Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Sarà obbligatorio fornire un servizio di consulenza per la vendita di tutte le polizze vita che non prevedono la garanzia del capitale. È questa una delle novità più significative contenute nel nuovo regolamento firmato a quattro mani da Ivass e Consob che recepisce in Italia la nuova direttiva europea in materia di distribuzione assicurativa (Idd) sugli Ibip (in pratica le polizze di ramo primo, terzo, quinto e multiramo) e promette di rivoluzionare il settore. Norme che hanno l’obiettivo di aumentare la tutela del cliente assicurativo, iniziando dalla fase di ideazione del prodotto e coinvolgendo ogni aspetto della distribuzione assicurativa: dalle modalità di vendita, all’informativa da fornire al cliente in fase pre e post contrattuale, al monitoraggio nel tempo delle performance del prodotto come gli incentivi, ovvero i compensi pagati dall’intermediario da un soggetto diverso dal cliente. In pratica con la Idd (che rappresenta il corrispettivo di Mifid II nel settore finanziario) l’impresa di assicurazione è responsabile di tutto il ciclo produttivo e distributivo, ed è tenuta a verificare che la vendita dei propri prodotti avvenga rispettando tale obiettivo, sia nel settore danni sia in quello Vita. L’autorità assicurativa nei mesi scorsi ha già emanato tre regolamenti per dare attuazione alla Idd per quanto riguarda le sanzioni, la distribuzione e l’informativa. Mancava però un ultimo tassello, fondamentale, dove le competenze di Ivass si incrociano con quella Consob: gli Ibip appunto.
«Messina ha ragione: il Nord non va penalizzato». L’endorsement al ceo di Intesa Sanpaolo è venuto nel fine settimana dal presidente di una grande fondazione del Nordest. Non però da Gilberto Muraro, leader di Cassa Padova-Rovigo, terzo azionista italiano di Intesa con poco meno del 3%. Il supporter del Messina preoccupato per le traiettorie politico-finanziarie del «governo del Sud» è invece Alessandro Mazzucco, presidente di Cariverona, primo azionista italiano di Unicredit con l’1,8%. Pur non facendovi riferimento, Mazzucco ha parlato – sul dorso triveneto del Corriere della Sera – poche ore dopo che il board di Unicredit aveva formalizzato la nomina di Cesare Bisoni a presidente. Una scelta che il numero uno di Cariverona non ha affatto condiviso né nel metodo né nel merito, come aveva fatto sapere ai mercati già alla vigilia del cda di piazza Gae Aulenti.
Da qualche anno il welfare aziendale e i flexible benefit sono sotto i riflettori: a partire dal 2016, grazie alla manovra su questo tema, il quadro normativo è stato riordinato e l’amministrazione finanziaria ha chiarito diversi aspetti, dando un’interpretazione piuttosto ampia delle possibilità del welfare. «Con l’ultima finanziaria non sono state fatte riforme, ma è stata fatta chiarezza, e ne serviva», sottolinea Stefano Casati, fondatore della società di welfare management DoubleYou, che fa parte del Gruppo Zucchetti e offre servizi a oltre 1.200 aziende (da micro imprese a multinazionali), per un totale di circa 200 mila utenti finali. «Le novità in materia riguardano soprattutto l’ampliamento del panel di servizi offerti alle aziende e ai loro dipendenti.

Non ce l’ha fatta, Thomas Cook Group. Il tour operator britannico ha chiuso i battenti dopo che non è riuscito a trovare l’intesa sull’accordo di salvataggio con investitori e creditori. Il risultato del fallimento è che le autorità del Regno Unito stanno riportando a casa migliaia di clienti attualmente in vacanza. Circa 600 mila sono fuori dal Regno Unito.
Per la società è scattata la liquidazione giudiziaria e il gruppo è ora in mano a un curatore fallimentare. Tutte le attività, tra cui Thomas Cook Airlines, hanno cessato le operazioni e tutte le prenotazioni future sono state cancellate. Secondo Associated Press, le quattro compagnie aeree del gruppo saranno messe a terra e i suoi 21 mila dipendenti in 16 Paesi perderanno il lavoro.
Dati sanitari senza libertà di circolazione. L’ospedale non può mandare le Tac dei pazienti al fornitore delle apparecchiature diagnostiche, per un uso autonomo da parte di quest’ultimo. Neanche se il fornitore esterno è stato nominato responsabile esterno del trattamento e neppure se i dati sono anonimizzati. Lo scudo a tutela delle informazioni sulla salute è alzato dal Garante della privacy, che ha bacchettato un’azienda sanitaria e una società fornitrice di apparecchiature di alta diagnostica (newsletter del 23/9/2019 n. 457). La società in questione, una volta ricevute le immagini dall’Asl, attraverso un software, ha estratto, anonimizzato e pseudonimizzato i dati, per poi allegare le immagini rielaborate alla documentazione necessaria per partecipare a una gara d’appalto e, in seguito, depositarle agli atti di un contenzioso giudiziario.

