Le indagini dei procuratori generali si aggiungeranno a quelle a livello federale
Sotto la lente la posizione nella pubblicità online e la privacy
di Andrea Secchi

Google e Facebook doppiamente sotto scrutinio negli Stati Uniti per le questioni che riguardano antitrust e privacy. Oltre alle indagini da parte degli organi federali, si stanno aggiungendo infatti anche quelle dei procuratori generali di una trentina di stati che vogliono vederci chiaro sulle pratiche dei due giganti del web. La notizia è già circolata nelle scorse settimane, ma secondo il Wall Street Journal lunedì ci sarà l’annuncio ufficiale di una delle due indagini, quella su Alphabet, la società che controlla Google.
A fare l’annuncio dovrebbero essere «almeno tre dozzine» di procuratori bipartisan rappresentati da quello del Texas, il repubblicano Ken Paxton. L’analisi riguarderà l’impatto dell’attività di Mountain View sul mercato della pubblicità digitale ed eventualmente l’accertamento di pratiche anticoncorrenziali. Si valuterà non solo quanto si comprima la sfera d’azione dei concorrenti ma anche l’eventuale riduzione delle possibilità di scelta dei consumatori derivanti dalla presenza dominante di un attore attraverso cui passa la maggior parte della pubblicità che vedono.

Il secondo filone di indagine riguarderà invece Facebook. Ieri il procuratore generale dello stato di New York, la democratica Letitia James, ha confermato con un comunicato la notizia che riguarda l’indagine che lei coordina sul social network: «anche la più grande piattaforma di social media al mondo deve seguire la legge e rispettare i consumatori», ha dichiarato James. «Sono orgogliosa di guidare una coalizione bipartisan di procuratori generali per indagare se Facebook abbia soffocato la concorrenza e messo a rischio gli utenti. Utilizzeremo tutti gli strumenti investigativi a nostra disposizione per determinare se le azioni di Facebook potrebbero aver messo in pericolo i dati dei consumatori, ridotto la qualità delle scelte dei consumatori o aumentato il prezzo della pubblicità». Nella nota si spiega anche che fanno parte del gruppo che indaga su Facebook anche i procuratori di Colorado, Florida, Iowa, Nebraska, Carolina del Nord, Ohio, Tennessee e del distretto della Columbia.
Non è detto, inoltre, che anche altri big del digitale non siano sottoposti a scrutinio.

Sia per Google che per Facebook esistono già indagini a livello federale. Il social di Mark Zuckerberg è stato multato a luglio per 5 miliardi di dollari (circa 4,5 miliardi di euro), la somma più alta mai decisa per violazioni di questo tipo, dalla Federal Trade Commission per aver ingannato i propri utenti «in merito alla loro capacità di controllare la privacy delle loro informazioni personali», una decisione arrivata dopo oltre un anno di indagini sulla vicenda Cambridge Analytica. Resta in piedi però un’indagine sull’acquisizione di Instagram e sulla possibilità che sia stata fatta solo per eliminare dal mercato un concorrente. Peraltro, è di due giorni fa la notizia che un enorme database con 419 milioni di numeri di telefono di utenti di Facebook (soprattutto americani) sta circolando online. Un caso in cui la società probabilmente è vittima ma che va ad aumentare il numero dei casi di fuoriuscita di dati personali online.
Google, che dal canto suo ha dichiarato la massima collaborazione, è sotto analisi del dipartimento di giustizia sempre per questioni antitrust. In un caso e nell’altro, comunque, non sembra possibile che si uniscano le indagini federali con quelle degli stati, anche se procuratori e rappresentanti delle altre amministrazioni si sono già incontrati e probabilmente continueranno a coordinarsi. Di sicuro dopo che l’Unione Europea si è dimostrata molto attiva nel prendere iniziative contro i problemi antitrust e di privacy di Google e Facebook, ora anche gli Stati Uniti stanno mostrando maggiore attenzione su questi temi.
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