il presidente del club sonda i possibili partner per il progetto dello stadio. Si cercano alleati per l’intervento di riqualificazione dell’area vicina a San Siro che vale 650 milioni. Elliott pronto a garantire i capitali per coprire le perdite
di Andrea Montanari

In campionato è arrivata la prima, sofferta, vittoria in casa, a San Siro contro il neopromosso Brescia. Il bilancio 2018-2019 sarà in profondo rosso: la perdita, come già anticipato da MF-Milano Finanza, si aggirerà attorno agli 80-90 milioni. Dal calciomercato estivo è arrivato, al fotofinish, ieri, Ante Rebic.
Ma la priorità del presidente Paolo Scaroni è riuscire a definire in tempi relativamente rapidi il progetto per la costruzione del nuovo stadio da convidere con i cugini dell’Inter che dovrebbe sorgere a fianco dell’attuale impianto sportivo cittadino, il Meazza, a Milano.
Così, il tema è tornato d’attualità anche nell’ultimo consiglio d’amministrazione della settimana scorsa. Il presidente del club rossonero, in particolare, ha delineato il valore complessivo dell’intervento di riqualificazione dell’area che adesso si aggira sui 650 milioni. E in tal senso, la priorità del management del Milan, come già riferito da questo giornale lo scorso 17 luglio, è quella di trovare un partner industriale per lo sviluppo del cantiere. In particolare per quel che attiene alla realizzazione degli insediamenti non sportivi quali l’hotel, il centro commerciale e le residenze.

Così, secondo indiscrezioni di mercato, lo stesso Scaroni ha sondato le disponibilità di alcuni operatori italiani e internazionali del settore immobiliare, a partire dal gruppo Generali . Non foss’altro perché il manager ex Enel ed Eni conosce l’ambiente del Leone di Trieste, essendo stato nel recente passato consigliere d’amministrazione della compagnia assicurativa.
Ma oltre al gruppo guidato dall’ad Philippe Donnet, il presidente del Milan avrebbe presentato il progetto anche a soggetti quali Hines, che di recente ha rilevato l’area dell’ex Trotto già di proprietà di Snai, adiacente lo stadio Meazza. Senza dimenticare che il dossier potrebbe finire sul tavolo dei manager di Coima o di altri operatori quali Dea Capital Real Estate o Blackstone e così via. Anche se potersi presentare al mercato avendo al proprio fianco un big, anche nel settore real estate quale Generali sarebbe tutt’altra cosa.
Del resto il piano prevede la creazione di due newco (StadCo e RealCo) che avranno rispettivamente la funzione di realizzare l’impianto sportivo (dal piano che sta circolando tra le banche d’affari si fa riferimento al triennio 2020-2022) e gli altri interventi di natura immobiliare, legati allo realizzazione di un hotel di lusso, di residenze e, soprattutto, del centro commerciale (opere che dovrebbero essere definite nel periodo 2023-2025). Il piano in fase di elaborazione tra l’altro prevederebbe la cessione delle volumetrie sulle quali sorgeranno il business center, l’albergo e le residenze abitative. Perché, di fatto, ai club di calcio interessa soprattutto la gestione della StadCo.
Ovviamente, il polmone finanziario principale è rappresentato dal centro commerciale che, però, sostengono gli esperti del settore si andrebbe a insediare in un quadrante della città di Milano, della provincia e di quella di Monza e Brianza già presidiato da altre strutture. In particolare, nell’area di riferimento figurano già il business center di Arese promosso da Marco Brunelli del gruppo Finiper che è il più grande d’Europa (135mila mila metri quadrati per un investimento di 350 milioni) e che ha registrato nel 2017 12 milioni di presenze, il nascente (aprirà a fine 2021) centro commerciale di Cascina Merlata, in zona Arexpo, progetto da 330 milioni nel quale pochi giorni fa ha scommesso il gruppo Ceetrus Italy, del gruppo Auchan e, infine, lo shopping district di Citylife, a Milano, di 32mila metri quadrati con 80 negozi, 20 tra ristoranti e bar e sette sale cinema al centro tra l’altro di piano di riposizionamento commerciale.
Ed è proprio per questa ragione che gli operatori immobiliari stanno facendo riflessioni sulla fattibilità del progetto. Mentre per quel che attiene l’impianto sportivo Elliott ha già dato la sua disponibilità a garantire il supporto finanziario necessario. Capitali che presto il fondo Usa di Paul Singer dovrà iniettare nel Milan visto che al momento dell’approvazione ufficiale del bilancio 2018-2019 e la conseguente registrazione della perdita il patrimonio netto del club diverrà negativo.
Infine, vi è un tema prospettico che il cda e il management dovranno affrontare: nel 2020 scadrà l’accordo con il main sponsor Emirates. Senza trascurare il fatto che il club non ha più uno sponsor del settore automotive. (riproduzione riservata)

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