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  • Il crac di Thomas Cook re dei viaggi organizzati 600 mila turisti nel caos
L’hanno chiamata “Operation Matterhorn”, “Operazione Cervino”, per le difficoltà del rimpatrio immediato di 150 mila turisti britannici su 600 mila in totale, tra cui 140 mila tedeschi, quasi 10 mila francesi e poi spagnoli, greci, mentre sugli italiani la Farnesina non si sbilancia. Tutti appiedati dal fallimento di uno dei più grandi tour operator del mondo, Thomas Cook, che ieri mattina è andato in bancarotta dopo il mancato rifinanziamento di circa 1,1 miliardi di sterline. Il buco era di 300 milioni ma il governo britannico ha detto no all’aiuto di Stato, scatenando una flotta di 45 superjet per riportare a casa i cittadini coinvolti, dalla Turchia all’America.
  • Il mercato dell’auto a rischio Brexit Costi per 6 miliardi
Un terremoto, un evento con «effetti catastrofici». A poco più di un mese dalla possibile Brexit “no deal”, senza accordo, il mondo dell’automotive europeo al gran completo serra le fila, firmando compatto un documento per sottolineare i pericoli e l’impatto economico che avrebbe l’uscita della Gran Bretagna senza un accordo. L’appello congiunto porta la firma delle due associazioni europee di costruttori di auto — Acea — e di componenti — Clepa — insieme a 21 associazioni nazionali, compresa l’inglese Smmt e l’italiana Anfia. Il settore — che nella lunga filiera comprende non solo i produttori di auto ma anche la componentistica — produce oltre 19 milioni di veicoli l’anno e dà lavoro a 13,8 milioni di persone, circa uno su 16 in Europa. Ebbene, se si arrivasse al “no deal” e venissero applicati i dazi del Wto (World trade organization), cioè grosso modo il 10% sulle auto e circa il 5% sui componenti, sui consumatori europei ricadrebbero maggiori costi per 5,7 miliardi di euro divisi tra auto e van. Salatissimo il conto per l’Italia. Per il nostro Paese, ricorda il direttore generale dell’Anfia Gianmarco Giorda, la Gran Bretagna rappresenta il terzo Paese per destinazione di componenti per autoveicoli e il quarto come automobili. In valore, solo per auto e veicoli industriali si parla di oltre 1,1 miliardi di euro mentre per i componenti si superano gli 1,7 miliardi.

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  • Ferrara, pedone condannato per la morte di un centauro
Camminava sul ciglio della strada, al buio, e per questo ha causato la morte di un centauro di 17 anni, Nicola Coltelli, che per evitarlo, la sera del 18 dicembre 2015, si schiantò sul guardrail lungo una strada nel Ferrarese. Il pedone, un gambiano di 23 anni all’epoca ospite di una struttura per migranti, è stato condannato per omicidio colposo a una pena di un anno e 8 mesi. Il giudice Alessandra Martinelli ha stabilito che l’uomo camminava nel senso di marcia della moto e non dalla parte opposta come prevede il codice della strada. Il giudice ha anche assegnato, come risarcimento, una provvisionale di 100 mila euro per ciascuno dei genitori del motociclista, che hanno commentato: «La giustizia non potrà mai ridarci il sorriso di nostro figlio».

