, nel 2014, era a quota 29 miliardi. Immaginando di crescere più meno allo stesso ritmo, si può ipotizzare che a fine 2024 le masse saranno 75 miliardi di euro, per cui quel 15% da destinare agli asset alternativi si traduce appunto in circa 10 miliardi.
Resta in territorio positivo la raccolta del risparmio gestito. In base alla mappa mensile di Assogestioni, l’industria ha chiuso agosto con flussi netti pari a 3,787 miliardi, in leggera diminuzione rispetto ai 4,024 di luglio. Merito soprattutto dei fondi comuni che hanno registrato un saldo positivo di 4,029 miliardi a fronte del rosso di 304 milioni delle gestioni di portafoglio.

Avete presente quei digitalebani, talebani del digitale, che sproloquiano vaticinando meravigliose e progressive sorti all’occupazione nell’era dell’hi-tech? Eccoli serviti dal crack di un nome storico del turismo mondiale, il tour-operator Thomas Cook, fallito pochi giorni fa, lasciando per strada circa mezzo milione di turisti. Ma prima di lui o insieme sono falliti tanti altri: in Germania Wave Reisen, Galavital e H&H Touristik; in Francia Aigle Azur, in Gran Bretagna The Holiday Place, e in Italia I Viaggi del Ventaglio, Valtur, Teorema, Eurotravel, Rallo Viaggi, Orizzonti, ma ancor prima Festival Crociere, Ventana, Club Vacanze, Parmatour, Going e Chiariva.
Nel corso della riunione odierna, il Patto dei soci di Mediobanca non ha affrontato il tema legato all’ingresso nell’azionariato da parte dell’imprenditore Leonardo Del Vecchio. Il patron di Luxottica aveva annunciato a sorpresa, qualche giorno fa, di avere acquistato tramite la holding Delfin una quota del 6,94% di piazzetta Cuccia: un investimento da circa 580 milioni di euro che consente all’imprenditore milanese di diventare il terzo azionista dell’istituto, alle spalle di Unicredit (8,81% di cui l’8,4% conferito al Patto di consultazione) e Vincent Bolloré (7,9% tramite la Financiere de l’Odet). Nella riunione di ieri da Delfin non è giunta al Patto alcuna richiesta di ingresso nell’accordo dei soci, nè comunicazioni, tuttavia non dovute, della quota azionaria costruita nelle ultime settimane. È quanto ha riferito una fonte vicina all’incontro di ieri mattina, sottolineando come gli azionisti radunati nell’accordo di consultazione abbiano avuto modo di esprimere apprezzamento per l’andamento dell’istituto.
Il responsabile dei danni derivanti da cinghiali selvatici va individuato nell’ente locale a cui siano concretamente affidati i poteri di gestione e controllo della fauna. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, Sez. III civile con la sentenza del 28 agosto 2019 n. 21757. Nel caso in esame un privato aveva citato, davanti al tribunale di Taranto, la regione Puglia affinché venisse condannata al risarcimento dei danni causati alla produzione olivicola svolta su terreni di sua proprietà, a causa dell’ingresso di un branco di cinghiali.
L’utilizzo del contante costa all’Italia circa 24 miliardi all’anno. Nonostante nel 2018 il numero di pagamenti al dettaglio effettuati con strumenti diversi dal contante sia cresciuto del 6,8% e, in generale, i pagamenti con carta pro capite siano aumentati del 16% rispetto al 2017, l’Italia è il 23esimo paese tra i 27 dell’Unione europea per transazioni con carta e moneta elettronica. È quanto emerge da due studi sul contante realizzati all’Osservatorio digital innovation del Politecnico di Milano e dall’Osservatorio carte di credito e digital payments curato da Assofin, Nomisma e Ipsos con il contributo di Crif.
  • Allianz apre a Como centro per la consulenza integrata
Da ieri, Allianz ha un nuovo centro di consulenza integrata del gruppo, a Como , in centro città, nato dall’intensa collaborazione tra la banca rete del gruppo guidata dall’amministratore delegato, Paola Pietrafesa, e la compagnia assicurativa, guidata dall’amministratore delegato, Giacomo Campora. Il nuovo Centro di consulenza integrata di Como fa seguito ad esperienze analoghe sviluppate in altre aree territoriali italiane. Si tratta di un progetto innovativo iniziato nel 2018, frutto di un importante lavoro di squadra coordinato da Paola Pietrafesa, che permette di mettere a disposizione dei clienti la migliore consulenza in tema di soluzioni di investimento, assicurative, previdenziali e bancarie in un’unica location.

