Nel corso del 2018 il numero di pagamenti al dettaglio effettuati in Italia con strumenti diversi dal contante è cresciuto del 6,8%, ovvero a un ritmo superiore rispetto a quanto registrato nel 2017.

I volumi complessivi sono saliti del 4,7%, mentre si è ridotto l’importo medio transato che si è attestato a 1.418 euro (-5,5% rispetto ai 1.501 euro del 2017). Sono questi i principali risultati che emergono dalla 17° edizione dell’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments, il rapporto annuale curato da Assofin, Nomisma e Ipsos, con il contributo di Crif.

“Il tema dei pagamenti digitali è estremamente attuale, viste anche le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in favore della digitalizzazione. Questo rapporto potrà essere una base di partenza per analizzare l’efficacia delle misure che il Governo metterà in campo”, ha detto Cesare Colombi, presidente di Assofin, sottolineando che “ci vorrà del tempo prima che l’Italia possa chiudere il gap nei confronti degli altri Paesi, ma si stanno facendo passi nella giusta direzione”‘. Le misure a cui pensa il Governo sono dunque “un passo importante. Servono tanti ingredienti per fare un piatto, ma l’importante è che si cominci a farlo. Non so se tutti gli ingredienti siano quelli giusti, ma i principali sì, quindi si sta andando nel verso giusto”.

Nel 2018 le carte di credito attive in circolazione in Italia erano circa 15 milioni, contro i 56,3 milioni di carte di debito, ma considerando il numero di transazioni effettuate con carte di credito si nota una crescita, che arriva a superare il milione di unità nel 2018, anno in cui si è registrato un record di importi transati che hanno superato gli 80 miliardi di euro. Daniela Bastianelli, senior project manager Nomisma, ha sottolineato come si stiano facendo dei passi avanti: “Si sta ampliando il numero di importi transati e di transazioni e al contempo si registra un rallentamento della corsa all’uso del contante. La strada è lunga, ma ci si sta avvicinando a una cashless society”.

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