  • Albergatori italiani in allarme: si rischia lo tsunami del settore
Avrà un impatto «molto pesante» nel nostro Paese, secondo Confindustria Alberghi. C’è addirittura il rischio che si scateni «uno tsunami» nel settore, secondo Federalberghi. Per il turismo italiano il fallimento di Thomas Cook è uno choc inaspettato e un danno dalle grandi proporzioni, seppur ancora difficili da stimare. Il tour operator inglese, uno dei più importanti al mondo, lavorava – direttamente o indirettamente – con migliaia di alberghi italiani, che ora sono davanti a un bivio: accogliere o meno i clienti – soprattutto inglesi e del Centro Europa – che stanno arrivando in Italia e che hanno pagato le camere a Thomas Cook? Le associazioni degli albergatori invitano alla prudenza: «Suggeriamo ai nostri soci di contattare i clienti in arrivo per spiegare la situazione, informandoli che dovranno saldare il conto in albergo e poi chiedere alle autorità inglesi il rimborso di quanto già versato a Thomas Cook”, spiega il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, sottolineando che gli hotel non hanno alcun tipo di protezione per il mancato pagamento di un tour operator.
  • Pir, la fuga continua: il 2019 sarà in rosso di quasi 700 milioni
Non si arresta la fuga dai Pir. «Considerando il trend, abbiamo rivisto al ribasso le stime di raccolta sul nostro monitor Pir del 2019 da zero a -700milioni», sottolinea Luigi De Bellis, co-responsabile Ufficio Studi Equita. Le modifiche apportate alla normativa sui Piani individuali di risparmio hanno ridimensionato l’attrattivitàdello strumento. «Dopo 8 mesi di raccolta negativa – aggiunge De Bellis – sarebbe opportuno che il nuovo governo ripristinasse la vecchia norma sui Pir, che aveva avuto successo nel convogliare risparmio verso le imprese italiane». È?la stessa posizione che aveva espresso, venerdì scorso, il presidente di Assogestioni, Tommaso Corcos, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, rimarcato che il mercato dei Pir è ormai ingessato da mesi anche se le performance da inizio anno nella maggior parte dei casi viaggiano sulle due cifre.
  • Stretta su polizze non garantite e incentivi
Ivass e Consob hanno dato avvio ieri alla consultazione sul recepimento della direttiva europea in materia di distribuzione assicurativa (Idd, Insurance Distribution Directive) con l’obiettivo di raccogliere le osservazioni degli operatori del mercato assicurativo e finanziario che dovranno pervenire entro il 31 ottobre . Le due Authority si sono dovute infatti coordinare in particolare in materia di distribuzione degli Ibips (Insurance Based Investment Products), che sono prodotti assicurativi sulla vita umana le cui prestazioni dipendono da attivi soggetti a rischi di investimento (ramo III, ramo V, le polizze rivalutabili di ramo I). In particolare per quanto riguarda l’Ivass, vengono portate all’attenzione delle compagnie e degli intermediari assicurativi e finanziari le proposte di modifica ai Regolamenti in materia di governo societario (numero 38-40 e 41 emanati nel 2018) , distribuzione e informativa di polizze e l’adozione di un nuovo Regolamento in tema di governo e controllo dei prodotti. Per quanto riguarda Consob, la consultazione riguarda le modifiche da apportare al Regolamento Intermediari inerenti alle regole di condotta e gli obblighi informativi i distributori (tra cui banche e Poste) devono attenersi nell’offerta di polizze.

 

  • Il factoring non chiude le porte In Italia vale più di 240 miliardi
È una crescita costante e a doppia cifra quella del factoring. Nel primo semestre del 2019 il volume d’affari complessivo di questo strumento che permette di trasformare in liquidità i crediti commerciali è aumentato dell’11,92% rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente. Segno positivo anche per i crediti in essere (+2,43%) e per gli anticipi e corrispettivi pagati (+2,93%), secondo i dati di Assifact, l’associazione che riunisce gli operatori italiani di un settore che vale il 14 per cento del Pil del nostro Paese. «Una crescita a doppia cifra con l’economia nazionale virtualmente in stagnazione – afferma Alessandro Carretta, Segretario Generale di Assifact e professore di Economia degli intermediari finanziari all’Università di Roma Tor Vergata -, che dimostra ancora una volta la funzione fondamentale del factoring per il finanziamento delle imprese e delle catene di fornitura».

  • 737 MAX : Il Boeing offre un risarcimento ad ogni famiglia di vittime.
144.500 dollari. Questo è l’ammontare del risarcimento che Boeing ha offerto lunedì sera ad ogni famiglia delle 346 vittime dei due incidenti MAX 737 su Lion Air e Ethiopian Airlines. Questo rappresenta un importo di quasi 50 milioni di dollari. Dai due incidenti mortali avvenuti lo scorso marzo in Etiopia e ottobre 2018 in Indonesia, tutti i 737 modelli MAX del gruppo americano sono stati messi a terra in tutto il mondo e la Boeing non è in grado di consegnarne di nuovi. Una tragedia che ha avuto un forte impatto sulla contabilità finanziaria del costruttore dell’aeromobile.

Handelsblatt

 

  • Il CEO di Allianz Bäte presenta la fusione di portafogli di investimento a impatto climatico neutro
Non c’è mai stata una cosa del genere nel settore finanziario prima d’ora: Una dozzina di case d’investimento globali si sono impegnate a investire tutti i loro asset in modo neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050.
  • Board di Allianz: “Ora abbiamo tre volte il potere di mercato”.
In un’intervista, il Board of Management di Allianz parla del “Net Zero Asset Owners Group” e degli sforzi di Allianz per rendere i propri investimenti neutrali dal punto di vista climatico.
  • Intervista a Wolfgang Weiler, Presidente della GDV: “Nel 2019 avremo risultati migliori del previsto”.
Il presidente della Gesamtverband der Deutschen Versicherungswirtschaft sulla politica dei tassi d’interesse della BCE e sulla crescente domanda di polizze di assicurazione sulla vita.