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  • Italia paese liquido Pagato in contanti l’86% degli acquisti
Proprio ieri l’Osservatorio Assofin-Nomisma-Ipsos- Crif, ha certificato che nel 2018 in Italia il numero di transazioni con moneta elettronica è cresciuto del 6,8%: «Ma l’Italia è ben al di sotto della media Ue e nel rapporto tra il valore delle transazioni e il Pil, si posiziona al 24° posto su 28 Paesi». A gennaio scorso Bankitalia ha elaborato i dati più aggiornati della Bce (2016): «Nel nostro Paese il contante è stato lo strumento più utilizzato nei punti vendita, soprattutto per il pagamento di somme ridotte. L’85,9% delle transazioni è stato regolato cash, per un valore pari al 68,4% del totale ». La media dei Paesi euro è del 78,8% delle transazioni: la nazione dove si usa di più il contante è Malta (92%), l’Olanda la più “elettronica” (45%). Peggio di noi, oltre a Malta, solo Spagna (87%), Grecia e Cipro (88%). Germania a quota 80%, Francia al 68%. Bankitalia evidenzia in oltre come il contante sia maggiormente utilizzato al Centro-Sud rispetto al Nord, e da donne, giovanissimi e persone con reddito più basso. Dati e statistiche che, naturalmente, non possono sondare la profondità dell’economia sommersa.

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  • Crac Thomas Cook, un «buco» di 300 milioni per il sistema Italia
Tre mesi di incasso perduti che sarà quasi impossibile recuperare. Nel gorgo di Thomas Cook sono finiti anche hotel e alberghi italiani che lavorando con il gruppo inglese non hanno ricevuto il saldo delle prenotazioni di camere e pacchetti di soggiorno. Il tour operator, una volta incassati i soldi dai clienti, pagava gli alberghi a 30 giorni, gli ultimi pagamenti sono stati effettuati alla fine di agosto per saldare le prenotazioni del mese di luglio. Poi più nulla. Le strutture più colpite sono quelle nelle località di mare nelle regioni del sud, ma anche in Toscana, Liguria e Lombardia (per il turismo sui laghi). La dimensione esatta del danno non è chiara ma Federalberghi, associazione a cui in Italia fanno capo 27 mila hotel su un totale di 33 mila, ha già effettuato una ricognizione su una vicenda che si configura come una mina per i conti del settore. Il fallimento di Thomas Cook, del resto, si è ingoiato tutti gli incassi per le prenotazioni dei clienti inglesi e, soprattutto, dei turisti tedeschi che hanno prenotato un vacanza in Italia attraverso la controllata del tour operator in Germania. Per alcuni hotel rischia di tradursi in perdite di oltre il 70% del giro di affari annuo. In Turchia, dove il default di Thomas Cook ha travolto il settore del turismo, il governo ha già annunciato misure fiscali in favore delle imprese danneggiate.
  • Mediobanca, il patto promuove i conti. L’attesa per Del Vecchio
Il patto «light» di Mediobanca — l’accordo di consultazione tra azionisti guidato da Unicredit che raccoglie il 20,7% del capitale di Piazzetta Cuccia —, si è riunito ieri per esaminare il bilancio, approvato lo scorsa settimana dal consiglio. All’ordine del giorno c’erano solo i conti, chiusi con 823 milioni di risultato netto. Nella riunione non se ne è parlato, anche perché il patron di Essilux non ha fatto pervenire comunicazioni o richieste. Alla riunione non era presente Jean Pierre Mustier, il ceo di Unicredit, impegnato a Londra, il quale tende a considerare sempre di più la quota in Mediobanca come una partecipazione finanziaria. La mossa di Del Vecchio ha portato qualche incertezza, come hanno convenuto ieri alcuni membri del patto, concordi sul fatto che l’imprenditore di Agordo dovrebbe spiegare quali sono le sue intenzioni, in modo da dare chiarezza innanzitutto al mercato.
  • Ue, in aumento la vendita di nuove auto
Auto elettriche, ibride e a gas: il mercato europeo ad alimentazione alternativa cresce a doppia cifra e se in valori assoluti resta ancora contenuto, i valori mostrano una tendenza che si rafforza. Nel primo semestre 2019 le nuove registrazioni di auto ad alimentazione alternativa nell’area Ue-Efta sono state 796 mila, in aumento del 27% su gennaio-giugno 2018. Lo rileva il Focus di approfondimento realizzato dall’Area Studi e Statistiche Anfia sulla base dei dati Acea. L’associazione europea dei costruttori ieri ha diffuso anche i dati delle immatricolazioni dei veicoli commerciali: sono aumentate del 6,2% a luglio e dell’11% ad agosto, ottavo mese consecutivo di crescita in Ue. A sostenere il comparto è stato il segmento «van», visto il calo estivo per bus e camion. Nei primi otto mesi dell’anno l’aumento è stato del 6,5% con più di 1,7 milioni di veicoli registrati. La Germania registra la crescita maggiore (+13,6%), seguita da Regno Unito (+11,3%, Francia (+6,5%), Italia (+4,3%) e Spagna (+2,1%). Il mercato ad alimentazione alternativa si compone di 250.314 auto elettriche, di cui 166.905 a batteria (incluso fuel cell) e 83.409 ibride plug-in; 417.415 ibride e 128.421 auto a gas. La quota delle auto ecofriendly in Ue/Efta è pari al 9,5% del mercato complessivo. Il mercato auto italiano ad alimentazione alternativa, pur rimanendo in testa alla classifica, è inseguito dal mercato tedesco. I primi 5 mercati a trazione alternativa dell’Ue/Efta, che rappresentano il 67% del mercato dell’auto ecofriendly, sono: Italia (19% del mercato), Germania (18%), Uk (11%), Francia (10%) e Spagna (9%). La Germania ha superato la Norvegia per volumi di auto ricaricabili venduti nei primi 6 mesi dell’anno. La Norvegia mantiene però il primato europeo delle vendite di auto a zero emissioni, seguita da Germania, Francia, Paesi Bassi e Uk.

  • Inps, su quota 100 i risparmi 2019 salgono a 1,7 miliardi
La spesa per “Quota 100” e i pensionamenti anticipati senza adeguamento dei requisiti alla speranza di vita si è fermata a 2 miliardi e 14 milioni a metà settembre. Con un risparmio di 1,767 miliardi rispetto a quanto previsto dal governo Conte-1 a gennaio. Il dato arriva dal monitoraggio Inps inviato a metà settembre ai ministeri del Lavoro e dell’Economia ed è riferito a un numero di pensioni accolte con i requisiti minimi di 62 anni e 38 di contributi pari a circa 114mila, circa il 63% di quelle presentate. Le domande accolte per le uscite anticipate a 42 anni e 10 mesi (41 e 10 se donne) sono oltre 59mila, il 46% di quelle presentate. Il risultato, che il Sole24Ore ha potuto visionare, equivale a un risparmio di circa il 45% rispetto alla dotazione stanziata per il primo anno di sperimentazione (3,781 miliardi esclusi gli altri canali di anticipo agevolato). È anche sulla base di questo andamento di spesa che i tecnici del ministero stanno completando la stesura della Nota di aggiornamento al Def, pur sapendo che si tratta di un dato puntuale ma provvisorio: le domande giacenti sono quasi 96mila, considerando entrambe le misure. E da qui a fine anno è atteso un nuovo flusso di richiesta di pensionamento, sia pure modesto, dal settore privato.
  • Mediobanca, tempi lunghi per la modifica dello statuto
Come se non fosse successo nulla. Il patto di sindacato di Mediobanca, che riunisce quasi il 21% del capitale ma con finalità puramente consultive, si è riunito ieri per l’appuntamento di bilancio, esprimendo «apprezzamento sui conti», secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa. Di Leonardo Del Vecchio, entrato nel capitale col 6,94% che ne fa il terzo azionista dietro a UniCredit (8,8% l’ultima dichiarazione) e a Vincent Bolloré (7,9%), non si sarebbe parlato. Anche perché non risulta che il patron di Luxottica abbia preso contatti né col management della banca né con gli organi del patto. E dunque le sue intenzioni a Piazzetta Cuccia non sono per nulla note. Si possono fare perciò solo supposizioni, sulla base di un percorso in qualche modo segnato. Anzitutto, c’è tempo fino al 3 ottobre per poter proporre aggiornamenti all’ordine del giorno dell’assemblea di bilancio del prossimo 28 ottobre. Ma, a quanto si apprende, l’eventuale integrazione non potrebbe riguardare un cambiamento dello statuto che è materia di assemblea straordinaria.
  • L’Italia candida Panetta al board della Bce Sostituirà Coeuré
La candidatura di Fabio Panetta per il consiglio direttivo della Bce è ufficiale. Ieri il ministero dell’Economia ha inviato a Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo, la proposta dell’attuale direttore generale di Bankitalia e presidente dell’Ivass. Panetta, se confermato nel vaglio delle candidature da parte delle istituzioni Ue, prenderà il posto del francese Benoit Coeuré allo scadere del mandato, il 31 dicembre, due mesi dopo l’uscita del presidente Mario Draghi e l’insediamento di Christine Lagarde.
  • Agosto, i fondi spingono la raccolta: i gestori incassano 3,8 miliardi di euro
I fondi comuni ad agosto hanno invertito la rotta e riportato l’industria dell’asset management in territorio positivo. Con una raccolta di 4 miliardi le gestioni collettive (fondi aperti e chiusi) hanno tamponato le perdite di quelle di portafoglio (-304 milioni), facendo chiudere i conti mensili dell’industria in attivo per 3,8 miliardi. Nonostante il buon risultato di agosto, però, da inizio anno il saldo dei fondi aperti resta ancora negativo (-984 milioni), mentre il comparto dei fondi chiusi nello stesso periodo ha incassato 1,7 miliardi. I nuovi flussi hanno comunque portato il patrimonio totale a toccare un nuovo record storico a quota 2.259 miliardi con un incremento di oltre l’1% su luglio.

Secondo le previsioni di diverse società di consulenza, l’aumento potrebbe essere contenuto l’anno prossimo tra l’1 e il 2% in media nell’auto e abitazione. Il settore sta affrontando un’inflazione costante nel risarcimento dei feriti in incidenti stradali.
Per assicurarsi contro le conseguenze di un incendio in caso di propria responsabilità, la società energetica californiana PG&E aveva utilizzato i cat bond. Gli investitori avevano scommesso 200 milioni di dollari. Il gruppo aveva già riconosciuto che un incidente alle linee elettriche è stata la causa dell’incendio e lo scorso gennaio ha presentato istanza di fallimento. Tuttavia, questa indagine ufficiale non è sufficiente a far scattare il pagamento dei “cat bond”. La responsabilità di PG&E deve essere confermata da una decisione giudiziaria. La procedura potrebbe richiedere mesi o addirittura anni. Nel frattempo, l’azienda energetica continua a pagare gli interessi agli obbligazionisti. Una manna dal cielo per alcuni investitori specializzati che hanno riacquistato i titoli ad un prezzo scontato per beneficiare a basso costo di questi pagamenti.
  • Il settore delle assicurazioni vita in subbuglio
Come Generali France, Allianz France ritiene che il fondo a capitale garantito in euro sia storia. È giunto il momento di accelerare la diversificazione del risparmio. Tutte le compagnie sono alla ricerca di una via d’uscita dai tassi d’interesse negativi. Secondo Allianz, sarebbe interessante introdurre programmi come i bonus fedeltà o la partecipazione differita agli utili. Questi meccanismi, per ora poco utilizzati, consentono di attribuire l’esecuzione finanziaria dei contratti ai clienti solo dopo diversi anni.

Handelsblatt

 

  • L’assicuratore dà speranza ai vacanzieri tedeschi – ma solo un po’.
Due giorni dopo la casa madre inglese, anche la filiale tedesca di Thomas Cook ha presentato istanza di fallimento mercoledì mattina. Per i clienti delle aziende Thomas Cook, Neckermann, Öger e Bucher, questo significa maggiore chiarezza giuridica rispetto ai giorni precedenti.
Migliaia di turisti erano già rimasti bloccati nei loro villaggi turistici o non sono stati in grado di iniziare le loro vacanze. Ma poiché le filiali tedesche non erano ancora fallite, il sinistro assicurativo non si era ancora verificato ufficialmente. Con il fallimento delle filiali tedesche di Thomas Cook, l’evento assicurato si è verificato. Resta da vedere se Zurich sarà in grado di far fronte a tutte le sue richieste di risarcimento.